Camini modello di accoglienza e sviluppo Volontari da tutto il mondo nella cittadina ionica per condividere la magia dell’integrazione
Accoglienza, integrazione reale, sviluppo: così lo SPRAR di Camini (RC) diviene modello di studio a livello internazionale. Dal marzo scorso a oggi, nella cittadina ionica, si sono alternati gruppi per un totale di 50 volontari provenienti da ogni parte del mondo, 30 solo tra luglio e agosto, 7 sono appena arrivati e fino a dicembre sono previsti arrivi con ritmo costante: è il progetto di volontariato nato dall’incontro tra Projects Abroad, organizzazione con sede in Inghilterra, 25 anni di volontariato internazionale, ed Eurocoop “Jungi Mundu” di Camini.
Studenti, neo-laureati, giovani professionisti si ritrovano a Camini, giungendo da diversi luoghi d’Europa, Africa e America, per un’esperienza umanitaria e di studio che vede al centro il sistema di accoglienza e di integrazione per rifugiati e richiedenti asilo realizzato con successo dalla Eurocoop, presieduta da Rosario Zurzolo, che gestisce anche lo SPRAR di Sant’Ilario dello Ionio e Ferruzzano.
«L’intesa con Project Abroad conferma in pieno la mia idea di accoglienza a trecentosessanta gradi, ovvero, l’esperienza umanitaria che si coniuga perfettamente con la rivalutazione del territorio – dichiara Zurzolo ⎼. Gente che arriva da ogni dove per dedicare tempo, energie e sostegno ai migranti, ai rifugiati, ai richiedenti asilo, nel delicatissimo processo di integrazione sociale, e nel contempo ha occasione di conoscere e apprezzare l’esempio positivo di una meravigliosa terra, troppo spesso identificata solo ed esclusivamente con stereotipi largamente condivisi».
A oggi Camini è l’unica sede italiana per svolgere attività di volontariato tramite Projects Abroad ed è coordinata da Katya Bonetti e Miriam Muriale. Spagnoli, francesi, inglesi, canadesi, ma anche volontari da Giappone, Cina, Congo, Australia: da ogni angolo del mondo fino a Camini per vivere da vicino la ricchezza dello scambio umano e culturale tra i popoli. Volontari, rifugiati e popolazione locale si trovano così a interagire in diverse attività di impegno sociale e in generale utili alle finalità di integrazione: baby parking, lavoro in orti e giardini, sistemazione di case abbandonate che sono destinate alle famiglie ospiti, corsi di inglese per adulti e bambini, scuola calcio, laboratori creativi per la realizzazione di lavori artigianali con pasta di sale, lana, e materiali di riciclo. Ma anche incontri sulla salute e la prevenzione, organizzati da qualificati volontari del settore medico.
«Questo percorso umanitario di cui sono parte attiva, a stretto contatto con tante e diverse culture, con importanti, visibili e positive ricadute sulle persone e sul territorio, rappresenta una grande opportunità di crescita per tutti noi» dice Katya Bonetti.
Ad agosto, sempre nell’ambito del progetto, si è tenuto l’“International Youth Day 2017” sul tema “I giovani, costruttori di pace”: momenti di approfondimento, workshop ed eventi pubblici hanno caratterizzato il meeting che ha visto la partecipazione di Anna Lodeserto, esperta di politiche giovanili e relazioni internazionali, e Savina Moniaci, ambasciatrice EPALE Italia per la Calabria.