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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Attentato Casapound: il Gip conferma il carcere per i tre catanzaresi

Attentato Casapound: il Gip conferma il carcere per i tre catanzaresi

Decade per loro però l’accusa di terrorismo. Ieri i giovani avevano chiesto scusa per il loro gesto

Attentato Casapound: il Gip conferma il carcere per i tre catanzaresi

Decade per loro però l’accusa di terrorismo. Ieri i giovani avevano chiesto scusa per il loro gesto

 

 

BOLOGNA – I giovani responsabili dell’ attentato incendiario alla sede bolognese di CasaPound, avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì, restano in carcere, ma decade per loro l’accusa di terrorismo. Lo ha deciso il Gip di Bologna Alberto Gamberini, convalidando l’arresto per i tre catanzaresi di 23, 25 e 26 anni.

Francesco De Medici, Alessandro Mancuso e Domenico Emanuele Platì rimangono accusati di fabbricazione e detenzione di congegno esplosivo o incendiario, lesioni personali aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Di quest’ultimo reato, che riguardava in un primo momento solo i primi due (in affitto nell’appartamento bolognese dove è stata trovata la marijuana), si è fatto carico pure Platì. Inizialmente i tre erano accusati anche di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi. “Chiaramente non siamo soddisfatti – dice l’avvocato Ennio Curcio, che assiste Platì, riferendo l’esito dell’udienza – comunque il fatto adesso prende una dimensione diversa”. Gli avvocati, Giuseppe Fonte e Caterina Salerno per De Medici e Mancuso, avevano chiesto la revoca della custodia cautelare e in subordine i domiciliari. Faranno ricorso al tribunale del Riesame.

Proprio ieri i tre giovani catanzaresi avevano risposto alle domande del giudice e chiesto scusa per il loro gesto. «Si sono scusati con quelli ai quali hanno creato disturbo», ha riferito l’avvocato Ennio Curcio che difende Emanuele Domenico Platì, responsabile dell’assalto con una bottiglia molotov alla sede del movimento di destra, insieme a Francesco De Medici e Alessandro Mancuso. La loro «è stata una bravata – ha ribadito il legale – un gesto inconsulto fatto da chi aveva bevuto troppo». «Hanno ammesso tutto quello che era palese», ha aggiunto l’avvocato Giuseppe Fonte che insieme a Caterina Salerno, madre di De Medici, difende gli altri due, spiegando anche che «diversamente da quanto sostiene la Procura, non c’è alcun collegamento con organizzazioni politiche».