Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Cantiere Calabria, le reazioni della politica calabrese Tre giornate utili al rilancio dell'azione amministrativa regionale

Cantiere Calabria, le reazioni della politica calabrese Tre giornate utili al rilancio dell'azione amministrativa regionale
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

ORLANDINO GRECO

Ho un grande rispetto nei confronti di coloro che in ragione del proprio pensiero dibattono e argomentano la contrarietà o il dissenso ad un pensiero dominante e altrettanto capisco bene quale sia il ruolo dell’opposizione. È nella logica della democrazia che sia così, negare o censurare un pensiero opposto o differente ne annullerebbe il principio. Per tali ragioni non mi stupiscono le dichiarazioni della consigliera Wanda Ferro in merito a “Cantiere Calabria”, mi dispiace invece, nutrendo grande stima nei suoi confronti, che non abbia fatto un resoconto reale di quanto accaduto nelle tre giorni all’UNICAL promossa dal Presidente Oliverio.

Non è stata certamente una “kermesse”, così come l’ha definita, e a dire il vero non si sono visti neanche i toni trionfalistici di cui si racconta ma al contrario sono stati incontri e occasioni di confronto e dibattito su temi di rilevanza politica e strategica che s’inseriscono in quel nuovo percorso già avviato, sin dall’inizio, dalla giunta Oliverio. Si sono susseguite interessanti opportunità formative su tematiche come rifiuti, dissesto idrogeologico, alla presenza di illustri specialisti e di ricercatori delle Università calabresi, così come non sono mancate le analisi sui numeri, sui progetti, sull’efficacia dell’azione politica del governo a guida Oliverio, notevole anche la presenza della stampa e di giornalisti che sicuramente non parteggiavano per alcuno ma hanno esercitato la loro funzione, in positivo o in negativo che sia, d’informazione e comunicazione.

La presenza dei Ministri invece va necessariamente letta in chiave positiva, ritengo che dopo decenni di totale disinteresse sia importante la presenza istituzionale del Governo centrale che, su questo concordo con la Ferro, dovrà poi concretizzarsi con l’efficacia dei “fatti” di cui la Calabria ha urgente bisogno e che non più essere rinviata. In conclusione, chi ha inteso “Cantiere Calabria” come l’occasione per una passarella ricade nello stesso errore di chi narra di coriandoli e palazzi in festa. La tre giorni ha rappresentato, invece, un checkpoint nel percorso iniziato due anni e mezzo fa e che ha visto nel tempo l’approvazione del QTRP, del Piano Regionale dei Trasporti, della normativa per l’istituzione dell’Autorità Idrica Calabrese, della nuova programmazione sui Fondi Europei, a cui nel tempo si darà il valore e la giusta importanza, perché la Calabria è riuscita così a rimettersi in pari con il resto del Paese, recuperando i ritardi maturati dalle precedenti Giunte sia di centrodestra sia centrosinistra.

È altresì vero che ci sono ancora molte questioni aperte ed è necessario semplificare e accelerare sulle procedure amministrative e burocratiche e come ha precisato il Ministro Minniti nel suo intervento finale, bisogna eliminare le “emergenze” e lavorare sulla fattività delle cose, così da inserire questa regione non soltanto nei contesti nazionali ma anche europei e internazionali. Il più grande auspicio è che tutto ciò avvenga in un clima di confronto, anche acceso e serrato, che guardi alla realtà delle cose senza strumentalizzazioni o rappresentazioni di parte.

SEBI ROMEO

Un programma ed una visione, questo è quanto i seminari di Cantiere Calabria hanno presentato nei tre giorni appena conclusi. Un programma ed una visione che non nascono certo oggi, a due anni e mezzo circa dalla elezione di questa assemblea regionale, ma sono il frutto dei costanti incontri che, fin dalle primarie, il presidente Mario Oliverio ha avuto e continua ad avere con i calabresi, le forze sociali, sindacali e produttive, l’associazionismo, il mondo accademico. Ci siamo messi al volante di una macchina ferma ed arrugginita, con l’obiettivo di rimetterla in moto e percorrere la strada del cambiamento. Pensavamo bastasse allacciare le cinture, girare la chiave e imboccare la strada della trasparenza, della condivisione e della tutela dei diritti, attraverso una guida sicura e competente, invece ci siamo ritrovati a dover mettere mano al motore, a dover cambiare le ruote, ripulire ed aprire i vetri che non permettevano alla gente di guardare dentro, abbiamo addirittura sostituito la carrozzeria ed i freni ormai diventati logori, quasi inesistenti, anche il serbatoio era completamente vuoto ed il carburante a disposizione incompatibile con le richieste dei territori.

