Berlusconi oggi a Tunisi. In nottata un altro sbarco
redazione | Il 04, Apr 2011
Presto un vertice sull’immigrazione con Sarkozy. A Napoli attraccata la ‘San Marco’ con i migranti
Berlusconi oggi a Tunisi. In nottata un altro sbarco
Presto un vertice sull’immigrazione con Sarkozy. A Napoli attraccata la ‘San Marco’ con i migranti
(ANSA) MANDURIA (TARANTO) – Poco più di un centinaio di immigrati tunisini ospitati nella tendopoli di Manduria hanno trascorso e dormito tutta la notte all’aperto per protesta per i ritardi nell’ottenimento di un eventuale permesso di soggiorno temporaneo e chiedendo asilo. La protesta era iniziata ieri sera e inutili erano risultati i tentativi di trattativa per convincere gli immigrati a tornare nelle tende portati avanti dal questore di Taranto, Enzo Mangini, ed alcuni mediatori culturali. Solo una parte degli immigrati poco prima dell’alba ha fatto ritorno nella tendopoli. Tutto si è svolto pacificamente sotto il controllo delle forze dell’ordine.
BARCA CON 210 A LAMPEDUSA, SETTE A PANTELLERIA – Un altro sbarco si è verificato la scorsa notte poco dopo le 2 a Lampedusa: una motovedetta della guardia costiera ha condotto in porto 210 migranti e altri sette sono stati intercettati dalla guardia costiera al largo di Pantelleria. In nottata erano partite le due navi La Superba e la Clodia con 1.344 migranti, lasciando nell’isola poco meno di 1.000 extracomunitari. Un aereo pattugliatore della capitaneria si è da poco sollevato in volo per perlustrare il Canale di Sicilia, e si spingerà fino a circa 80 miglia. Le condizioni del mare sono perfette per la navigazione e non è escluso che anche oggi possano verificarsi altri sbarchi. Con le stesse condizioni meteo ieri, infatti, sono arrivati a Lampedusa circa dieci imbarcazioni con oltre 600 migranti.
A CATANIA NAVE EXCELSIOR, SBARCATI 500 MIGRANTI – E’ arrivata nel porto di Catania la nave Excelsior, la nave salpata ieri da Lampedusa con a bordo 1.731 migranti. Circa 500 gli extracomunitari che saranno trasferiti nel centro di accoglienza di Caltanissetta con degli autobus. Gli altri migranti che resteranno sulla nave saranno successivamente trasferiti a Trapani e a Napoli. A NAPOLI LA ‘SAN MARCO’ CON PROFUGHI LAMPEDUSA – La nave da sbarco ‘San Marco’ della Marina Militare italiana, con a bordo i profughi nordafricani prelevati nella notte di sabato scorso a Lampedusa, è attraccata nel porto di Napoli. Ultimate le operazioni di ormeggio, inizierà il trasferimento dei 471 profughi – tra i quali non figurerebbero minori – che, su una dozzina di pullman, raggiungeranno la tendopoli allestita nella caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Ad attendere i profughi, sul molo 44, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto e numerose ambulanze della Croce Rossa Italiana. Il personale della Cri accoglierà gli immigrati per dare loro una prima assistenza prima del trasferimento a bordo dei bus che li porteranno nel Casertano. Sono proseguiti anche ieri da Lampedusa i trasferimenti dei migranti per altre aree del paese e a fine giornata erano meno di mille presenze sull’isola. Seicento di questi sono arrivati in giornata. La contabilita’ dei trasferimenti parla di oltre 3.600 migranti portati via in meno di 24 ore. Nell’isola la contabilita’ e’ una partita doppia, partenze e arrivi. