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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Addio a Saverio Strati. E’ morto a Firenze uno dei più grandi scrittori calabresi

Addio a Saverio Strati. E’ morto a Firenze uno dei più grandi scrittori calabresi

| Il 11, Apr 2014

E’ spirato mercoledì 9 ma la notizia è trapelata solo dopo 48 ore. A dare l’annuncio il sindaco di Sant’Agata del Bianco, il paese del Reggino nel quale il celebre letterato era nato 90 anni fa

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Addio a Saverio Strati. E’ morto a Firenze uno dei più grandi scrittori calabresi

E’ spirato mercoledì 9 ma la notizia è trapelata solo dopo 48 ore. A dare l’annuncio il sindaco di Sant’Agata del Bianco, il paese del Reggino nel quale il celebre letterato era nato 90 anni fa

 

Il mondo della cultura è in lutto. Se ne va a novant’anni Saverio Strati, uno dei più grandi scrittori calabresi di tutti i tempi. La morte è avvenuta mercoledì 9 a Firenze, nella terra in cui da anni aveva stabilito la sua residenza, ma la notizia è emersa solo oggi e a renderla nota è il sindaco di Sant’Agata del Bianco, Giuseppe Strangio, il paese della Locride nel quale Strati era nato il 16 agosto 1924.
Proprio in vista del novantesimo compleanno dello scrittore era stata organizzata una serie di iniziative in suo onore e il presidnete delal Repubblica Giorgio Napolitano aveva conferito una medaglia alla manifestazione riconsocendone l’alto valore. Ma il 2014 era iniziato con un dolore per Strati, che aveva appreso della morte di un altro grande nome della Calabria, Vincenzo Ziccarelli, scomparso il 6 gennaio: «Qualsiasi cosa dicessi o scrivessi in questo momento, mi porterebbe lacrime», aveva commentato Strati.

Due polmoni che hanno dato ossigeno culturale alla Calabria, Ziccarelli e Strati. Lo scrittore di Sant’Agata del Bianco era sempre stato affascinato dal mondo lettarario, anche quando, da giovane, lavorava come muratore. Dopo la seconda guerra mondiale riesce a riprendere gli studi interrotti e a conseguire il diploma. Poi si iscrive all’università di Messina, per studiare Medicina, secondo la volontà dei genitori. Presto, però, riabbraccerà le lettere. E nel 1953 si trasferisce a Firenze, per completare gli studi. Appaiono i suoi primi racconti sulle riviste Il Ponte, Paragone, e sul quotidiano Il Nuovo Corriere. E scrive i suoi primi romanzi: La Teda e Tibi e Tascia.

Per sei anni si trasferisce in Svizzera, poi dal 1964 torna in Toscana, a Scandicci, dove vivrà fino agli ultimi giorni. 1958 sposa Hildegard Fleig, una ragazza svizzera conosciuta a Firenze, e si trasferisce in Svizzera dove vive fino al 1964. Nel 1977 il suo romanzo “Il selvaggio di Santa Venere vinse il Premio Campiello”.

Ma il tempo è ingeneroso e per Strati la vita diventa difficile. Solo nel 2009, al termine di una campagna promossa dal Quotidiano della Calabria, il Governo gli i benefici della Legge Bacchelli con un assegno vitalizio “alla luce degli speciali meriti artistici riconosciuti”. In questi giorni, per i suoi 90 anni, sarebbe dovuto arrivare il tributo di riconoscenza della sua gente ma Strati se n’è andato. Schivo come sempre, nel silenzio.

Ha raccontato l’epopea degli ultimi. Fu contadino e muratore. Nel 1977 vinse il Premio Campiello

Ha raccontato e reso universale, attraverso i suoi libri, l’epopea calabrese degli ultimi Saverio Strati, lo scrittore calabrese morto il 9 aprile a Scandicci (Firenze) a quasi novant’anni. Una realtà fatta di lavoro duro e di emigrazione che lui, autore di opere inserite a giusto merito nel filone neorealista, ha conosciuto dal di dentro. Strati era nato nel 1924 a Sant’Agata del Bianco, nella locride, in provincia di Reggio Calabria, in una famiglia di contadini. E contadino prima e muratore successivamente è stato egli stesso, subito dopo avere conseguito la licenza elementare. Attratto dalla letteratura, però, Strati era riuscito a coltivare questa sua passione leggendo quando poteva opere di narrativa popolare. A dargli una possibilità, all’età di 21 anni, fu un parente emigrato in America che gli consentì di riprendere gli studi per superare gli esami da privatista al liceo classico Galluppi di Catanzaro e, successivamente, di iscriversi alla facoltà di lettere dell’Università di Messina. All’epoca, siamo nel secondo dopoguerra, nell’ateneo siciliano insegnava il critico letterario Giacomo Debenedetti che lesse un suo racconto e lo incoraggiò. Vide la luce così “La Marchesina”, una raccolta di racconti edita da Mondadori. A Firenze dove si era trasferito nel 1953, Strati conobbe la moglie Hildegard Fleig, di origini elvetiche. In seguito visse alcuni anni in Svizzera prima di stabilirsi definitivamente alle porte di Firenze. Dopo il primo romanzo, “la Teda”, seguirono “A mani vuote”, “Il Nodo”, “Noi Lazzaroni” ed “E’ il nostro turno”. Nel 1977 pubblicò “Il selvaggio di Santa Venere”, che ottenne il Premio Campiello, cui fecero seguito “Il diavolaro” e il più recente “La conca degli aranci” (1987). Tantissimi i racconti pubblicati su riviste, fogli letterari e quotidiani. Da tempo Strati, che conviveva con problemi di salute, non pubblicava più e nel 2009 aveva ottenuto un vitalizio con la legge Bacchelli, applicata in suo favore anche grazie all’impegno del “Quotidiano della Calabria”. A Bianco, nella locride, vivono alcuni suoi parenti. “Ho sentito il figlio Giampaolo – dice la nipote, Palma Comandè – e, pur sapendo che le sue condizioni da tempo non erano buone, nessuno pensava che la sua morte fosse così imminente”. In Calabria l’assessorato alla Cultura della Regione e il Comune di Sant’Agata del Bianco stanno da tempo lavorando ad un programma di iniziative, con il riconoscimento della Presidenza della Repubblica, per il novantesimo compleanno dello scrittore, che sarà comunque celebrato, già avviate con l’inaugurazione in paese della Casa-museo a lui intitolata. “E’ scomparso un grande scrittore italiano nato in Calabria – ha detto l’assessore alla Cultura della Regione, Mario Caligiuri – e, nell’arco del 2014 amplieremo il programma a partire da una manifestazione durante il Salone del Libro di Torino”. Tante le espressioni di cordoglio. In primo luogo quella del ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, secondo il quale “se ne va uno scrittore e intellettuale di valore”. Lunedì, a Scandicci, ci sarà l’ultimo saluto a Strati nel cimitero di Sant’Antonio.