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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Arrestato l’armiere del clan Giampà di Lamezia

Arrestato l’armiere del clan Giampà di Lamezia

La squadra Mobile di Catanzaro ha notificato a Vincenzo Torcasio un nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere. Sarebbe stato lui a mettere a disposizione del clan veri e propri arsenali 

Arrestato l’armiere del clan Giampà di Lamezia. Decine di kalashnikov per vincere la faida

La squadra Mobile di Catanzaro ha notificato a Vincenzo Torcasio un nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere. Sarebbe stato lui a mettere a disposizione del clan veri e propri arsenali per combattere la guerra di mafia

 

 

LAMEZIA TERME – Concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso; detenzione di armi plurime da sparo, anche del tipo da guerra; ricettazione e modifica di armi aggravata dall’agevolazione alle attività illecite della cosca mafiosa Giampà di Lamezia Terme. Sono le accuse riportate nel provvedimento emesso dal Gip distrettuale di Catanzaro che stamani personale della Squadra Mobile del capoluogo calabrese, diretta da Rodolfo Ruperti, ha notificato a Vincenzo Torcasio, 52 anni, già detenuto.
Torcasio è indicato nel provvedimento come colui che riforniva di armi la cosca lametina. In diverse circostanze, grazie ad una specifica competenza, aveva realizzato modifiche alle armi utilizzate dalla cosca nel corso della guerra di mafia contro le famiglie avversarie, rendendole maggiormente funzionali rispetto al loro utilizzo. In più circostanze, secondo l’accusa, Torcasio aveva detenuto veri e propri arsenali composti da 10-15 kalashnikov e più di 20 pistole contemporaneamente anche per il pronto utilizzo da parte di consorterie della limitrofa provincia vibonese in rapporti con la cosca Giampà.
Torcasio è nel carcere di Cosenza in quanto già tratto in arresto dalla Squadra Mobile il 26 luglio 2013, nell’ambito dell’operazione “Perseo” nei confronti di 65 persone tra cui elementi di spicco e sodali della cosca Giampà. In quella circostanza era stato ritenuto responsabile di estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa nei confronti di un esercente di impianti per la distribuzione di carburanti. Le nuove accuse sono state formulate grazie ad una meticolosa attività investigativa condotta dalla Polizia e sviluppata rispetto ai dati acquisiti in sede di attività tecniche attraverso approfonditi riesami delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia.