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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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A Roma la salma dell’alpino Sanna. Domani le esequie

A Roma la salma dell’alpino Sanna. Domani le esequie

Luca Sanna è morto due giorni fa in Afghanistan. Le esequie domani nella Basilica di S.Maria degli Angeli

A Roma la salma dell’alpino Sanna. Domani le esequie

Luca Sanna è morto due giorni fa in Afghanistan. Le esequie domani nella Basilica di S.Maria degli Angeli

 

(ANSA) CIAMPINO – Il C-130 con a bordo la salma del caporal maggiore degli alpini, Luca Sanna, ucciso nell’avamposto della base di Bala Murghab da un infiltrato talebano nell’Esercito afghano, è atterrato all’aeroporto militare di Ciampino. A prestare servizio d’onore sulla pista del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare, sotto una pioggia battente, un picchetto interforze. A rendere omaggio alla salma di Luca Sanna, ci sono anche i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta con il ministro della Difesa Ignazio La Russa, e il presidente del Copasir Massimo D’Alema. Per le Forze Armate, sono presenti, tra gli altri, il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa Biagio Abrate con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Valotto. Ad attendere la salma, i più stretti familiari dell’alpino caduto in Afghanistan, assistiti da una equipe di psicologi dell’Esercito. Dalla Sardegna sono arrivati la mamma e il papà di Sanna, Rita e Antonio, la moglie Daniela Mura, i fratelli Giuseppe e Dario e la sorella Patrizia. A Ciampino si è ripetuta la mesta cerimonia scandita per i 35 militari già caduti in Afghanistan. I commilitoni di Luca Sanna, tutti appartenenti all’8/o Reggimento della Brigata Julia, sono saliti a bordo del C-130 dal quale, a spalla, hanno poi fatto discendere la bara, avvolta nel tricolore, del caporal maggiore ucciso in Afghanistan. Il feretro è stato fatto fermare davanti al picchetto d’onore. Dopo la benedizione da parte dell’Ordinario militare arcivescovo Vincenzo Pelvi, vi si è avvicinato il Presidente del Senato Schifani, che, accompagnato dal ministro La Russa, ha toccato la bara con entrambe la mani in segno di omaggio. Quindi le note del ‘Silenzio’. A Ciampino la cerimonia per il rientro della salma di Luca Sanna si è conclusa con il corteo fino al carro funebre. In testa, i sei alpini che portavano a spalla il feretro, seguiti dai colleghi che portavano un cuscino rosso con il cappello piumato e lo spadino d’ordinanza. Subito dopo i familiari e le Autorità. Il carro funebre ha quindi lasciato l’aeroporto diretto all’Istituto di Medicina Legale. Nel primo pomeriggio, dalle 16 alle 19, al Celio la camera ardente e domani mattina alle 10 le esequie solenni nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

