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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Armi di distruzione di massa siriane, l’opinione di un nostro lettore Santo Agresta di Rizziconi

Manifestazione di San Ferdinando: niente di nuovo all’orizzonte. Un déjà vu visto e rivisto. Un lifting per i sindaci locali

Armi di distruzione di massa siriane, l’opinione di un nostro lettore Santo Agresta di Rizziconi

Manifestazione di San Ferdinando: niente di nuovo all’orizzonte. Un déjà vu visto e rivisto. Un lifting per i sindaci locali

 

 

Se ha avuto un senso e un significato la manifestazione di San Ferdinando, si deve solo alla presenza di un nutrito gruppo di giovani, che ha gridato e urlato per chi non vuole sentire, la necessità impellente di trovare una strada per dare risposte immediate e concrete a quelli che sono i problemi che affliggono il vasto territorio della Piana. Peraltro, nulla di nuovo. La solita recita. Il solito vittimismo. La solita unità ritrovata. La solita vetrina. Le solite interviste. Insomma…parole. Le solite parole ben dette e con tono in crescendo da strappare l’applauso. Osservavo quel palco, su cui erano allineati i vari sindaci. Ascoltavo le loro parole. Le stesse come quelle di 30-40 anni fa. Ma allora il loro significato era diverso. Allora non c’èra la discrepanza che c’è adesso tra il dire e il fare. Allora, ancora le parole avevano un senso ed un contenuto ed, inoltre, c’èra la carica ideologica e ideale che le riempiva di significato. Adesso siamo calati in una grande scena, in cui la cosa importante non è quella del fare, ma quella del dire e dell’apparire. Insomma siamo nell’era mediatica e quello che conta è apparire, avere visibilità. Il grande problema che viviamo nel nostro Paese e nel nostro territorio è, appunto, quello del fare, perché per il dire siamo dei professionisti affermati. Quindi, pura teatralità. Nient’altro. Ovviamente, quando l’onda mediatica si dilata si deve essere presenti e far finta di attaccamento alla propria terra, al proprio territorio, ai propri giovani, al proprio ambiente e sensibili a tutti i problemi che affliggono le nostre comunità pianigiane. Una occasione per rifarsi, come le donne, un bel lifting e apparire così più belli e giovani. Aldilà della gravità del trasbordo delle armi chimiche siriane, decisione estremamente grave per come si è concretizzata e per come è stata comunicata, la cui responsabilità è da ascrivere prima di tutto al governo centrale, ma soprattutto ai governi locali, giacché è impossibile che in tali decisioni non vengano coinvolti e informati, ci troviamo di fronte a veleni e rischi quotidiani che ormai non ci facciamo più caso: diossina che si sprigiona a seguito incendi di cumuli di immondizia disseminata nel nostro territorio; viabilità estremamente pericolosa e inesistente con strade piene di insidie e senza quelle minime misure di sicurezza; comunità isolate a seguito di ponti crollati e mai costruiti; corsi d’acqua esondati e mai bonificati con rischi costanti per la popolazione; strutture sanitarie fatiscenti con il rischio di contrarre infezioni; diatribe campanilistiche tra l’ospedale unico o l’ospedale di questo o di quello. Questi sono i Sindaci che su quel palco si sono abbracciati e che dicono di parlare all’unisono per il bene del nostro territorio e per le nostre comunità. Siamo nella merda ormai, scusate il termine. Sappiamo perfettamente come vengono amministrate le nostre comunità. Durante la manifestazione parlavo con un amministratore locale e gli dicevo: ma perché tutti i 33 comuni della piana non vi consorziate per risolvere collettivamente e definitivamente il problema dei rifiuti? Non è possibile, siamo divisi, mi ha risposto. Ognuno si vuole coltivare il proprio orticello. È questa, purtroppo, la triste realtà. L’individualismo bigotto e retrivo che non riesce a dare spazio all’associazionismo moderno e produttivo, ci avvelenerà l’anima e ci morderà la carne. E poi perché lamentarsi? Tanto, la poltrona a quei signori gliel’abbiamo data noi!
Saluti. Santo Agresta, Rizziconi RC