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Cancro e borotalco, condannata azienda Johnson & Johnson

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Con un nuovo verdetto un tribunale dello stato Usa del Missouri ha ordinato alla multinazionale americana Johnson & Johnson (J&J) di pagare 110 milioni di dollari ad una malata di cancro secondo cui la grave malattia è stata provocata dall’uso prolungato del talco. La donna della Virginia, Lois Slemp, è colpita da tumore ovarico diffuso al fegato e lo sviluppo del cancro – secondo la corte di giustizia che ha dato ragione alla malata – è legato all’uso per anni del talco ed altri prodotti per l’igiene intima venduti appunto dalla J&J. Secondo i media Usa, la nuova sentenza è la più pesante emessa contro l’azienda, che è oggetto di ben 2.400 cause pendenti che l’accusano di non aver messo in guardia contro i rischi di cancro legati all’uso dei suoi prodotti, in particolare la sua ‘baby powder’.

Precedentemente, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, sempre di fronte al tribunale di St. Louis in Missouri, l’azienda fu condannata in tre diverse cause a pagare un totale 197 milioni di dollari. La Johnson & Johnson, pur affermando di avere simpatia per la donna, ha annunciato che presenterà un appello: “Continueremo a difendere la sicurezza della nostra Baby Powder”, dice una nota. L’ultima sentenza condanna sia la J&J che la ‘Imerys Talc’, azienda che fornisce talco: la J&J, giudicata responsabile per il 99% dei danni causati, dovrà pagare un totale di 110,4 milioni di dollari alla donna.

Mentre la responsabilità della Imerys ammonta solo all’1% e l’azienda dovrà risarcire 50.000 dollari. Da anni al centro di polemiche da parte dei consumatori per l’utilizzo ad esempio di diossano e formaldeide, considerati come elementi probabilmente cancerogeni per l’uomo, la Johnson&Johnson si è impegnata ad eliminare dai suoi prodotti ogni tipo di sostanza considerata pericolosa. Rimane però sul banco degli imputati l’uso costante del talco, minerale naturale composto di magnesio, silicio, ossigeno e idrogeno.