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva detto che ”la situazione resta difficile” e alla vigilia del viaggio a Tunisi, dove cerchera’ di chiudere un accordo con le autorita’ del Paese nordafricano, aveva anche spiegato che ”l’opposizione e’ interessata ai profughi ma per attaccarci”. Intanto, nell’isola la disputa non ha nulla di politico: e’ una battaglia tra chi non vede l’ora di partire e chi deve organizzare i trasferimenti. Ieri, quando la tensione vissuta nei giorni scorsi sembrava placata, i 36 minori ricoverati in un locale della parrocchia hanno dato fuoco alla struttura, bruciando materassi, frantumando i vetri delle finestre e scardinando porte. Il locale ha subito danni considerevoli, qualcuno dei ragazzi si e’ fatto male: uno, per protesta, si e’ ferito con un pezzo di vetro, procurandosi tagli al torace e al braccio. La tensione e’ salita quando 70 minori (su 361) hanno lasciato l’isola con un traghetto di linea: il caso ha premiato alcuni ma ne ha puniti altri, rimasti qui ad aspettare in un ricovero di fortuna, privo di docce e di qualunque confort. Al molo commerciale, nei giorni scorsi teatro di tafferugli, la situazione e’ tornata alla calma: la poca folla ha fatto risaltare ancor piu’ la devastazione di quel luogo, tra la banchina e la ”collina della vergogna”, dove sacchetti di plastica e cartacce finiscono contro le improvvisate tende, spinti da una leggera brezza. Qualcuno dei migranti prova la via piu’ rapida per andare via, nascondendosi tra la motrice e il cassone di un Tir in procinto di imbarcarsi sul traghetto di linea. Ma il tentativo fallisce, come quello di altri extracomunitari che si avvicinano minacciosi al portellone della nave e sono ricacciati indietro dalla forze dell’ordine.
MANDURIA: NUOVA FUGA, SALE TENSIONE Due fughe in due giorni, sempre per dimostrare che il desiderio di liberta’ e’ troppo grande e non si puo’ rinviare a lungo di esaudirlo. Alla tendopoli di Manduria ieri si e’ ripetuta la stessa scena di due giorni fa: una parte della recinzione che viene sfondata e a centinaia che fuggono invadendo l’area d’ingresso del campo e la strada provinciale che porta ad Oria (Brindisi). All’imbrunire dell’altro ieri erano stati in 900 a compiere il gesto, partendo dal Campo 2; ieri nel pomeriggio in 300 hanno buttato giu’ una parte della recinzione del Campo 1, danneggiando parzialmente anche quella dell’altro campo, e hanno fatto la stessa cosa. L’esito pero’ e’ stato diverso. Mentre l’altro ieri erano poi rientrati quasi tutti nella tendopoli, ieri sera sono emerse le prime rigidita’ tra gli immigrati, frutto anche del fatto che una parte di loro e’ ospitata nel campo gia’ da dieci giorni. Gruppi di tunisini sono tornati sui loro passi, ma circa 200 connazionali sono rimasti fuori. Il questore di Taranto, Enzo Mangini, ha cercato di intavolare una trattativa con gli immigrati, chiedendo che tornassero al campo e di nominare una mini-delegazione con la quale discutere dei problemi della tendopoli, in attesa che a giorni possa arrivare un provvedimento che li tolga dalla clandestinita’. Trattativa fallita, e a questo punto un centinaio di immigrati, dopo una riunione, ha preso posizione nel terreno di fronte all’ingresso dell’area della tendopoli.
