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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Beni per 200 mln confiscati ad un imprenditore di Lamezia Terme

Beni per 200 mln confiscati ad un imprenditore di Lamezia Terme

Redditi dichiarati sproporzionati rispetto al patrimonio. Salvatore Mazzei sarebbe vicino alle cosche della ‘ndrangheta lametine e vibonesi

Beni per 200 mln confiscati ad un imprenditore di Lamezia Terme

Redditi dichiarati sproporzionati rispetto al patrimonio. Salvatore Mazzei sarebbe vicino alle cosche della ‘ndrangheta lametine e vibonesi

 

 

(ANSA) – LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Beni per un valore di 200 milioni di euro sono stati confiscati a Lamezia Terme dai carabinieri del Noe e del Comando provinciale di Catanzaro all’imprenditore Salvatore Mazzei, di 56 anni. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Catanzaro che ha accolto la richiesta del Procuratore di Lamezia, Domenico Prestinenzi. Mazzei è ritenuto vicino alle cosche della ‘ndrangheta lametine e vibonesi. Il patrimonio dell’imprenditore sarebbe sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

Duecento ettari di terreno, 70 fabbricati, l’albergo Aer Hotel Phelipe di Lamezia Terme, 25 società nel settore del movimento terra, ed una cava in località San Sidero, sono tra i beni confiscati stamane dai carabinieri all’imprenditore Salvatore Mazzei. Le indagini nei confronti di Mazzei hanno avuto inizio dopo che i carabinieri del Noe individuarono, negli anni scorsi, una cava adibita alla lavorazione degli inerti di proprietà dell’imprenditore. I carabinieri hanno poi ricostruito il patrimonio dell’imprenditore. Mazzei è stato condannato nel maggio del 2011 a quattro anni di reclusione col rito abbreviato perché ritenuto responsabile, insieme ad un altro imprenditore, di estorsione nei confronti di aziende impegnate nei lavori di ammodernamento dell’ Autostrada Salerno-Reggio Calabria. Nell’occasione Mazzei è stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

BENI CONFISCATI PROVENTO TRUFFE APPALTI PUBBLICI. ALLA FINE ANNI ’90 AVVENNE SALTO QUALITA’ IMPRENDITORE MAZZEI

E’ attraverso le estorsioni, truffe e frodi negli appalti pubblici che l’imprenditore Salvatore Mazzei, 56 anni, di Lamezia Terme, è riuscito ad acquisire i beni confiscati stamane dai carabinieri del Noe e del Comando provinciale di Catanzaro. Secondo gli investigatori, inoltre, Mazzei era la “lunga mano della cosca Mancuso di Limbadi”. I particolari delle indagini che hanno portato alla confisca dei beni per 200 milioni di euro sono stati resi noti stamane nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, il comandante del Noe, cap. Gerardo Lardieri, ed il comandante del Reparto operativo provinciale di Catanzaro, ten.col. Giorgio Naselli. Il decreto di confisca è l’atto “conclusivo – ha detto Prestinenzi – delle indagini che hanno riguardato l’imprenditore Mazzei. E’ emersa una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati e quelli che realmente erano detenuti da Mazzei. A distanza di un anno dal sequestro preventivo ora siamo arrivati alla confisca di un patrimonio che vale 200 milioni di euro”. “Le nostre indagini – ha concluso – hanno avuto inizio proprio compiendo accertamenti sulla cava di Mazzei. Da qui siamo riusciti ad accertare che l’imprenditore prima era legato alla cosca Iannazzo di Lamezia Terme e poi a quella dei Mancuso di Limbadi. E tutto era per acquisire appalti pubblici nell’ambito dei quali compiva truffe e frodi”. Tra i beni confiscati ci sono duecento ettari di terreno, 70 fabbricati, l’albergo Aer Hotel Phelipe di Lamezia Terme, 25 società nel settore del movimento terra, una trentina di automezzi ed una cava. I beni sono riconducibili in prima persona a Mazzei e ad otto dei suoi più stretti familiari. Lardieri e Naselli hanno evidenziato che “si è trattato di un’intensa attività investigativa che oggi è giunta a compimento con la confisca dei beni”.