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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Calabria Etica, protocolli d’intesa con i comuni dell’area grecanica I temi del Progetto pilota: lavoro, politiche della famiglia, formazione professionale, cooperazione e volontariato

Calabria Etica, protocolli d’intesa con i comuni dell’area grecanica I temi del Progetto pilota: lavoro, politiche della famiglia, formazione professionale, cooperazione e volontariato
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CATANZARO – E’ stata siglata presso il Municipio di Palizzi la firma del protocollo d’intesa tra la Fondazione Calabria Etica, rappresentata dal Presidente Pasqualino Ruberto e i Sindaci dei dieci comuni della Area Greganica dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria. Erano presenti alla sottoscrizione il Presidente Pasqualino Ruberto, il Sindaco di Palizzi Arturo Walter Scerbo, cui va il plauso per aver fatto da trade union fra la responsabile del progetto dell’area reggina Rossella Delfino ed i colleghi Pietro Mangiola V. Sindaco di Bova, Vincenzo Rosario Crupi Sindaco di Bova Marina, Maria Romeo Sindaco di Ferruzzano, Francesco Moio Sindaco di Brancaleone, Antonio Domenico Principato Sindaco di Staiti, Agostino Zavettieri Sindaco di Roghudi, Salvatore Mafrici Sindaco di Condofuri e Santo Monorchio Sindaco di Bagaladi. La Fondazione Calabria Etica, è stata individuata quale soggetto attuatore del Progetto Pilota Regionale “Misure di contrasto al fenomeno della segregazione sociale in area urbana”, inquadrato nell’ambito del POR Calabria FES 2007/2013 2 – Asse II Occupabilità – Obiettivo Specifico D,E,F – Ob. Operativo D3, E4, F1, F3 – Piano Ordinario Convergenza (POC) Calabria, di competenza del Dipartimento 10 Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione professionale, Cooperazione e Volontariato, progetto pilota approvato con D.D.G. n.13965 del 09/10/2013. Il citato Progetto nasce dalla consapevolezza che le nuove condizioni di frammentazione e di crescente complessità della città contemporanea, portano a situazioni più o meno patologiche di incertezza, scarsa trasparenza, inadeguatezza – sia dal punto di vista del sistema nel suo complesso sia da parte dei singoli attori – che rendono meno agevole la mobilità spaziale degli utenti, che allungano i tempi di accesso-fruizione dei servizi, che generano nuove forme di esclusione…”, in particolare di esclusione sociale.L’intervento di contrasto alla segregazione sociale avviene anche attraverso la creazione di reti istituzionali di supporto e persegue i seguenti obiettivi: sostegno, attraverso opportuni strumenti, alle donne per integrare tempi vita-lavoro, a tal fine risulta indispensabile creare una rete di centri e punti di ascolto, nelle città campione i primi, per tutta l’area provinciale, i secondi; realizzazione di una rete di centri di ascolto di quartiere, che funzionino anche come antenne territoriali e di orientamento della domanda sociale nelle aree urbane oggetto del progetto, con particolare riferimento ai segmenti urbani più svantaggiati; costruzione del processo di integrazione tra le politiche del lavoro e le politiche sociali; identificazione delle antenne territoriali in qualità di presidi di legalità e di educazione all’esercizio dei diritti; rafforzamento dell’integrazione tra i soggetti che operano nel sistema dei servizi per l’impiego, dei punti unici di accesso ed i soggetti attivi a livello locale, tramite l’integrazione tra le attività progettuali e le attività istituzionali dei centri per l’impiego; realizzazione di sistemi informativi appropriati all’analisi della domanda sociale e dell’inclusione socio lavorativa; implementazione e realizzazione della Rete regionale dei Centri per l’Occupabilità Femminile nell’ambito dei Centri per l’Impiego e di una rete di sportelli di pari opportunità nelle aree rurali e urbane svantaggiate; integrazione tra le banche dati, costruite ad hoc per il progetto e i sistemi informativi sociali (s.i.n.a. e s.i.n.s.e) favorire iniziative di sensibilizzazione per il coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese. contrastare l’isolamento, l’emarginazione sociale dell’individuo e dei nuclei familiari; sostenere e promuovere i processi di socializzazione e di integrazione con tutto il territorio urbano; favorire il sistema di regole e la cultura della legalità; ricostruire l’intero sistema relazionale attraverso “l’avvicinamento” alla rete dei servizi, per ridare fiducia per i cittadini al servizio pubblico; favorire percorsi integrati per l’accesso alla formazione professionale e per l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate. – Il Progetto Pilota Regionale di contrasto alla segregazione sociale è rivolto a tutte le fasce della popolazione a rischio di segregazione sociale – lavoratori svantaggiati, donne, anziani, popolazione immigrata, nomadi, persone appartenenti a minoranze etniche, donne vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica e/o di costrizione economica, persone diversamente abili; gruppi a rischio di esclusione sociale e in condizioni di povertà relativa; giovani e studenti fuori dai percorsi di istruzione e formazione iniziale; detenuti/e ed ex detenuti/e, persone soggette a misura penale esterna o in semilibertà; soggetti affetti da dipendenze e quanti altri a rischio di segregazione sociale – nonché a tutti i soggetti che operano in collaborazione nel sistema dei servizi per l’impiego ed i soggetti attivi a livello locale (Partenariato socio economico, Istituzioni, Organismi non profit, Organismi di Parità) al fine di creare una rete efficiente sul tema; il progetto proposto è concepito sotto forma di sistema di rete territoriale su tutto il territorio regionale, in grado sia di analizzare ed approfondire il fenomeno della segregazione sociale nei contesti locali, sia, coerentemente con la metodologia della ricerca-azione, di interagire con gli stessi contesti e con la rete degli attori che vi operano, in particolare Centri per l’impiego e Rete delle pari opportunità, in modo da progettare e sperimentare azioni discusse e condivise con gli stessi attori, del pubblico e del privato sociale.