BERLUSCONI, A TUNISI PER STOP ESODO. MA LI’ GOVERNO DEBOLE L’obiettivo e’ quello di porre fine all’esodo dalla Tunisi e, possibilmente, giungere ad un’intesa per il rimpatrio del maggior numero di migranti. Ma la missione che domani vedra’ impegnato Silvio Berlusconi a Tunisi, nella prima visita del dopo Ben Ali, appare in salita. Come traspare dalle stesse parole del presidente del Consiglio. ”Andro’ a Tunisi per vedere se questo governo, che certamente non e’ forte ne’ eletto dai cittadini, potra’ trovare il modo o avra’ una polizia capace di imporsi e di evitare che che ci siano nuove partenze”, ha detto il Cavaliere nel corso di un collegamento telefonico con Riva del Garda. Affermazioni che fanno capire come lui stesso abbia dei dubbi sulla reale capacita’ che il debole esecutivo provvisorio abbia modo di dar seguito agli impegni presi. E il botta e risposta di ieri sulla presenza di accordi formali fra Tunisia e Italia conferma questi sospetti. Anche per questo, l’offensiva diplomatica del Cavaliere muove su piu’ fronti, a cominciare da quello europeo. Nel corso di una telefonata con il presidente francese Nicolas Sarkozy, Italia e Francia hanno infatti deciso di tenere ”al piu’ presto” un vertice in cui oltre ai due leader saranno presenti i ministri degli Esteri, dell’Interno e dell’Economia. Un incontro importante, anche alla luce delle recenti frizioni fra Roma e Parigi sulla Libia, ma che sara’ dedicato soprattutto al tema dell’immigrazione, sul quale – dopo le aperture del premier Fillon – i due Paesi hanno registrato identita’ di vedute sulla necessita’ di investire l’Ue del problema. Il fronte degli sbarchi, al momento, e’ quello che preoccupa maggiormente il Cavaliere: ”A Lampedusa la situazione e’ difficile”, riconosce il premier che ricorda come gli sbarchi proseguano e come, nonostante l’inizio dell’evacuazione, sull’isola restino ancora 2500 migranti a causa delle condizioni del mare. Berlusconi, rivolgendosi ad una platea cattolica, ribadisce comunque che la solidarieta’ e’ un dovere: ”Cio’ che sta avvenendo ripropone la validita’ dei nostri valori: migranti arrivano in Italia spinti da un’ansia di liberta’ e giustizia. Le posizioni politiche si intrecciano con gli aspetti tecnici. Se Tunisi smentisce accordi scritti con Roma, il governo italiano ribadisce che la Tunisia ha disatteso dei patti ”molto chiari”, contenuti in uno scambio di note fra i rispettivi ministeri degli Esteri dopo la recente visita di Franco Frattini e Roberto Maroni. In sostanza, per l’Italia un accordo c’e’ gia’ e deve dunque essere applicato. In Particolare, la Tunisia dovrebbe sorvegliare le coste per evitare partenze illegali, peraltro vietate dalla legislazione tunisina. Nello stesso tempo il governo italiano punta a far rispettare l’impegno per il rimpatrio dei migranti. In cambio e’ pronto a offrire equipaggiamenti e mezzi per il controllo delle coste (del valore di 73 milioni di euro) oltre che aiuti economici (la cooperazione italiana ha gia’ impegnato 150 milioni). Ma il problema principale resta proprio quello dell’interlocutore. Il fronte diplomatico, pero’, non e’ l’unico aperto. Le distanze con la Lega Nord restano pericolosamente ampie. La presenza di Maroni in Tunisia, spiegano fonti della maggioranza, dovrebbe servire anche a ricomporre due visioni diverse: quella di Berlusconi che ritiene inverosimile che la Tunisia si riprenda tutti i migranti e punta per questo a soluzioni alternative (integrazione di parte di essi e permessi di soggiorno temporanei per smistarli negli altri paesi Ue) e il ministro dell’Interno che, per non scontentare la base, punta maggiormente sui rimpatri. Il pressing del Carroccio, tuttavia, prosegue: ”L’Italia deve puntare i piedi: i clandestini tornino a casa”, tuona il capogruppo Roberto Cota. ”La Tunisia fermi i clandestini o rompiamo i rapporti diplomatici”, gli fa eco il governatore veneto Luca Zaia. Dall’opposizione, intanto, le critiche non mancano: per il governo e’ una ”debacle” che rappresenta una ”vergogna” per l’Italia”, attaccano il Pd e l’Idv.