Antimafia: la commissione lascia Reggio con l’idea di una legge speciale per la Calabria
redazione | Il 10, Dic 2013
Seconda giornata di audizioni a Reggio Calabria per la Commissione parlamentare antimafia a conclusione della quale il presidente Rosy Bindi ha lanciato l’esigenza di una legge speciale per la Calabria, per «consentire allo Stato di definire meglio il loro volto migliore in difesa dei diritti dei cittadini»
Antimafia: la commissione lascia Reggio con l’idea di una legge speciale per la Calabria
Seconda giornata di audizioni a Reggio Calabria per la Commissione parlamentare antimafia a conclusione della quale il presidente Rosy Bindi ha lanciato l’esigenza di una legge speciale per la Calabria, per «consentire allo Stato di definire meglio il loro volto migliore in difesa dei diritti dei cittadini»
REGGIO CALABRIA – Sono riprese stamane le audizioni della Commissione parlamentare antimafia che ha avviato ieri a Reggio Calabria la sua attività d’indagine. Il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ha preceduto l’incontro con i commissari straordinari del Comune di Reggio Calabriam Gaetano Chiusolo, Giuseppe Castaldo e Carmelo La Paglia, e quelli con il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi e del presidente dell’Associazione degli industriali della provincia di Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea. Nel pomeriggio la seduta della Commissione parlamentare antimafia è stata riservata agli incontri con l’imprenditore Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia; con don Giacomo Panizza e con i rappresentanti della cooperativa sociale Valle del Marro.
UNA LEGGE SPECIALE PER LA CALABRIA
A conclusione della seduta il presidente della Commissione, Rosy Bindi, ha ribadito di tornare a Roma «con la consapevolezza che qui occorre un intervento speciale. Oserei invocare una legge speciale per la città di Reggio e per l’intera Calabria. Questa città e questa regione – ha aggiunto Bindi – meritano particolare attenzione, ci dispiace che il presidente della regione abbia fatto un comunicato che o è volto a sminuire il lavoro che abbiamo svolto come commissione, e non intendiamo accettare la sua osservazione, o intende dimostrare a tutti che egli ignora i problemi della sua terra. Siamo venuti qui a guardare in faccia un male, e come ci hanno insegnato Falcone e Borsellino, fin quando non si ha coraggio di guardare in faccia il male della propria terra non lo si può combattere. Guardare in faccia questa realtà non significa parlare male della Calabria. “La ‘ndrangheta, che è l’organizzazione criminale più pericolosa del Paese – ha aggiunto Bindi – inquina ormai lo sviluppo e la crescita sociale ed economica, incrementando la corruzione e quindi l’illegalità”.Il presidente della Commissione antimafia ha invocato per la Calabria “una legge speciale per consentire allo Stato e alle sue articolazioni di definire meglio il loro volto migliore in difesa dei diritti dei cittadini altrimenti la battaglia sarà lunga e difficile. Da parte nostra comunque chiederemo con forza a Governo e Parlamento di intervenire in maniera significativa per tutelare un’area tra le più sofferenti del Paese”. La ‘ndrangheta, che è l’organizzazione criminale più pericolosa del Paese, inquina ormai lo sviluppo e la crescita sociale ed economica, incrementando la corruzione e quindi l’illegalità», per questo, dunque, serve «una legge speciale per consentire allo Stato e alle sue articolazioni di definire meglio il loro volto migliore in difesa dei diritti dei cittadini altrimenti la battaglia sarà lunga e difficile. Da parte nostra comunque chiederemo con forza a Governo e Parlamento di intervenire in maniera significativa per tutelare un’area tra le più sofferenti del Paese».
L’ALLARME LANCIATO DA LUMIA
E da Reggio è il senatore Giuseppe Lumia, membro della commissione parlamentare antimafia, riunita a Reggio Calabria, ed ex presidente dello stesso organismo, a lanciare l’allarme: «Dovremmo mandare almeno 50 magistrati in Calabria, dovremmo dotarli di apparati straordinari, insomma una dichiarazione di guerra nei confronti della ‘ndrangheta, se considerata la prima minaccia, la più forte com’è in Europa e al mondo, lo Stato non può venire a combattere la guerra con le tabelle classiche che si utilizzano per disporre delle forze dell’ordine e della magistratura, un pò migliorate, rispetto alle altre parti d’Italia».
Secondo il senatore, infatti, «dopo tanti anni di attività che svolgo in commissione antimafia ho notato che il livello qualitativo si è innalzato di molto. C’è un’attività della procura che in questi anni ha fatto un salto di qualità, e lo stesso nelle forze dell’ordine, ma noto una sproporzione della quantità a favore della ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta – ha proseguito Lumia – si è evoluta, è riuscita dopo l’omicidio Fortugno a farsi impresa e politica, non è più una ‘ndrangheta che si limita a colludere con l’imprenditore e con i politici, ma si fa politica direttamente, si fa direttamente impresa, e di fronte a questo salto di qualità locale e mondiale c’è una sproporzione del tutto a favore delle locali di ‘ndrina che mettono lo Stato in condizioni solo di fare l’antimafia del giorno dopo, non siamo in condizioni di spostarci sull’antimafia del giorno prima».
Confindustria Reggio C.: ‘White liste’ obbligatorie. Presidente industriali ha presentato proposta a commissione
“Abbiamo rappresentato alla commissione parlamentare Antimafia l’impegno di noi industriali sul fronte della legalità, perchè consideriamo quest’ultima un presupposto indefettibile dello sviluppo economico. Ma abbiamo anche detto chiaramente che la vigente legislazione presenta parecchi limiti”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, circa la sua audizione dinanzi alla Commissione parlamentare antimafia. “Innanzitutto – ha aggiunto – abbiamo consegnato alla presidente Bindi un dossier, che è stato acquisito agli atti, contenente oltre 170 sentenze dei giudici amministrativi sulle interdittive antimafia, di cui quasi la metà favorevole ai ricorrenti. Segno questo che c’è evidentemente molto da rivedere in termini normativi, soprattutto in relazione alla eccessiva discrezionalità concessa dalla legge in questo campo. Inoltre abbiamo avanzato una proposta precisa e concreta: istituire le white list obbligatorie per gli appalti pubblici, rendendo così più trasparente un settore delicatissimo, ma al tempo stesso vincolando i provvedimenti amministrativi a regole precise e requisiti chiari”. “Occorre sostenere l’economia pulita – ha concluso Cuzzocrea – per aiutare questo territorio e non limitarsi alla repressione, se vogliamo davvero bonificare la nostra società. Noi stiamo facendo la nostra parte, applicando in maniera puntuale il Codice etico che, da Bolzano a Lampedusa, Confindustria ha redatto a livello nazionale”.