Bando per disabili, il Pd contesta i commissari prefettizi
redazione | Il 08, Ago 2014
Melito Porto Salvo, il mancato coinvolgimento dei rappresentanti del terzo settore nell’elaborazione del bando ha causato delle evidenti incongruenze nello stesso. Innanzitutto nella mancata applicazione del DGR n.505 del 30/12/13 che introduce i “criteri per la disciplina dei sistemi di affidamento ai soggetti del terzo settore dei servizi di cura agli anziani non autosufficienti”
Bando per disabili, il Pd contesta i commissari prefettizi
Melito Porto Salvo, il,mancato coinvolgimento dei rappresentanti del terzo settore nell’elaborazione del bando ha causato delle evidenti incongruenze nello stesso. Innanzitutto nella mancata applicazione del DGR n.505 del 30/12/13 che introduce i “criteri per la disciplina dei sistemi di affidamento ai soggetti del terzo settore dei servizi di cura agli anziani non autosufficienti”
REGGIO CALABRIA – La federazione provinciale del Partito Democratico condivide le preoccupazioni che in questi giorni sono state manifestate dagli esponenti del Forum del Terzo Settore ed in particolare dal forum territoriale dell’area grecanica in merito al “bando di gara per l’ affidamento del servizio di assistenza domiciliare e inclusione sociale rivolta a disabili gravi, anziani e persone” indetto dalla commissione prefettizia insediata al comune di Melito Porto Salvo. Il mancato coinvolgimento dei rappresentanti del terzo settore nell’elaborazione del bando ha causato delle evidenti incongruenze nello stesso. Innanzitutto nella mancata applicazione del DGR n.505 del 30/12/13 che introduce i “criteri per la disciplina dei sistemi di affidamento ai soggetti del terzo settore dei servizi di cura agli anziani non autosufficienti”. Tale decreto istituisce il sistema dell’accreditamento per l’erogazione di questi servizi e risulta chiaro come, la commissione prefettizia, abbia violato la legislazione regionale essendo il bando postumo rispetto al decreto stesso. Per non parlare dell’enorme punteggio da attribuire al ribasso (40%) con il quale, di fatto, si abbassa la qualità del servizio con la conseguenza che ne vanno di mezzo tutti: le persone beneficiarie dell’assistenza domiciliare e gli operatori stessi. Gli utenti, in quanto è evidente che con un tale ribasso non si possano mantenere elevati standard di qualità del servizio i quali verrebbero erogati da personale non qualificato e gli operatori perché sarebbero costretti ad accettare condizioni contrattuali ridicole, con un conseguente aumento delle ore di lavoro e di riduzione dello stipendio. Come se non bastasse, il rapporto tra importo a base d’asta e durata del servizio genera una violazione dei minimi tabellari fissati dal Ministero del Lavoro per i relativi livelli contrattuali. Quello che ci pare di capire, quindi, è che al Comune di Melito Porto Salvo non interessi la qualità del servizio da erogare quanto, piuttosto, che costi poco. E’ bene ricordare, allora, che si ha a che fare con persone, non con numeri da far quadrare. Ci troviamo dinnanzi a storie di vita, sofferenze spesso sconosciute, a sguardi riconoscenti per l’attenzione rivoltagli, a diritti che non possono essere sacrificati sull’altare del risparmio. A conti fatti, chiunque si aggiudicasse questo bando, andrebbe a svolgere 4 ore mensili di assistenza domiciliare (un’ora a settimana) a fronte delle 12 ore mensili imposte dal capitolato del bando stesso, e qui l’ennesima incongruenza.