LA RUSSA: FERITO E’ IN GERMANIA, HA BLOCCO ARTI – Blocco degli arti per il caporal maggiore Luca Barisonzi, seriamente ferito nello scontro dell’altro ieri in Afghanistan, che è stato trasferito la notte scorsa all’ospedale di Ramstein in Germania, dove è stato sottoposto ad ulteriori accertamenti e cure. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, riferendo in Aula al Senato. “Confermo – ha aggiunto La Russa – che la prognosi rimane assolutamente riservata. Non è stato ancora operato: si discute purtroppo sulla possibilità di fare un intervento, essendo il militare stato colpito ad una vertebra cervicale con blocco dell’utilizzo degli arti. Il neurochirurgo italiano ha insistito perché l’intervento venga svolto, in queste ore si sta decidendo”. I familiari dell’alpino, insieme ad un ufficiale medico chirurgo del Celio, ha proseguito, “hanno raggiunto il ferito con un aereo messo a disposizione della Difesa e sono continuamente assistiti da nostro personale”. Barisonzi – 21 anni, di Voghera, alla prima missione in Afghanistan – è stato colpito da due colpi di arma da fuoco all’altezza della clavicola con lesione di una vertebra cervicale e di una toracica ed è stato già operato nell’ospedale di Kandahar. A sparargli è stato un “soldato terrorista afgano infiltrato”, ha detto ieri il ministro della Difesa Ignazio La Russa, spiegando che il premier Silvio Berlusconi conferma l’impegno italiano nella missione. La camera ardente per Sanna sarà allestita oggi pomeriggio al Policlinico del ‘Celio’; domani le esequie solenni alla basilica romana di S.Maria degli Angeli; sabato i funerali a Samugheo, in provincia di Oristano. L’uomo che ha ucciso l’alpino Luca Sanna “era un infiltrato nell’Esercito afgano, cioé uno dei militari” che prestavano servizio insieme ai soldati italiani nell’avamposto di Bala Murghab. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nella sua informativa alla Camera sull’uccisione in Afghanistan dell’alpino Luca Sanna. L’uomo era nell’esercito afgano “da tre mesi”. Il caporale Luca Barisonzi, rimasto ferito ieri in Afghanistan, “in nottata è stato sottoposto ad intervento chirurgico con esito positivo e può considerarsi fuori pericolo di vita anche se la prognosi rimane assolutamente riservata”, ha detto La Russa, nella sua informativa. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, “mi ha confermato” la volontà del Governo di non venir meno all’impegno dell’Italia in Afghanistan, ha aggiunto il ministro. Nella regione ovest, a comando italiano e presidiata dai militari italiani e da quelli di altri contingenti, gli attacchi di vario tipo portati dagli ‘insorti’ sono circa 40 per settimana, ha detto ancora La Russa. “Ci interroghiamo tutti, ogni giorno, ogni minuto. La mia risposta è identica a quella data fin qui dal presidente del Consiglio e cioé che siamo lì nell’ambito di una missione internazionale e verremo via quando lo farà anche il resto della missione internazionale”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rispondendo alla Telefonata di Maurizio Belpietro, su MattinoCinque, a proposito di quanto detto ieri dal premier Berlusconi che si interroga se “serva davvero” restare in Afghanistan. “Benché ci si interroghi, come ha detto il presidente Berlusconi, sulla missione in Afghanistan, non credo tocchi a noi in questo momento vanificare lo sforzo di chi è lì da tanto tempo”.  Quello che possiamo fare, ha aggiunto La Russa, “é dettare delle condizioni perché i nostri militari possano operare nel modo migliore”. La situazione in Afghanistan “preoccupa, occorrono delle contromisure, ma non ci è sfuggita di mano”. Della necessità di adottare anche nel settore italiano “come minimo” le stesse contromisure adottate per le zone più a rischio del Paese La Russa parlerà “telefonicamente” anche con il generale Petraus, comandante della missione Isaf. “La situazione – ha affermato il ministro – è in forte evoluzione e noi riteniamo, i comandi militari riferiscono, che questo sia frutto di una avanzata della missione internazionale. Fintanto che nel Gulistan o a Bala Murghab non c’erano militari occidentali o afgani, gli ‘insurgents’ non avevano motivo di attaccare: ora che noi abbiamo occupato l’area, mantenuto gli avamposti, consentito a migliaia di afgani di rientrare nei loro villaggi, è chiaro che chi non vuole la stabilizzazione dell’Afghanistan reagisce come un lupo ferito e attacca disperatamente in tutti i modi”. Il ministro ha ribadito che, “mentre da un lato è diminuita la minaccia costituita dagli Ied, gli ordigni esplosivi improvvisati, per tutta una serie di contromisure prese, dall’ altro lato è aumentata la minaccia rappresentata dagli scontri a fuoco con armi leggere” e dagli attacchi agli avamposti, “come ieri, quando si è avuto una sorta di attentato che ricorda da vicino quello dei kamikaze, anche se in questo caso l’attentatore è rimato vivo ed è riuscito a scappare”, dopo aver colpito “in maniera proditoria”. Dopo aver convocato ieri i vertici militari, “gli indirizzi che ho dato – ha spiegato La Russa, che oggi riferirà alla Camera sull’uccisione dell’alpino Luca Sanna – è che bisogna sollecitare contromisure adeguate. Voglio sapere nei dettagli – ha aggiunto – le condizioni in questi avamposti di pochi metri quadrati, dove gli italiani passano forse un numero troppo lungo di giorni, con un aiuto da parte dei soldati afgani che nel caso specifico è stato l’opposto di un aiuto. Si può discutere – ha aggiunto – sulle modalità di questa nuova fase, come contrastare al meglio una minaccia che è cambiata”. La Russa ha detto che sentirà telefonicamente il generale Petraeus, comandante della missione Isaf, per “ribadire la necessità che anche nell’ovest dell’Afghanistan, dove sono schierati i militari italiani, vi è lo stesso indice di pericolosità dell’Helmand e che quindi ogni contromisura presa lì deve essere prevista come minimo anche per la nostra area”. Dove, nonostante i pericoli, “é incredibile il livello del morale dei nostri ragazzi. Sono loro – ha concluso il ministro – che infondono coraggio a noi”.

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