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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Cara Mazzantini, che delusione questo tuo “Splendore”

Cara Mazzantini, che delusione questo tuo “Splendore”

La nostra scrittrice rifiuta l’assurdo luogo comune legato all’omofobia nella nostra Regione

di MIRELLA MARIA MICHIENZI

Cara Mazzantini, che delusione questo tuo “Splendore”

La nostra scrittrice rifiuta l’assurdo luogo comune legato all’omofobia nella nostra Regione

 

di Mirella Maria Michienzi

 

 

Gentile Direttore,
in una piovosa e buia giornata d’inverno, passando davanti ad una libreria, ho notato esposto ” Splendore”. Ho sentito il bisogno di leggerlo con la speranza di sopperire alla poca luce invernale e, soprattutto, di potere illuminare i cunicoli mentali e dell’anima.
E’ stata una grande delusione! Le prime 50 pagine non riuscivano a decollare. Poi la storia si è aperta, però, con un fitto susseguirsi di parolacce e linguaggio scurrile, con immagini non proprio poetiche che ricadevano, come un chiodo fisso, sempre nel solito repertorio. Per non parlare degli amplessi dei due protagonisti…amplessi narrati con tale dovizia di particolari la cui sottolineatura è già una contraddizione al volere sostenere che si tratti di una situazione normale e naturale. E non lo era. Infatti, alla fine, Costantino confessa di essere stato spinto soltanto da uno spirito di vendetta per gli abusi subiti a sua volta da parte dello zio dello stesso Guido. Vendetta che si è perpetrata per decenni !
Una storia raccontata con un frasario caotico, con parole stentatamente erudite, ha, di conseguenza, una lettura per niente scorrevole e avvincente. Non mancano numerose frasi in inglese, quasi un’ostentazione. Ma lo sappiamo benissimo che la Mazzantini è irlandese. Piuttosto è la Mazzantini a non sapere che i Bronzi di Riace – citati dai protagonisti per una visita lampo – non si trovano nella località dell’alto Jonio, nel cui mare prospiciente furono ritrovati, bensì al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
La maggiore delusione l’ho provata nel leggere che i due protagonisti, durante un amplesso, vengono ferocemente aggrediti e malmenati finendo in ospedale con ferite gravissime. E questo, secondo la Mazzantini, perché si trovavano in un angolo della Calabria, nell’alto Jonio, dando a intendere che se non fossero stati lì non sarebbe successo niente. Come se quel posto fosse il più buio e gretto del mondo, l’unico in cui esista l’omofobia!
Io ritengo che sarebbe potuto succedere ovunque. Il comportamento delle due rispettive mogli ( una giapponese, residente in Inghilterra; una romana.) ne sono la conferma quando non accettano qualcosa che a tutti i costi si vuole ” propinare ” come del tutto normale.
Mazzantini, questo è razzismo. Io, da calabrese, seppure residente a Firenze da 44 anni, non posso accettarlo. E’ vero abbiamo tanti lati negativi , però ne abbiamo anche tanti positivi che superano i primi detti. Non ci può ” mettere anche quest’ altro carico “, non lo meritiamo soprattutto da una persona che sembra digiuna dei posti.
Spero che qualche lettore generoso (magari il proprietario dell’Hotel della Principessa di Taurianova) possa invitare la scrittrice Mazzantini a visitare la Calabria, il Museo Archeologico, il Lungomare di Reggio e Lo stretto di Messina…potrà, così, anche constatare la cordialità e l’ospitalità, eredità della Magna Graecia, avendo modo di conoscere lo ” splendore ” del nostro mare, dei tramonti struggenti sul Tirreno e delle albe, ricche di sogni e apportatrici di speranze, sullo Jonio.