Callipo ha rifiutato (per una questione di coscienza) 18.000 euro, chi lo seguirà tra i baldi consiglieri regionali? Il 26 gennaio è stato rinnovato il consiglio regionale con il 57% dei calabresi che non sono andati a votare. Da due mesi ancora non è stato fatto un consiglio regionale. Ci sarebbero altri 26 consiglieri regionali i quali potrebbero “per una questione di coscienza” fare lo stesso
La proposta l’aveva lanciata Pippo Callipo, l’aspirante governatore della Calabria uscito sconfitto alle ultime regionali dove a vincere è stata Jole Santelli. Quello di cedere una quota del mandato da consigliere regionale alle strutture sanitarie di 6.000 euro. Silenzio assoluto (e mica sono scemi?). Gli unici ad aver aderito furono i soli consiglieri di “Io resto in Calabria” lo stesso gruppo di Pippo Callipo (capogruppo), Anastasi, Di Natale e Pitaro, poi il leghista Molinaro ai quali si sono poi aggiunti i senatori Mangialavori e Siclari e infine il deputato Cannizzaro (quest’ultimo ha ceduto la quota ai nosocomi del reggino).
Nessuno è si è fatto vivo tranne che con comunicati stampa che intasano le redazione del “Dobbiamo fare…bla..bla..bla..”, “Occorre che..bla…bla…bla” e via discorrendo, giustissimo è l’attività politica che lo richiede, ma la stessa potrebbe fare altro di più “sostanzioso”.
Mancano all’appello salvo imprevisti dell’ultima ora, altri 26 consigliere regionali che se donassero la loro quota di esercizio di mandato farebbero cosa buona e giusta e magari, diciamo, magari ne uscirebbero con una grande immagine di dignità altruistica in un momento così terribile quale tutta l’Italia sta attraversando, ma, considerando che, la Calabria è un fanalino di coda nella sanità, così come più volte ribadito non solo dagli esperti ma anche dalla governatrice Santelli, ovvero l’impossibilità di far fronte, qualora dovesse accadere, quella terribile “apocalisse” che sta mettendo in ginocchio la Lombardia, famosa per l’efficienza sanitaria. Le orecchie da mercante sono gli unici “Dispositivi di protezione individuale” utilizzati dagli altri consiglieri regionali che nella proposta seppur provocatoria (ma fattiva), di Pippo Callipo.
Lo stesso imprenditore e ora capogruppo in consiglio regionale, proprio ieri ha scritto nella sua pagina social che “Il 28 marzo ci arriveranno i compensi relativi a metà del mese di febbraio e all’intero mese di marzo. Circa 18.000,00 (diciottomila) euro di cui circa il 50% esentasse perché relativi al rimborso spese di esercizio del mandato”, non avendo fatto nulla perché dal giorno delle elezioni del 26 gennaio il consiglio regionale non si è riunito una sola volta, “non riesco, in coscienza, a trattenere per me queste somme”. Appunto, è una questione di coscienza.
Stamani il collego di gruppo Marcello Anastasi ha devoluto i suoi compensi all’Ospedale di Polistena, mentre altri inviano solo note stampa, ma di soldi donati non si vede traccia.
Il grande G. B. Shaw disse che “Io sono dell’opinione che la mia vita appartenga alla comunità, e fintanto che vivo è un mio privilegio fare per essa tutto quello che mi è possibile”, appunto, gli altri 26 consiglieri regionali (Arruzzolo, Giannetta, Gallo, Paris, Irto, Neri, Morrone, Minasi ed altri), quali “privilegi” possibili hanno fatto, oltre a ricevere i voti, tra le altre cose, in un’elezione in cui il 57% dei calabresi non è andata a votare?
Il silenzio è importante, ma a volte quando c’è da fare del bene per la comunità, diventa imbarazzante specie se altri hanno deciso di privarsi di qualcosa per il bene della comunità, visto che in genere la politica dev’essere servizio. E oggi, uno dei servizi migliori per la comunità, vista la grave crisi economica e la questione della carenza di molti dispositivi di protezione come mascherine e altri presidi, mancano, sarebbe opportuno rendere utile ciò che di utile chiede la coscienza. E visto che da quando si è stati eletti, circa due mesi fa, non sappiamo nulla dei nostri amministratori regionali. Visto che osservando invece i vari Burc della Regione Calabria i collaboratori vengono nominati nelle varie strutture, ad oggi se ne contano circa una quarantina. Anche stando in quarantena, nascosti e in silenzio, non sia mai o altro ancora, donare (insieme) si può. Fatelo! Sempre per una “questione di coscienza”.