Allarme Goletta Verde, le coste calabresi tra le più malridotte
redazione | Il 14, Ago 2013
Legambiente presenta i risultati del monitoraggio effettuato da Goletta Verde nelle sue 34 tappe lungo oltre settemila chilometri dell’intera Penisola. Sono 130 i campioni inquinati. E 17 vengono dalla Calabria
Allarme Goletta Verde, le coste calabresi tra le più malridotte
Legambiente presenta i risultati del monitoraggio effettuato da Goletta Verde nelle sue 34 tappe lungo oltre settemila chilometri dell’intera Penisola. Sono 130 i campioni inquinati. E 17 vengono dalla Calabria: solo la Campania è messa peggio. A rischio sono le foci e i canali. E le colpe sono anche dei Comuni dell’entroterra
C’è ancora troppa “maladepurazione” in Italia. E molta di essa si condensa sulle coste calabresi. A svelarlo è il viaggio compiuto da Goletta Verde di Legambiente che per due mesi ha circumnavigato lo Stivale, compiendo 34 tappe. Sono 130 i campioni risultati inquinati dalla presenza di scarichi fognari non depurati – uno ogni 57 km di costa – sul totale delle 263 analisi microbiologiche effettuate. In pratica quasi il 50% dei punti monitorati lungo i 7.412,6 km di territori costieri toccati dall’imbarcazione ambientalista. E di questi campionamenti risultati oltre i limiti di legge ben 104 (l’80%) hanno avuto un giudizio di fortemente inquinato, cioè con concentrazione di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio di quanto consentito.
SI RISCHIANO LE MULTE EUROPEE – Su base regionale, dei 130 risultati oltre i limiti, 19 sono in Campania, 17 in Puglia, Calabria, Lazio, 12 in Sicilia, 11 in Liguria. mA Nessuna regione – fa notare il rapporto, presentato alla stampa da Legambiente e dal partner Coou (Consorzio obbligatorio degli oli usati) – è risultata indenne dall’attacco della mala depurazione. Ma nelle regioni del Mezzogiorno al danno ambientale si somma quello economico: «Si rischia di perdere ben 1,7 miliardi di euro dei fondi Cipe destinati alla costruzione e all’adeguamento degli impianti che sono in scadenza a dicembre – ha fatto notare Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – come se non bastasse, inoltre, ci prepariamo anche a far pagare ai cittadini italiani multe milionarie da parte dell’Unione europea per l’incapacità di gestire il ciclo delle acque reflue. Soldi che invece potrebbero essere investiti per aprire nuovi cantieri per la depurazione. Realizzare sistemi efficienti e moderni – aggiunge Zampetti – deve trasformarsi in una priorità nell’agenda politica italiana. E’ l’ennesima vergogna che questo Paese non merita. Non si tratta più soltanto di difendere fiumi e mari, vera grande risorsa di questa nazione, ma ne va dell’intera economia nazionale, buona parte della quale è basata sul turismo».
LE COLPE DEI COMUNI DELL’ENTROTERRA – Il 90% dei punti inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi di depuratori malfunzionanti, che si confermano i nemici numero uno del nostro mare. Il mancato o inadeguato trattamento dei reflui fognari – spiega lo studio – riguarda ancora 24 milioni di abitanti, che scaricano direttamente in mare o indirettamente attraverso fiumi e canali utilizzati come vere e proprie fognature. La criticità non riguarda soltanto i comuni costieri, ma anche quelli dell’entroterra, per la cronica carenza di impianti e l’apporto del carico inquinante dei reflui che non sono adeguatamente trattati dagli impianti in attività, perchè obsoleti o malfunzionanti.
FOCI E I CANALI DA EVITARE – Il monitoraggio di Goletta Verde ha rilevato inoltre che “molto spesso foci di torrenti e fiumi vengono fruiti da bagnanti ai quali ancora non viene garantita una corretta informazione. Sul totale delle foci e dei canali risultati inquinati e fortemente inquinati il 40% viene dichiarato balneabile dal Portale della Acque del Ministero della Salute. Il 35% dei punti presi in analisi, inoltre, risultano del tutto non campionati dalle autorità preposte anche se spesso questi tratti, pur trovandosi in corrispondenza di foci e canali, sono comunque frequentati da bagnanti”. Motivo per cui – sostiene Legambiente – è imperativo che le autorità introducano o intensifichino i controlli anche in prossimità di queste possibili fonti di inquinamento. Invece, dei tratti di mare definiti dal Portale come non balneabili per motivi di inquinamento, mancano nel 18% dei casi i cartelli di divieto di balneazione.
