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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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“Caro estinto Covid”: A Taurianova, il problema del contagio si presenta solo nei funerali! Ma c'è quel punto "6" dell'ordinanza, dove è consentita l'affissione dei manifesti funebri solo a "tumulazione avvenuta” che fa venire l'orticaria...

“Caro estinto Covid”: A Taurianova, il problema del contagio si presenta solo nei funerali! Ma c'è quel punto "6" dell'ordinanza, dove è consentita l'affissione dei manifesti funebri solo a "tumulazione avvenuta” che fa venire l'orticaria...

È tempo di libertà, dopo un periodo di sacrifici dovuti alla pandemia la quale ancora oggi ci dicono che non è finita, anzi fanno paura le varianti che sono contrassegnate con l’alfabeto greco, da “alfa” a “delta” sperando che “omega” non arrivi mai. Questo Coronavirus sembra come le versioni di uno smartphone, c’è sempre quella successiva, moderna e anche più “veloce (nel contagio)”.
Abbiamo assistito da quando è entrata in vigore la cosiddetta “zona bianca”, una sorta di ribellione di massa, una sorta di ripresa e di conquista della libertà perduta. A volte chi osava criticare (come lo scrivente), veniva tacciato di gufo triste, frustrato e che, qualcuno ahimè, vista la parola consentita tutti dai social (Eco docet), siccome Gandhi e Martin Luther King disobbedivano, occorreva non rispettare le regole imposte dallo Stato. Una sorta di “disobbedienza civile”, quando poi, ahinoi entrambi uccisi da mano assassina, chissà quante volte si saranno rivoltati nella propria tomba.
A Taurianova invece il problema del contenimento del contagio sembra essere solo quello riguardante le cerimonie funebri (sic!). Sì perché dopo l’ultima ordinanza (la n. 52/2021), firmata dal vicesindaco Caridi, stabilisce alcuni punti che ci lasciano un pochettino però, non troppo, “trasecolati (a tumulazione avvenuta)”.
L’ordinanza com’è consuetudine del nostro caro vicesindaco, è sempre accompagnata da un sipario, da un selfie, dove venivano ritratti i due “Nino”, il Grigio (Bernava) e il Moro (Caridi), dopo quel selfie nasce l’ordinanza sulle cerimonie funebri e sul contenimento del contagio. Correva il 3 luglio anno 2021 e la sera prima l’Italia aveva battuto il Belgio accedendo alle semifinali, per dire che meno male che si è giocato il due luglio e non il giorno del selfie, con le due figure ritratte in un selfie e che associando alla tensione per la partita, non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere.
Le linee guida per quanto riguarda i funerali risale al Dpcm dell’aprile del 2020 il quale diceva che l’esclusiva partecipazione “dei congiunti fino ad un massimo di 15 persone, preferibilmente all’aperto e con obbligo di mantenimento della distanza precauzionale di 1 metro e di uso della mascherina”. Ovviamente ancora non era nemmeno partita la campagna vaccinale.
Leggendo l’ordinanza in molti, via social, si sono adirati, indignati, trasecolati, “tumulati”, si sono stracciate le vesti gridando allo scandalo, come se il problema del contagio fosse solo nei funerali, mentre nei matrimoni si possono assembrare, accavallare, fare quel che si vuole, come se in quel sacramento il rischio del contagio non esiste. Come se il rischio del contagio nel maxischermo previsto per stasera in occasione della semifinale dell’Europeo per tifare la nazionale italiana, visto che è stato scritto che “l’evento è organizzato nel rispetto delle più recenti norme (…)”.
Diciamo che c’è qualcosa che non torna e non solo che non va, è pur vero che i funerali nei mesi scorsi hanno creato dei focolai covid, così come alcune feste private e la macellazione del maiale. Imbecilli ce ne stanno ovunque, d’altronde sterminarli era già un progetto ambizioso di De Gaulle, figuriamoci noi…
Il contagio non ha preferenze sacramentali né di condizioni variabili tra eventi ludici e movida selvaggia con balli e tarantelle notturne nel centro città.
Qual è la differenza nelle “sale del commiato”, consentire “l’accesso esclusivamente agli stretti familiari e affini del defunto che potranno permanere all’interno per un numero massimo di 10 persone” e quelle nei matrimoni, parliamo di rito religioso, con un massimo di non si sa quanto, ma decine e decine tra baci abbracci, e lanciatori di riso…?
Anche perché nei ricevimenti, tutti i partecipanti dovranno avere con sé un Covid pass o certificato verde che attesti la vaccinazione, la guarigione o la negatività a un tampone per Covid-19 effettuato entro le 48 ore precedenti. Ma in chiesa?
Per quanto riguarda la chiesa invece le regole sono stabilite con il protocollo dell’allegato A 6 del decreto del 7 agosto del Governo in accordo con la CEI e non ancora aggiornato. E riguardano obbligo di mascherina, distanziamento, ingressi contingentati, etc… ma fuori, i baci e gli abbracci, chi li regola? Certo c’è il divieto di assembramento, ma chi vorrebbe sfuggire alla tentazione di dare un bacio alla sposa? Allo sposo, forse un po’ meno… però sempre di baci trattasi e di contatti ravvicinati.
Diciamo che ci possiamo indignare quanto vogliamo, ma se leggiamo le norme attualmente in vigore sul contenimento del contagio, presentano molti vuoti e tante contraddizioni, ovviamente lascia facoltà ai sindaci di stabilire alcune regole, ma la libertà a volte se abusata rischiata di avere gravi conseguenze, così come l’omissione di controlli quando non vengono rispettate le più elementari norme. E poi, diciamolo francamente, quel punto “6”, dove è consentita l’affissione dei manifesti funebri solo a “tumulazione avvenuta”, non sarebbe meglio abrogarlo? Quanta tristezza… oltre all’ipocrisia…(?).
(GiLar)