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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Arrestati due dirigenti dell’Asp di Catanzaro Sospese dal servizio altre sette persone. Sequestrati oltre 300mila euro. Il commento della politica- IL VIDEO E I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE NELL'OPERAZIONE

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Nella mattinata odierna i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno eseguito, nella provincia di Catanzaro e a Crotone, misure cautelari personali e reali nei confronti di 12 dipendenti pubblici, dirigenti e funzionari dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, dott.ssa Barbara Saccà, su richiesta del sostituto procuratore dott.ssa Fabiana Rapino, coordinata dal procuratore aggiunto dott. Giovanni Bombardieri, della procura della repubblica di Catanzaro, diretta dal procuratore dott. Nicola Gratteri. In particolare, le complesse e articolate attività investigative delegate alla guardia di finanza, condotte anche con l’ausilio di indagini tecniche, hanno consentito di accertare l’indebita appropriazione nonchè la distrazione di fondi, di matrice comunitaria, concessi alla locale a.s.p. per la partecipazione al progetto denominato “stopandgo”, acronimo di “sustainable technology for older people – get organised”, che ha coinvolto diversi partner europei.

Obiettivo primario di tale progettualità, co-finanziata dalla commissione europea nel 2013 per oltre 760 mila euro, è quello di definire un modello europeo di riferimento di bando di gara per migliorare il sistema di forniture pubbliche di beni e servizi socio-sanitari a beneficio della popolazione anziana, anche mediante approvvigionamento di servizi potenziati dalla telemedicina e dalla domotica, vale a dire la possibilità di rendere disponibili sistemi domiciliari più tecnologici di sostegno sanitario e salvavita. In realtà, a fronte di tali previsioni, è stata svolta solo un’attività minimale concretizzatasi esclusivamente in una consultazione di mercato ai fini esplorativi.

Le indagini svolte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria – gruppo tutela spesa pubblica, diretti da questo ufficio, hanno, infatti, consentito di accertare che i pubblici ufficiali indagati, coinvolti a vario titolo nell’attuazione dell’iniziativa, una volta ottenuta l’anticipazione finanziaria dall’istituzione europea, per un ammontare di oltre 300 mila euro, anziché perseguire gli obiettivi prefissati, hanno sperperato le citate provvidenze. Più nello specifico, i responsabili si sono indebitamente appropriati, nel corso di due anni (2014-2016), di oltre 166 mila euro, attraverso l’elargizione, a se stessi, di cospicui emolumenti per il fittizio apporto lavorativo fornito da ciascuno. In particolare, Romano Giuseppe, di 54 anni, destinatario di ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, responsabile unico nonché referente del progetto per l’A.s.p. di Catanzaro, travisando le finalità del progetto, ha reiteratamente richiesto, ed ottenuto, per se’ e per altri dieci indagati, la liquidazione di ingenti indennità “fuori busta paga”, illecitamente spesate con denaro proveniente dai citati fondi europei, predisponendo la documentazione connessa a tali erogazioni illecite con il concorso di Rocca Ieso, di anni 49, anch’egli colpito dalla medesima ordinanza restrittiva.

Lo stesso dirigente, peraltro, si è appropriato di ulteriori 13 mila euro circa a titolo di rimborsi spese per svariate trasferte, sia in italia che all’estero, mediante la predisposizione di specifici giustificativi di spesa falsi ovvero alterati nel loro contenuto. Esemplificativo delle condotte delittuose perfezionate e’ il caso di una trasferta in spagna, effettuata dallo stesso dirigente responsabile, allorquando, nel portare al seguito il proprio nucleo familiare, ha addebitato i relativi costi a carico del finanziamento progettuale. Inoltre, il medesimo romano, con il concorso di Francavilla Francesco, di anni 60, interdetto dai pubblici uffici, ha distratto ulteriori 122 mila euro circa per stipulare un protocollo operativo nei confronti di un altro partner nazionale del progetto stopandgo, già destinatario, per la stessa funzione, di specifici stanziamenti.

Il perfezionamento delle condotte illecite e’ stato reso possibile grazie anche al favoreggiamento posto in essere da Pugliese Giuseppe, di 49 anni, dirigente amministrativo dell’azienda sanitaria, colpito da interdizione dai pubblici uffici, il quale, da un lato, si è speso affinché la dirigenza aziendale non denunciasse la vicenda all’autorità giudiziaria, dall’altro, ha fornito indicazioni ai responsabili sulle modalità di predisposizione della documentazione giustificativa idonea a eludere i controlli.

I provvedimenti cautelari eseguiti si sono quindi sostanziati in 2 arresti domiciliari nei confronti dei citati Romano Giuseppe e Rocca Ieso, 7 misure interdittive (sospensione immediata dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di un anno) nei confronti del citato Francavilla Francesco, nonché di Rocca Maurizio, di anni 59, Lanatà Silvia, di anni 49, Fazio Giuseppe, di anni 62, Marino Dario, di anni 39, Grillone Francesco, di anni 58, e del citato Pugliese Giuseppe, nella notifica di tre informazioni di garanzia nei confronti di altri dipendenti dell’a.s.p., nonché nel sequestro preventivo per equivalente effettuato nei confronti degli indagati. La misura cautelare reale, ammontante ad oltre 300 mila euro, ha avuto riguardo a disponibilità finanziarie e cespiti immobiliari riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-patrimoniali svolti dai finanzieri.

DALILA NESCI E PAOLO PARENTELA (M5S)

«In Calabria si ripete il copione solito, in merito ai fondi europei destinati ai più deboli: avidità del potere, debolezza dei controlli, peculato, latitanza della politica, arresti e interdizioni dai pubblici uffici». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, con riferimento all’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Catanzaro, che ha fatto scattare manette e avvisi di garanzia per alcuni dirigenti e funzionari dell’Asp di Catanzaro. «Dopo l’inquietante vicenda – proseguono i due parlamentari – del credito sociale, che coinvolse politici di spicco e amministrativi, stavolta a subire il sistema sono gli anziani, cui con risorse comunitarie dovevano essere garantiti servizi di sostegno sanitario e salvavita, grazie alla telemedicina e dalla domotica». «Pensiamo – continuano i 5stelle – che si tratti soltanto di un inizio, che la magistratura andrà sino in fondo e che, a causa della perdurante assenza della politica, da anni oggetto delle nostre denunce, sarà soltanto la giustizia a occuparsi del malcostume e della corruzione negli uffici della sanità regionale e degli altri settori fondamentali». «A ciò si aggiungano – concludono Nesci e Parentela – le gravi questioni irrisolte, su cui il governatore Mario Oliverio non ha mosso un dito, della recente nomina abusiva del vertice dell’Asp di Crotone e del mancato ricupero degli emolumenti relativi a quella, altrettanto abusiva, del vertice dell’Asp di Reggio Calabria, definita dall’Anticorruzione nazionale e dal Tar del Lazio».