Ecco la mappa e i risultati delle analisi del monitoraggio di Goletta Verde nel mare calabrese
In 17 casi sui 24 punti monitorati lungo la costa calabrese, il 70% sul totale, le analisi effettuate da Goletta verde di Legambiente sulla qualità delle acque hanno evidenziato una carica batterica più alta di quella consentita dalla legge. Per quattordici di questi punti il giudizio è di “fortemente inquinato”. La situazione più critica è quella registrata nelle province di Crotone e Vibo Valentia, dove tutti i campionamenti sono risultati con valori di batteri oltre i limiti consentito dalla legge.
E’ il dettaglio calabrese del viaggio lungo oltre settemila chilometri di coste italiane che ha fornito un dato imprssionante: in media, ogni 57 chilometri c’è un sito inquinato.
Questa la situazione nel dettaglio per le province calabresi. La situazione più critica è quella registrata nelle province di Crotone e Vibo Valentia, dove tutti i campionamenti sono risultati con valori di batteri oltre i limiti consentito dalla legge, anche in prossimità di alcune spiagge. Quattro i punti monitorati nel crotonese: fortemente inquinato il prelievo nei pressi della foce del fiume Esaro. Sempre a Crotone sono risultate “inquinate” anche le acque prelevate nei pressi della spiaggia sul Lungomare di Via Magna Grecia (1 km a nord dell’Irto), luogo con una notevole presenza di bagnanti. Stesso giudizio per gli altri due campionamenti in provincia: nei pressi della foce del fiume Tacina, in località Steccato di Cutro del comune di Cutro e ad Isola di Capo Rizzuto, dov’è risultato “fuorilegge” il prelievo effettuato in prossimità del canale sulla spiaggia a destra del Castello. Fuorilegge, tutti i prelievi anche in provincia di Vibo Valentia, per tre dei quali il giudizio è di fortemente inquinato. Si tratta dei campionamenti effettuati a Vibo Valentia (località Bivona, nei pressi della foce Sant’Anna); a Pizzo Calabro (località Calamaio, in prossimità della foce del fiume Angitola) e Ricadi (località La Torre, nei pressi della foce Fiumara Ruffa). Cariche batteriche inferiori, ma sempre oltre i limiti, anche nel prelievo effettuato a Marina di Nicotera, dov’è risultato inquinato il punto nei pressi degli scogli presso la foce del torrente Britto. Anche se non rientrante nel conteggio dei campionamenti, Goletta Verde monitora da anni la situazione delle “Cascatelle del fiume Arbone” in località Formicoli del comune di Ricadi. Al momento del prelievo le acque proveniente dalla cascatella , per la temporanea bassa portata, non raggiungono il mare e di conseguenza il campione è stato raccolto direttamente sulla falesia a pochissimi metri dalla battigia. Si evidenzia, però, che anche quest’anno le analisi danno un giudizio di fortemente inquinato, con l’inevitabile rischio di contaminazione batterica del mare antistante. Otto i campionamenti effettuati in provincia di Reggio Calabria, sei dei quali risultati con cariche batteriche oltre la soglia di legge e per cinque dei quali il giudizio è di “fortemente inquinato”. Nel dettaglio sono risultati da “bollino rosso” i campionamenti a Reggio Calabria (due prelievi, uno in corrispondenza dello scarico al Lido Comunale, Lungomare Falcomatà, e l’altro nei pressi della foce del torrente Menga, in località Sabbie bianche); a Villa San Giovanni (nei pressi della scogliera presso scarico su Lungomare Cenide); a Gioia Tauro (spiaggia alla foce del Fiume Petrace in località Marina); a San Ferdinando (nei pressi della foce del fiume Mesima). “Inquinato”, invece, il prelievo effettuato nei pressi della scogliera in prossimità della foce fiumara San Vincenzo a Motta San Giovanni, in località Lazzàro. Entro i limiti, infine, sia l’altro prelievo nella città di Reggio Calabria (località Bocale, nei pressi della spiaggia di fronte alla chiesa di Bocale) che alla spiaggia di Bagnara Calabra (presso la spiaggia in località Marinella, Cacilì). Dei quattro campioni monitorati in provincia di Cosenza tre sono risultati “fortemente inquinati”. Si tratta dei prelievi effettuati a Paola (spiaggia alla foce del fiume San Francesco, al lungomare San Francesco da Paola); a Bonifati (spiaggia alla foce del fiume Parise); a Villapiana (località Lido, sulla spiaggia nei pressi del canale). Entro i limiti, invece, le analisi a Diamante (in prossimità della spiaggia in località Torricella).Tutti entro i limiti di legge i quattro campionamenti effettuati in provincia di Catanzaro e precisamente a Guardavalle (nei pressi della spiaggia di Marina); a Gizzeria (spiaggia fronte località Laghi La Vota); a Montepaone (nei pressi del Lido dei finanzieri) e a Simeri Crichi (nei pressi della spiaggia alla foce del torrente Simeri).
