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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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ASPROMONTE e SUPRAMONTE Codice d’Onore e Codice Barbaricino due codici a confronto L'ultima pubblicazione della casa editrice DBE BARBARO EDITORE scritto a quattro mani da Remo Barbaro e Donatella Pau Lewis

ASPROMONTE e SUPRAMONTE Codice d’Onore e Codice Barbaricino due codici a confronto L'ultima pubblicazione della casa editrice DBE BARBARO  EDITORE scritto a quattro mani da Remo Barbaro e  Donatella Pau Lewis


DBE
BARBARO EDITORE
Comunicato stampa
E’ stato presentato al Salone del Libro di Torino presso lo stand della Regione Calabria il libro “Aspromonte e Supramonte – Codice d’onore e Codice Barbaricino – Due codici a confronto” scritto a quattro mani da Remo Barbaro e Donatella Pau Lewis, edito dalla rinata casa editrice DBE BARBARO EDITORE che mantiene le proprie origini calabresi con la sede operativa a Oppido M.
Un grande conquista per la rinata casa editrice Barbaro che rappresenta un primo prestigioso traguardo come sottolineato dallo stesso editore : “Per me si tratta di un grande motivo di orgoglio, non solo presentare il libro al Salone di Torino, ma farlo nello stand istituzionale della Regione Calabria. Calabresi sono le nostre origini e calabresi intendiamo restare. “
L’evento ha avuto inoltre una relatrice d’eccezione, Ioleandra Barbaro, studentessa di Lettere con indirizzo critico-editoriale presso l’Università Cattolica di Milano, ed essendo anche la figlia dell’editore con questa prima apparizione ufficiale la storica casa editrice tocca il traguardo delle tre generazioni.
Il libro è un saggio storico-sociale, che mette a confronto due codice, quello calabrese e quello sardo, che sono entrambi codici della vendetta, rimarcandone le differenze e le similitudini in uno studio molto accurato e per certi versi scomodo in quanto mette in discussione molta retorica meridionalista e tanto conformismo antimafia, sicuramente innovativo come ampiamente e sapientemente argomentato dal Prof. Bruno Demasi che ha scritto la postfazione.
Come mi son permesso di scrivere nella postfazione a questo bel libro, tre, in particolare, mi sembrano le innovazioni “rivoluzionarie” con cui fare i conti dopo questa pubblicazione: una di metodo, le altre due di merito. La prima riguarda un modo nuovo di fare saggistica, elaborato con cura dai due autori che riescono a coniugare critica storica, sociale, antropologia e abilità narrativa in un unico codice comunicativo semplificato al massimo, esponendo con naturalezza punti di vista e dimostrandone il valore in forma discorsiva e non accademica . La seconda apre uno squarcio su un valore che molti, anzi troppi, finora hanno trascurato: le culture e le società mediterranee non sono soltanto simili, ma posseggono qualcosa di più, un DNA che le accomuna in modo drammatico e sconvolgente . In questo caso l’Aspromonte e il Supramonte, l’enclave calabro e quello sardo ( ma verosimilmente anche i contesti di vita di altre regioni in passato lambite o impregnate dalle stesse civiltà e ridotte nei secoli a terre di rapina) malgrado le differenze sottili, elaboravano e praticano ancora gli stessi codici di comportamento, le stesse forme di accettazione e di reazione dinanzi alla fenomenologia spesso drammatica della vita sociale giocata in contesti naturali a loro volta dannatamente belli e struggenti. La terza innovazione è poi esplosiva perché questo studio del tutto inedito ed accurato, con decisione e chiarezza, spazza via tanta retorica filoborbonica che negli ultimi tempi sta invadendo persino i manuali scolastici, sulla scia di un’esaltazione molto opinabile di una presunta età dell’oro per il Sud preunitario di fatto mai esistita, almeno nei termini in cui oggi la si vorrebbe fare apparire.
Oltre alla postfazione del Prof. Demasi il libro contiene una bella prefazione dell’Avv. Nicola Trisciuoglio di Napoli e una lunga intervista al Colonnello CC in quiescenza Luciano Gavelli sul periodo dei sequestri in Sardegna.