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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Bevacqua accanto ai “No Triv”: “Per la Calabria fonti alternative” "Trivellare i nostri mari significa definitivamente accantonare il progetto di sviluppo turistico e ambientale legato alle peculiarità del nostro territorio e significa anche arrendersi definitivamente all’atteggiamento predatorio che ha caratterizzato l’approccio alla nostra Calabria"

Bevacqua accanto ai “No Triv”: “Per la Calabria fonti alternative” "Trivellare i nostri mari significa definitivamente accantonare il progetto di sviluppo turistico e ambientale legato alle peculiarità del nostro territorio e significa anche arrendersi definitivamente all’atteggiamento predatorio che ha caratterizzato l’approccio alla nostra Calabria"
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“Condivido le preoccupazioni dei Sindaci della fascia jonica e dei comitato “No Triv” che oggi scenderanno in piazza per manifestare contro la liberalizzazione delle trivellazioni nel mare calabrese”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale del Pd, Mimmo Bevacqua commentando l’iniziativa in programma oggi a Corigliano Calabro, dichiarandosi al fianco dei comitati e degli amministratori “perché – ha detto – non è sicuramente il tipo di sviluppo che auspichiamo per la nostra regione”.

“Trivellare i nostri mari – ha aggiunto Bevacqua – significa definitivamente accantonare il progetto di sviluppo turistico e ambientale legato alle peculiarità del nostro territorio e significa anche arrendersi definitivamente all’atteggiamento predatorio che ha caratterizzato, in una storia recente e passata, l’approccio alla nostra Calabria, da parte di multinazionali, imprenditori-predatori e anche, lo dobbiamo ammettere, un certo Stato”

“La febbre del petrolio – ha proseguito l’esponente regionale –   non è neanche la risposta più esaustiva alla domanda di energia. La Calabria, ritengo abbia, invece, le condizioni ottimali per essere una regione solarizzata e un territorio dove, meglio che altrove, posso insediarsi parchi energetici da fonti alternative”.

“Accanirsi nella ricerca forsennata – ha concluso Bevacqua – di giacimenti, di cui  allo stato nessuno è in grado di  assicurarne l’esistenza, significa infliggere a questo territorio altre profonde ferite, che andrebbero a ingrossare l’elenco di quelle, recenti e remote, che restano nella nostra regione, quasi a costellare una storia di “occupazione territoriale” governata da logiche economiche delle quali abbiamo subito solo ed esclusivamente gli effetti negativi. Ecco,  per una volta vorremmo capovolgere la prospettiva e appropriarci noi di uno sviluppo che privilegi un approccio sostenibile e attinga alle fonti alternative, riattivando o riconvertendo impianti dismessi. La Calabria può essere progetto pilota nel declinare un Piano energetico che attinga alle fonti alternative al petrolio e al carbone; sole, vento, acqua”.