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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Alcoa, sindacalisti scendono dal silos

Alcoa, sindacalisti scendono dal silos

| Il 15, Set 2012

E’ durata tre giorni la protesta a 70 metri. Bardi e Barca sono scesi dopo l’accordo sindacati-azienda per differire lo spegnimento delle celle di produzione

Alcoa, sindacalisti scendono dal silos

E’ durata tre giorni la protesta a 70 metri. Bardi e Barca sono scesi dopo l’accordo sindacati-azienda per differire lo spegnimento delle celle di produzione

 

 

(ANSA) Con la garanzia dell’azienda che verrà rivisto il processo di fermata dell’impianto elettrolitico dell’Alcoa di Portovesme, i due sindacalisti della Fim Cisl e Fiom Cgil, Rino Barca e Franco Bardi, hanno lasciato nella tarda serata il presidio a 70 metri d’altezza sul silos occupato da tre giorni. La dura protesta, nata dopo un incontro con i vertici aziendali che avevano presentato un piano di blocco che di fatto avrebbe accelerato lo spegnimento delle celle, è terminata solo dopo una riunione tra i segretari territoriali, le Rsu e i rappresentanti Alcoa che hanno illustrato un diverso programma di fermata delle celle che, come chiedevano i sindacati, è in linea con gli accordi firmati lunedì scorso al Mise per evitare l’immediata morte dello stabilimento.

In particolare l’azienda si è resa disponibile a ripristinare una maggiore gradualità del processo di spegnimento rispetto al piano presentato il 12 settembre 2012 e un numero maggiore di celle (circa 80) riattivabili nel breve periodo. Dal 12 di ottobre si spegneranno due celle al giorno. Il termine del processo verrà spostato dal 31 ottobre, al 3 novembre. Per Barca e Bardi è stata un’altra notte all’addiaccio, a causa del repentino abbassamento delle temperature di questi giorni. Le condizioni del tempo di questa notte, con pioggia e vento, non hanno però scoraggiato la protesta dei due sindacalisti a cui è continuato ad arrivare non solo il sostegno dei rappresentanti delle istituzioni regionali e locali – tra cui i sindaci del territorio che hanno collocato una tenda poco distante dal silos -, ma anche dei colleghi (operai e sindacalisti) dell’Eurallumina di Portovesme, la fabbrica di allumina (la materia prima per realizzare le barre in alluminio), chiusa da tre anni e mezzo e che si trova proprio accanto all’Alcoa.

A sostegno dei lavoratori anche una delegazione dello Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, e della Filctem Cgil, la categoria dei chimici e minatori. Ai cancelli dello stabilimento anche i dirigenti nazionali di Fiom, Fim e Uilm, Gianni Venturi, Sandro Pasotti e Guglielmo Gambardella, che hanno lanciato un appello al governo perché la vertenza sia spostata sul tavolo di Palazzo Chigi, convocando già dalla settimana prossima gli aspiranti compratori e la multinazionale statunitense. Il pressing sul governo si fa sentire anche dalla Regione. Il presidente Ugo Cappellacci preme per un’accelerazione della fase delle trattative.

“Purtroppo Alcoa non si è dimostrata collaborativa in questi giorni e subisce le conseguenze di decisioni prese a migliaia di chilometri di distanza – ha sottolineato – Siamo preoccupati per le tensioni sociali e ciò in cui possono sfociare: serve un intervento”. Dal governo è arrivata una timida rassicurazione da parte del sottosegretario dello sviluppo economico, Claudio De Vincenti, secondo cui “la situazione dell’Alcoa è diversa da quella dell’Ilva, perché è una situazione di maggiore difficoltà aziendale: è un’azienda che per diversi motivi negli ultimi anni ha subito delle perdite. Pensiamo – ha spiegato – che ci sia lo spazio per un futuro produttivo però è necessario che lo stabilimento sia rilevato da un’impresa che abbia spalle larghe sul piano finanziario perché ci sono investimenti molto importanti da fare”.