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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Caravaggio inedito. Scoperta fa discutere

Caravaggio inedito. Scoperta fa discutere

Sgarbi: ‘Scettico, ma ricerca merita attenzione’. Pacelli, servono verifiche. Gli studiosi cercavano i disegni da oltre un secolo. Hanno un valore di circa 700 mln

Caravaggio inedito. Scoperta fa discutere

Sgarbi: ‘Scettico, ma ricerca merita attenzione’. Pacelli, servono verifiche. Gli studiosi cercavano i disegni da oltre un secolo. Hanno un valore di circa 700 mln

 

 

Vittorio Sgarbi taglia corto, “una ricerca ben costruita che non si può liquidare con una battuta”, Vincenzo Pacelli, lo storico che a Napoli ha firmato l’attribuzione del Martirio di Sant’Orsola, invita ad approfondire e verificare. E così don Franco Buzzi, il prefetto dell’Ambrosiana, dove di Caravaggio si custodisce la stupenda Canestra di frutta. Il giorno dopo l’annuncio dei due studiosi lombardi, Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli, convinti che siano di Caravaggio adolescente 100 disegni del Fondo Peterzano, il mondo dell’arte sembra sotto choc. La notizia ha fatto il giro del mondo. E il dibattito è aperto. Con la direttrice del Gabinetto disegni del Castello Sforzesco di Milano è scontro aperto. Dai microfoni del Tg1 come già dalle pagine del Corriere della Sera Francesca Rossi attacca gli studiosi accusandoli di non essere frequentatori abituali del Gabinetto.

E loro replicano, “chi attacca in modo capzioso dimostra malafede e incapacità di leggere le opere di cui è depositaria. Si dimetta”. Sgarbi, che sottolinea di conoscere bene il fondo Peterzano (“alcuni di quei disegni li ho anche esposti in una mia mostra”) si allinea sulle posizioni espresse ieri da Claudio Strinati, parla di una scoperta “interessante per il metodo”, si definisce ‘scettico’, ma poi apre all’ipotesi che qualcuno dei disegni sia di pugno del Caravaggio. In particolare uno, quello che la ricerca di Bernardelli mette a confronto con la Caduta di San Paolo, “quello mi sembra perfettamente convincente”, dice “aspetto di studiare il materiale, se ce ne fossero altri così…”. Pacelli spiega invece di condividere le opinioni espresse ieri all’ANSA da Francesca Cappelletti, e aggiunge: “riferire un così nutrito corpus di disegni alla mano del pittore equivarrebbe a scardinare alle origini il principio stesso del caravaggismo”, quello che vuole che la tecnica del Caravaggio fosse fondata “non sul disegno, ma sull’imitazione diretta dei fenomeni naturali”.

All’Ambrosiana il prefetto don Franco Buzzi risponde sintetico: “Bisogna vedere la serietà scientifica dell’opera, dobbiamo essere aperti e stare attenti alle verifiche”. Gli occhi del mondo addosso, i due studiosi difendono il metodo della ricerca da chi l’aveva in parte messo in dubbio parlando di analisi tipologica e non stilistica, come Cappelletti: “La nostra non è stata una valutazione tipologica, ma un’analisi stilistica del segno in divenire – sottolineano -. Caravaggio era appena un ragazzo quando è entrato nella bottega di Simone Peterzano”. Per Bernardelli Curuz c’é un particolare che taglia la testa al toro ed “é il fatto che tutti i disegni raccolti in questo nucleo di opere (diverso da quello contenente i lavori di Peterzano), trovavano poi riscontro nelle opere della maturità di Caravaggio”. “Lo stile – dice – è solo la parte più evidente della produzione pittorica e può mutare, ma non cambia il cuore del segno”. Insomma: “E’ assurdo pensare che Caravaggio a tredici anni disegnasse come a venti. L’apparente discontinuità delle prove, nasce dall’arco dell’età evolutiva, il cui sviluppo è potenziato da un diuturno esercizio”. La ricerca intanto è stata pubblicata su Amazon, dove è già al primo posto nella categoria ‘Arte, musica e cinema’, anche se dal mondo accademico c’é chi contesta la scelta di un e-book (“le ricerche si presentano ai convegni scientifici” ripetono in molti). Il dibattito è aperto.

 

SCOPERTI DISEGNI DI CARAVAGGIO

Per la storia dell’arte potrebbe essere una svolta storica. Si tratta di un centinaio di opere assolutamente inedite – disegni e alcuni dipinti – attribuite da un’equipe di studiosi ai ‘primi passi’ di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio quando, appena adolescente, era allievo nella bottega del pittore manierista Simone Peterzano, dal 1584 al 1588.

