Bancarotta fraudolenta e omissioni all’Atam di Reggio, indagato l’assessore regionale Demetrio Arena
redazione | Il 04, Apr 2014
La Procura contesta ad Arena, allora amministratore della società per il trasporto pubblico, poste in bilancio assolutamente false oltre al mancato versamento degli oneri contributivi per i dipendenti
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Bancarotta fraudolenta e omissioni all’Atam di Reggio, indagato l’assessore regionale Demetrio Arena
La Procura contesta ad Arena, allora amministratore della società per il trasporto pubblico, poste in bilancio assolutamente false oltre al mancato versamento degli oneri contributivi per i dipendenti
REGGIO CALABRIA – Bancarotta fraudolenta e omesso versamento degli oneri contributivi dei dipendenti. Sono questi i reati per i quali l’assessore regionale alle Attività produttive Demetrio Arena, è indagato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nella sua qualità di ex amministratore dell’Atam, l’azienda di trasporto municipale reggina. Assieme a lui anche Vincenzo Filardo (ma solo per la bancarotta) che lo sostituì all’indomani dell’elezione di Arena a sindaco di Reggio Calabria.
Il fascicolo porta la firma di Stefano Musolino e Teodoro Catananti, i due pm che con il Procuratore Federico Cafiero de Raho nelle scorse settimane avevano chiesto il fallimento dell’Atam, sulla base di un’informativa della Guardia di Finanza che avrebbe appurato oltre ad un’imponente mole di debiti, anche una serie di falsi nel bilancio dell’azienda che formalmente è una società per azioni privata, ma che di fatto è interamente nella mani del Comune di Reggio Calabria che detiene l’intero pacchetto azionario.
Dal quadro che emergerebbe in diversi anni sarebbero state iscritte delle poste in Bilancio assolutamente false. In questo senso tra le voci in entrata troverebbe posto, ad esempio, un valore del parco macchine (gli autobus) assolutamente sproporzionato rispetto al reale stato dei mezzi alcuni dei quali di “età” superiore ai 15 anni.
Un’altra circostanza contestata sarebbe quella relativa ai reali crediti dell’azienda nei confronti della Regione Calabria, anche in questo caso di molto superiori a quanto realmente dovuto per il servizio di trasporto pubblico locale svolto sul territorio reggino.