All’ospedale di Polistena chiude l’ortopedia
redazione | Il 05, Lug 2012
Gentile(Cgil): “Un disservizio con ricadute nefaste, tali, da determinare il trasferimento immediato di tutti i pazienti presso altra struttura e il dimezzamento dei posti letto da utilizzare esclusivamente per patologie che non necessitano l’uso dell’Amplificatore di Brillanza”
All’ospedale di Polistena chiude l’ortopedia
Gentile(Cgil): “Un disservizio con ricadute nefaste, tali, da determinare il trasferimento immediato di tutti i pazienti presso altra struttura e il dimezzamento dei posti letto da utilizzare esclusivamente per patologie che non necessitano l’uso dell’Amplificatore di Brillanza”
Risale a pochi giorni fa l’allarme, lanciato dalla F.P. CGIL, e rivolto alla Direzione Generale dell’ASP, sul pericolo di chiusura di Servizi Pubblici Essenziali e Unità Operative di degenza all’Ospedale di Polistena. Evidentemente, la Squillacioti è impegnata su altri versanti e non ha considerato il serio problema dell’unico ospedale rimasto sulla Piana di Gioia Tauro, in grado di garantire la continuità dell’assistenza all’ammalato. Oggi apprendiamo del grave guasto che si è verificato a un’attrezzatura di sala operatoria, l’amplificatore di brillanza, strumento indispensabile per affrontare interventi di ortopedia su pazienti traumatizzatti. Si tratta dell’ennesimo irreparabile guasto che mette in ginocchio l’intero reparto di Ortopedia e determina il blocco dei ricoveri con gravissime conseguenze Medico-Legali. Un disservizio con ricadute nefaste, tali, da determinare il trasferimento immediato di tutti i pazienti presso altra struttura e il dimezzamento dei posti letto da utilizzare esclusivamente per patologie che non necessitano l’uso dell’Amplificatore di Brillanza.
Tutto ciò rientra in quella cattiva gestione della sanità, miope e sorda dei continui appelli dei professionisti onesti, rivolti al buon funzionamento di realtà importanti in un contesto dove, il crescente lavoro dell’Ortopedia, non si trova corrispondenza tra domanda ed offerta di prestazioni indispensabili su pazienti traumatizzati, difficilmente trasportabili e bisognevoli di cure e interventi chirurgici immediati. Eppure tutte le comunicazioni formali, relative alle riduzioni delle sedute operatorie per carenza di personale Medico e Infermieristico di Anestesia, formalizzate all’indirizzo dei vari livelli direzionali, sono rimaste senza risposta. Tale immobilismo, ha portato a un’attività operatoria ridotta al 50%, per poi arrivare alla chiusura di una delle più importanti branche chirurgiche quale è l’Ortopedia. Insomma, una negazione del diritto alla salute legato, sia alla mancata tempestività dell’intervento, sia alla violazione delle linee guida riconosciute a livello internazionale agli ammalati traumatizzati. La direzione non si è resa conto che non possono essere eseguiti la quasi totalità degli interventi chirurgici di traumatologia e, il blocco dei ricoveri, desta da subito un grave allarme sociale. Il quadro della mala gestione si compone in maniera tragica, se solo si collegano, al problema dell’Ortopedia alcuni significativi e gravi disservizi quali ad esempio: l’inadeguatezza dei mezzi di soccorso; la precarietà delle strade di collegamento ed i tempi necessari a garantire la sicurezza alla salute dei cittadini; la carenza di posti letto di ortopedia e traumatologia in Provincia di Reggio Calabria (quelle di Vibo da tempo si rivolge a Polistena); la negativa ricaduta economica per l’ASP. Se questa è l’ennesima dimostrazione del buon governo, dobbiamo pensare che il buono si trova altrove, di sicuro non viene speso per i cittadini e quasi nulla per gli ammalati e gli operatori sanitari della Piana di Gioia Tauro.
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