L’ultima pubblicazione del nostro blogger Giovanni Cardona, intitolata “In Giustizia”, sottotitolata “Per una rilettura letteraria giuridica e civica delle ingiustizie”, raccoglie in forma novellare, articolistica e tematica le aporie genetiche della macchina Giustizia in tutte le sue sfaccettature, scandagliate attraverso la narrazione in eterogenei alvei culturali che costituiscono il vero leitmotiv che con una coerenza wagneriana riassumono il tempo presente, severamente giudicato nelle sue caratteristiche etiche, culturali, educative, politiche e di costume in genere.

Ciò che si coglie dalla lettura del poderoso volume è la valenza del grigio nichilismo che involge il vivere civile contrastante con la cromaticamente colorata razionalità espressa della Giustizia.

La paura che ne deriva dalla negazione della Giustizia, costituisce il demone più sinistro tra quelli che si annidano nelle società aperte del nostro tempo.

Ci si scorge una Giustizia incerta, fragile, insicura che non scandisce i tempi del vivere collettivo, ma che per converso, congela gli attimi di illegalità diffusa facendo perdere di significato il predominio dello Stato sulla condizione comune, stravolgendo le possibilità e i limiti della libertà di scelta individuale.

La conclusione caratterizzante l’opera è che il controllo operato dalla Giustizia attraverso i suoi naturali strumenti è fallito, ed il demone della paura non possa essere esorcizzato finché non si applicheranno tecnicismi algoritmici di decisione, laddove oggi vige una arbitraria e pilotata volontà regolatrice del vivere collettivo.