Affermazione shock di Nicola Gratteri, “bisogna negare le cure gratuite ai no vax” Ieri sera a "Otto e mezzo" il Procuratore Capo di Catanzaro crtiica anche il governo affermando che è in ritardo e che "doveva prendere una decisione più seria"
Nicola Gratteri shock ieri sera a “Otto e mezzo”, la trasmissione su La7 condotta da Lilli Gruber, a proposito dei non vaccinati Covid, “Non puoi mettere in pericolo una collettività. Bisogna cominciare ad essere seri. È provato scientificamente che il 90% dei ricoverati sono no vax. Non sono argomenti sui quali discutere, se continuiamo ancora a fare convegni e tavole rotonde arriveremo a Natale che dovremo chiudere tutto”.
Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro continua nella sua tesi criticando il governo in quanto è “in ritardo” e che “doveva essere presa una decisione più dura già in estate, impedendo a chi non è vaccinato di andare al lavoro o di accedere ad un ufficio pubblico. E io sarei anche dell’idea di fargli pagare le spese mediche in caso si ammalassero perché non puoi mettere in pericolo la vita della collettività”.
Una provocazione? Così sembra aver percepito con aria ironica il direttore della Stampa Massimo Giannini, ma Gratteri non ha battuto ciglio, sorridendo.
E in merito al corteo dei No Pass, afferma che “nasconde un piano eversivo che va ben oltre i cortei”.
E parlando dell’assalto alla sede della Cgil continua parlando di esagerazione quella detta dal procuratore nazionale antimafia De Raho in quanto “Quando c’è stato l’assalto alla Cgil, io l’avrei impedito. Già quando è stato detto dal palco che l’intenzione era assaltare la sede del sindacato, io sarei intervenuto” e che la Cgil “è per i lavoratori come la chiesa per i cristiani”.
E ancora in merito all’assalto “Io avrei messo in conto anche 200 feriti se fosse stato necessario per fermare l’assalto. Questo vuol dire comandare, anche il rischio di bruciarsi la poltrona”.
Parole che sicuramente faranno discutere molto in quanto Gratteri ha toccato temi attuali e allo stesso tempo molto scottanti nell’ambito delle diatribe politiche in corso al Parlamento.