Le opere, il cui valore stimato e’ di circa 700 milioni di euro, sono venute alla luce grazie ad una lunga ed accurata ricerca svolta da un gruppo di esperti, guidato da Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli, da domani pubblicata da Amazon in due e-book di 600 pagine dal titolo ‘Giovane Caravaggio. Le cento opere ritrovate’.

Attraverso un migliaio di immagini e puntuali confronti con i capolavori romani e napoletani del Merisi, le due pubblicazioni illustrano e ricostruiscono, in quattro lingue, la prima produzione artistica del genio lombardo, fino a oggi rimasta sconosciuta. Per due anni, gli studiosi hanno compiuto frequenti sopralluoghi nell’area di Caravaggio e nelle chiese milanesi ed hanno letteralmente setacciato il Fondo Peterzano, custodito nel Castello Sforzesco (di proprieta’ del comune di Milano) e contenente 1.378 disegni del maestro e degli allievi che lavoravano con lui.

”Era impossibile che Caravaggio non avesse lasciato nessuna testimonianza della sua attivita’ durata dal 1584 al 1588 presso la bottega di un pittore all’epoca famoso e ricercato” sostiene Bernardelli Curuz, direttore artistico della Fondazione Brescia Musei. E infatti ha messo a punto una rigorosa metodologia di indagine che ha permesso in primo luogo di individuare il canone geometrico che sottende le raffigurazioni del primo periodo romano, i volti di efebo fino al ‘Ragazzo morso dal ramarro’.

”Ogni pittore ne ha uno, come fosse una matrice stilistica”, sottolineano i due studiosi che quindi hanno proceduto a rintracciare quelle stesse proporzioni nei disegni di studio che ogni allievo aveva il compito di realizzare fino a impararli a memoria, declinandoli nelle piu’ diverse fisionomie e posture. Dei circa cento disegni rinvenuti nel Fondo della Bottega di Peterzano, ben 83 ”saranno ripresi piu’ volte nelle opere della maturita’ – sottolineano – a dimostrazione che il giovane pittore parti’ da Milano con canoni, modelli, teste di carattere e alcune possibili varianti stilistiche, pronti per essere utilizzati nei dipinti romani”. I due ricercatori hanno individuato il ”canone geometrico” dei volti anche in un dipinto di Simone Peterzano, il ”quadrone” nella chiesa milanese dei Santi Paolo e Barnaba in cui viene raffigurato ‘Il Miracolo dei santi Paolo e Barnaba a Listri”, eseguito dal maestro manierista nel 1573, ma considerato da Roberto Longhi ”fortemente precaravaggesco”. Qui un sospetto gruppo di ritratti giustificherebbe l’intuizione di Longhi, in quanto quei personaggi sarebbero stati, come lo stesso Caravaggio, ancora troppo giovani per apparire in tali ruoli e fogge.

Le evidenti incongruenze temporali, e le diversita’ di stile, hanno portato gli studiosi a indagare quello che ritengono un rifacimento eseguito nel 1590 dal Merisi, probabilmente proposto dalla sua storica protettrice Costanza Sforza Colonna, benefattrice dei Barnabiti. In quello che potrebbe essere stato il suo primo lavoro in autonomia, emerge ”una cifra di assoluta originalita”’, senza contare, sottolinea Bernardelli Curuz, che almeno nove di quei ritratti tornano nella sua successiva produzione. ”Come la raffigurazione di Carlo Bascape’, superiore generale dei Barnabiti e direttore spirituale di Costanza, che ha lo stesso volto di un personaggio dell”Ecce Homo’ o quello di Alessandro Sauli che riappare nell”Incredulita’ di San Tommaso”’.

Quella ”rapida e violenta modalita’ di stesura del segno” potrebbe infine essere la stessa che il giovane allievo infonde nelle brevi righe di un biglietto di protesta, anch’esso rinvenuto nel Fondo Peterzano, che ”mette in luce attriti e incomprensioni tra due temperamenti agli antipodi”. Il breve scritto e’ stato sottoposto (ma solo in foto) a perizia grafologica in un confronto con ricevute vergate da Caravaggio nel 1605-1606. Per l’esperta grafologa Anna Grasso Rossetti, perita del tribunale di Brescia, i diversi biglietti sarebbero della stessa mano, quindi tutti autografi di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.