LE QUATTRO CRITICITA’ CROTONESI – Quattro i punti monitorati nel crotonese: fortemente inquinato il prelievo nei pressi della foce del fiume Esaro. Sempre a Crotone sono risultate “inquinate” anche le acque prelevate nei pressi della spiaggia sul Lungomare di Via Magna Grecia (1 km a nord dell’Irto), luogo con una notevole presenza di bagnanti. Stesso giudizio per gli altri due campionamenti in provincia: nei pressi della foce del fiume Tacina, in località Steccato di Cutro del comune di Cutro e ad Isola di Capo Rizzuto, dov’è risultato “fuorilegge” il prelievo effettuato in prossimità del canale sulla spiaggia a destra del Castello.
I SITI FUORILEGGE DELLA COSTA VIBONESE – Fuorilegge, tutti i prelievi anche in provincia di Vibo Valentia, per tre dei quali il giudizio è di fortemente inquinato. Si tratta dei campionamenti effettuati a Vibo Valentia (località Bivona, nei pressi della foce Sant’Anna); a Pizzo Calabro (località Colamaio, in prossimità della foce del fiume Angitola) e Ricadi (località La Torre, nei pressi della foce Fiumara Ruffa). Cariche batteriche inferiori, ma sempre oltre i limiti, anche nel prelievo effettuato a Marina di Nicotera, dov’è risultato inquinato il punto nei pressi degli scogli presso la foce del torrente Britto.
Anche se non rientrante nel conteggio dei campionamenti, Goletta Verde monitora da anni la situazione delle “Cascatelle del fiume Arbone” in località Formicoli del comune di Ricadi. Al momento del prelievo le acque proveniente dalla cascatella , per la temporanea bassa portata, non raggiungono il mare e di conseguenza il campione è stato raccolto direttamente sulla falesia a pochissimi metri dalla battigia. Si evidenzia, però, che anche quest’anno le analisi danno un giudizio di fortemente inquinato, con l’inevitabile rischio di contaminazione batterica del mare antistante.
BOCALE E BAGNARA SI SALVANO – Otto i campionamenti effettuati in provincia di Reggio Calabria, sei dei quali risultati con cariche batteriche oltre la soglia di legge e per cinque dei quali il giudizio è di “fortemente inquinato”. Nel dettaglio sono risultati da “bollino rosso” i campionamenti a Reggio Calabria (due prelievi, uno in corrispondenza dello scarico al Lido Comunale, Lungomare Falcomatà, e l’altro nei pressi della foce del torrente Menga, in località Sabbie bianche); a Villa San Giovanni (nei pressi della scogliera presso scarico su Lungomare Cenide); a Gioia Tauro (spiaggia alla foce del Fiume Petrace in località Marina); a San Ferdinando (nei pressi della foce del fiume Mesima).
“Inquinato”, invece, il prelievo effettuato nei pressi della scogliera in prossimità della foce fiumara San Vincenzo a Motta San Giovanni, in località Lazzàro.
Entro i limiti, infine, sia l’altro prelievo nella città di Reggio Calabria (località Bocale, nei pressi della spiaggia di fronte alla chiesa di Bocale) che alla spiaggia di Bagnara Calabra (presso la spiaggia in località Marinella, Cacilì).
INQUINATO PURE IL LUNGOMARE SAN FRANCESCO – Dei quattro campioni monitorati in provincia di Cosenza tre sono risultati “fortemente inquinati”. Si tratta dei prelievi effettuati a Paola (spiaggia alla foce del fiume San Francesco, al lungomare San Francesco da Paola); a Bonifati (spiaggia alla foce del fiume Parise); a Villapiana (località Lido, sulla spiaggia nei pressi del canale). Entro i limiti, invece, le analisi a Diamante (in prossimità della spiaggia in località Torricella).
A CATANZARO EN PLAIN POSITIVO – Tutti entro i limiti di legge i quattro campionamenti effettuati in provincia di Catanzaro e precisamente a Guardavalle (nei pressi della spiaggia di Marina); a Gizzeria (spiaggia fronte località Laghi La Vota); a Montepaone (nei pressi del Lido dei finanzieri) e a Simeri Crichi (nei pressi della spiaggia alla foce del torrente Simeri).