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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Basta Non Pensarci Le paturnie del BNP

Basta Non Pensarci Le paturnie del BNP
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di Natalia Gelonesi

Certo che sono proprio permalosi questi indicatori usati in cardiologia. Non fai in tempo a parlare della troponina che diventi subito bersaglio dell’ira violenta di un altro biomarcatore. Ho giusto ricevuto un messaggio, qualche giorno fa, da parte del BNP, che riporto testualmente:

“Gentile dottoressa, trovo molto scorretto dare uno spazio così eccessivo a una proteina che si è già accaparrata la ribalta da molto tempo, con mezzi discutibili. Mi è scaduta nel femminismo più becero, regalando ulteriore popolarità a chi ha fatto dell’arrivismo e della prevaricazione il suo modus vivendi”.

Oh. Calmi. Un attimo. Che già ho la posta intasata da messaggi di stalker psicopatici, manchi giusto tu, guarda. Ora suppongo che, per non urtare la suscettibilità nessuno, ve lo debba presentare. Ecco, lui è il BNP ovvero il peptide natriuretico atriale: un ormone che viene secreto dalle cellule cardiache in risposta ad uno stress emodinamico, ad esempio dilatazione e aumento di tensione delle pareti del cuore. Poiché queste condizioni si verificano nell’insufficienza cardiaca (scompenso), il BNP viene, nella pratica clinica, comunemente utilizzato per diagnosticare lo scompenso stesso o stratificare i pazienti più a rischio. Se non si conoscono i retroscena del suo rapporto con la troponina si può rimanere basiti di fronte a cotanta acredine.

Tropo e BNP sono amici. Molto amici. Possiamo dirlo tanto siamo tutti grandi: il BNP è il fuckbuddy della Troponina.
Eh sì, lo sappiamo tutti che ormai il termine “fidanzamento” è desueto. Ora ci si “frequenta”. E i nostri due amici – la proteina e il peptide – si frequentano senza impegno. Vanno al salotto letterario dello scompenso, poi fanno un salto all’apericena della BPCO e il sabato sera a ballare salsa con l’insufficienza renale. Però poi ognuno a casa sua. Che se-no-mi-sento-soffocare-e-non-faccio-progetti-a-lungo-termine. Comunque non si nascondono. Si fanno vedere sempre insieme. Dove c’è lui c’è lei e dove c’è lei c’è lui. Svettano orgogliosi su fogli freschi di stampa, ora più avanti uno, ora più avanti l’altra. Ma con un comune dominatore che li lega: come la troponina, anche il BNP è usato come strumento di ricatto e arma di distruzione di massa per i poveri cardiologi di periferia.

Per inciso, ogni volta che uso il termine “cardiologo di periferia”, mi sento la “Ragazza di campagna” di Baglioni (che guarda in giù per vedere se la sua troponina è un po’ più su). Ma tornando a lui, all’infingardo peptide, è un po’ l’asso nella manica dei medici di PS. Solo che sta in un mazzo di carte con venti assi. Perché 8 volte su 10 lui c’è. Come il buon Paolini dietro lo sventurato giornalista di turno, lui è sempre pronto a spuntare fuori dal cilindro. Bene: abbiamo escluso la pancreatite, abbiamo escluso l’infarto, abbiamo escluso la polmonite e ora? Mica lo possiamo mandare a casa. “C’è il BNP!!!”. E solitamente, la telefonata che ti annuncia la lieta novella viene preceduta dalla voce di Vasco che canta “Ci fosse solo un’altra possibilità giocala giocala giocala”.

L’ultima possibilità è sempre lui. “Non lo posso mandare a casa con questo BNP”. Perché? É così carino: non mangia e non sporca. Un Tamagotchi praticamente. No, non si può. “Te lo devi prendere tu.” Io ho già due gatti in casa, per la verità, ma se proprio devo me lo prendo. In realtà, anche il BNP, come un’altra spina nel fianco, ovvero il D-dimero, è molto forte per il suo valore predittivo negativo nella diagnosi differenziale della dispnea, ma un po’ meno forte per il valore predittivo positivo. E che vuoi dire? Che se viene un paziente con la dispnea e, per intercessione del santo del giorno, troviamo il BNP negativo, vuol dire che il paziente non ha lo scompenso. E se invece lo troviamo alterato? Beh, lì sono problemi. Perché spessissimo l’insufficienza respiratoria e quella cardiaca sono due insiemi che si sovrappongono, perchè ci sono pazienti con valori di BNP cronicamente elevati e perchè il BNP risulta elevato in molte altre condizioni: oltre che nelle patologie respiratorie anche nell’embolia polmonare, nell’insufficienza renale, nell’ischemia, nelle malattie infiammatorie croniche, nella cirrosi, nello shock settico, nell’emorragia subaracnoidea. Le nuove line guida ESC (Società Europea di Cardiologia) 2016 per la gestione dello scompenso cardiaco lo specificano bene: l’uso del BNP è raccomandato per il “ruling-out”, quindi per l’esclusione, ma non per fare diagnosi.

Comunque, facciamo che siamo cardiologi che non ce la tiriamo e che non sappiamo dire di no e alla fine, mossi da caritatevole spirito cristiano (“Lasciate che BNP e troponine vengano a me”) accettiamo il ricovero. E quindi che facciamo? Lo mettiamo nella stanza con la troponina? No, meglio di no. Allora ecco che, dovendoci pur fare qualcosa, lo utilizziamo come “guida” della nostra condotta terapeutica. Mentre schiacciamo sull’acceleratore del diuretico il BNP ci dice “Ecco bravi state andando bene” oppure “Dovreste insistere di più”. Ma anche qui la storia è un po’ controversa e non si è trovato ancora un oracolo della verità perchè, a fronte di una tendenza iniziale che riconosceva al BNP la funzione di stella cometa nell’indirizzare la terapia, studi più recenti hanno dimostrato risultati uguali anche nei gruppi di pazienti gestiti facendo riferimento esclusivamente alla vecchia e cara clinica.

Il Documento di consenso “Raccomandazioni sull’Impiego Clinico dei Peptidi Natriuretici Cardiaci” (Edmin et al, 2005) chiarisce il punto nella raccomandazione n.8 : “Il dosaggio routinario di BNP o NT-proBNP non è indicato al fine di assumere decisioni terapeutiche in pazienti con scompenso cardiaco acuto o cronico”. E in effetti, senza scomodare luminari ed accademici, quante volte il paziente sta bene, respira, ha le gambe sgonfie, l’abbiamo caricato di diuretici e asciugato come un’acciuga in salamoia, ma il BNP resta elevato? E noi non ce ne facciamo una ragione. E allora, rischiamo di essere vintage, se ci concentriamo solo sulla semeiotica o dimostriamo invece di possedere un po’ di buon senso, al di là di quello che ci dice il laboratorio? E poi, un’altra spinosa questione da dirimere. Il rapporto tra troponina e BNP. A me la troponina sta antipatica, lo sapete bene, però voglio fare appello all’ultimo briciolo di solidarietà femminile che mi è rimasto e metterla in guardia:
“Lascialo stare, ti farà soffrire”
“Ma se lo incontro in tutti i luoghi, in tutti i laghi e in tutti i pazienti, come faccio?”
“Tesoro, BNP: Basta Non Pensarci”.