Se avessimo ripreso da quel che abbiamo trovato, avremmo corso il concreto rischio di ingolfare inesorabilmente il futuro di ogni calabrese. Studiare le criticità, individuare le priorità d’intervento, mettere da parte le risorse e procedere con il lavoro era l’unica possibile scelta per permettere a quella macchina di ripartire in maniera definitiva e di percorrere una lunga strada. Questo abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Adesso abbiamo davanti una sfida, quella di una seconda fase fatta di monitoraggio e completamento dei lavori e, quindi, della spesa delle risorse. Sarà la fase della prosecuzione di un percorso concreto di cambiamento, un cambiamento netto e radicale che esporremo in ogni comprensorio di questa regione, affinché tutti possano unirsi a questo cammino comune.

Una visione che contiene chiare indicazioni: innanzitutto la certezza che la burocrazia, i poteri criminali, la massoneria non metteranno le mani su uno solo degli euro destinati ai calabresi e poi la garanzia che la concreta presenza del Governo centrale, mai cosi massiccia in Calabria da quando esiste il regionalismo, rappresenta un serio impegno nel merito dei problemi di competenza dello Stato centrale. Rattrista qualche reazione scomposta e nervosa, al di fuori del Consiglio regionale, tipica di alcuni ceti politici abituati a contrattazioni personali, e non a sfide per il bene comune, che mal digeriscono questa diversa concezione della politica e delle istituzioni. Siamo certi che se ne faranno una ragione perché nessuno ha intenzione di fare marcia indietro! Certamente siamo aperti ad ogni contributo, anche costruttivamente critico, che anzi sollecitiamo, ma siamo indisponibili e sordi alle contrattazioni ed ai particolarismi che hanno caratterizzato la storia della Calabria, fino a soffocarla e consegnarcela nelle peggiori condizioni. Questa regione sta cambiando e migliorando, il suo nuovo volto è stato tracciato in questi giorni, in occasione di Cantiere Calabria, ed ha i tratti della trasparenza, della legalità, della speranza e della competenza. Noi la vogliamo così.

DOMENICO BEVACQUA

Un programma ed una visione, questo è quanto i seminari di Cantiere Calabria hanno presentato nei tre giorni appena conclusi. Un programma ed una visione che non nascono certo oggi, a due anni e mezzo circa dalla elezione di questa assemblea regionale, ma sono il frutto dei costanti incontri che, fin dalle primarie, il presidente Mario Oliverio ha avuto e continua ad avere con i calabresi, le forze sociali, sindacali e produttive, l’associazionismo, il mondo accademico. Ci siamo messi al volante di una macchina ferma ed arrugginita, con l’obiettivo di rimetterla in moto e percorrere la strada del cambiamento. Pensavamo bastasse allacciare le cinture, girare la chiave e imboccare la strada della trasparenza, della condivisione e della tutela dei diritti, attraverso una guida sicura e competente, invece ci siamo ritrovati a dover mettere mano al motore, a dover cambiare le ruote, ripulire ed aprire i vetri che non permettevano alla gente di guardare dentro, abbiamo addirittura sostituito la carrozzeria ed i freni ormai diventati logori, quasi inesistenti, anche il serbatoio era completamente vuoto ed il carburante a disposizione incompatibile con le richieste dei territori.

Se avessimo ripreso da quel che abbiamo trovato, avremmo corso il concreto rischio di ingolfare inesorabilmente il futuro di ogni calabrese. Studiare le criticità, individuare le priorità d’intervento, mettere da parte le risorse e procedere con il lavoro era l’unica possibile scelta per permettere a quella macchina di ripartire in maniera definitiva e di percorrere una lunga strada. Questo abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Adesso abbiamo davanti una sfida, quella di una seconda fase fatta di monitoraggio e completamento dei lavori e, quindi, della spesa delle risorse. Sarà la fase della prosecuzione di un percorso concreto di cambiamento, un cambiamento netto e radicale che esporremo in ogni comprensorio di questa regione, affinché tutti possano unirsi a questo cammino comune.

Una visione che contiene chiare indicazioni: innanzitutto la certezza che la burocrazia, i poteri criminali, la massoneria non metteranno le mani su uno solo degli euro destinati ai calabresi e poi la garanzia che la concreta presenza del Governo centrale, mai cosi massiccia in Calabria da quando esiste il regionalismo, rappresenta un serio impegno nel merito dei problemi di competenza dello Stato centrale. Rattrista qualche reazione scomposta e nervosa, al di fuori del Consiglio regionale, tipica di alcuni ceti politici abituati a contrattazioni personali, e non a sfide per il bene comune, che mal digeriscono questa diversa concezione della politica e delle istituzioni. Siamo certi che se ne faranno una ragione perché nessuno ha intenzione di fare marcia indietro! Certamente siamo aperti ad ogni contributo, anche costruttivamente critico, che anzi sollecitiamo, ma siamo indisponibili e sordi alle contrattazioni ed ai particolarismi che hanno caratterizzato la storia della Calabria, fino a soffocarla e consegnarcela nelle peggiori condizioni. Questa regione sta cambiando e migliorando, il suo nuovo volto è stato tracciato in questi giorni, in occasione di Cantiere Calabria, ed ha i tratti della trasparenza, della legalità, della speranza e della competenza. Noi la vogliamo così.