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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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La fine del Ponte Morandi un anno dopo dal crollo Venerdì 28 giugno è stata distrutta l'infrastruttura

La fine del Ponte Morandi un anno dopo dal crollo Venerdì 28 giugno è stata distrutta l'infrastruttura
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di Fameli Foti Rosa

Venerdì 28 giugno 2019 alle ore 9.37 circa è scomparso quel che restava del Ponte Morandi di Genova. Finito di costruire nel 1967 dietro il progetto redatto dall’Ingegner Morandi, poi crollato e diviso in due tronchi lo scorso 14 agosto 2018, per motivi ancora da accertare, sono due i piani su cui giace la verità sul crollo del Ponte Morandi. Il primo è quello strettamente giudiziario: le indagini della Procura di Genova, con una montagna di carte e un’altra che sarà prodotta dal lavoro dei periti. Arrivare alla verità giudiziaria sarà un iter lungo e logorante anche per i parenti delle vittime. L’altro piano: le indagini ed i fatti di cronaca, emerge un sistema di gestione da parte della società autostrade non proprio perfetto. A circa un anno di distanza sono iniziati i lavori di smaltimento del ponte monco. La tabella oraria per la demolizione è stata modificata grazie alla prontezza dei vigili del fuoco; si sospettava che una o più persone si fossero barricate dentro la propria abitazione.

Una volta trovate sono state fatte evacuare. Le aziende che hanno lavorato al progetto di alienazione hanno dovuto riassettare tutto il programma. Il ponte è imploso in cinque secondi, caduto su sè stesso. Genova è in lutto, un’icona della città è scomparsa per sempre! Era il simbolo dell’industrializzazione degl’anni ’60, della ripresa economica, visto da tutti come una struttura solida e indistruttibile. Un tonfo al cuore dentro ogni persona che abbia assistito a tale operazione; certamente maggiore dispiacere per i genovesi, per chi passava ogni giorno da quel ponte per lavoro; il ponte collegava due assi importanti di Genova. L’operazione è andata a buon fine, conclusosi con un applauso di compiacenza misto a dolore. Le cariche esplosive sono servite per eliminare le pile 10 e 11, i tiranti attaccati alla roccia sono stati i primi a saltare, con esplosivo al plastico adoperato dall’esercito, la dinamite messa sui piloni, un mare di acqua per mitigare le polveri, con ben dodici irrigatori accesi, le grandi vasche riempite di esplosivo sull’impalcato si sono alzate per decine di metri, oltre tanta terra per attenuare l’urto della caduta della struttura, che sarà messo a disposizione per l’analisi del quantitativo di amianto. La qualità dell’aria verrà controllata subito dopo l’esplosione, e coloro che siano rimasti fuori casa saranno eventualmente fatti rientrare. Circa 500 persone evacuate, altre nel raggio di 300 metri saranno spostate, si parla di circa 2900 persone. La protezione civile ha lavorato molto per mettere le persone al sicuro nei punti di raccolta. Anche la viabilità delle strade in Genova ha subito variazioni.

Diverse manifestazioni di protesta contro l’esplosione; molte persone in ansia per la dispersione di fibre di amianto post evento, e poi per gl’oltre ventimila metri cubi di materiale che rimarrà a terra. Sulla gestione dei detriti dal ministro dell’infrastrutture e dei trasporti Danilo Tolinelli, quelli che avranno una percentuale superiore ai mille milligrammi di amianto saranno considerati rifiuti speciali in discarica. In ben sei secondi è crollato dunque il maestoso ponte di Broklyn così chiamato per la vaga somiglianza con il ponte americano, preceduto dal suono della sirena per ben tre volte. È servito una tonnellata di esplosivo per l’operazione. Il sindaco di Genova Bucci compiaciuto: “tutto è andato per il meglio secondo il programma. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato”. Le operazioni di sgombro delle case sono iniziate all’alba per i residenti di via Fillak. Circa 3400 persone sono state allontanate dalla zona rossa. La protezione civile nazionale, regionale e comunale ha gestito una delle più grandi operazioni di evacuazione della storia di Genova con ben oltre 3000 persone evacuate. Subito dopo l’implosione è stato previsto il trasferimento negli stabilimenti della Fincantieri di Sestri per esaminare le travi. Ad assistere al crollo il vice premier e il ministro dell’interno Matteo Salvini, il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio. Tutti i residenti della zona rossa sono stati accolti in un’aerea di sicurezza nei pressi dell’Ikea, poco distante. Presente anche il presidente della Regione Giovanni Toti. Il traffico per l’occasione deviato e bloccato ai mezzi pesanti.

In ogni caso 1200 brande sono state allestite in zona fiera del mare, per chi fosse costretto a restare fuori casa. “Da domani si vedrà la trave sul primo pilastro del nuovo ponte di cui stiamo gettando le fondamenta>>, così ha dichiarato Toti. L’operazione controllata delle pile10 e 11 del viadotto Polcevera è avvenuta in quattro fasi riassunte dalla prefettura di Genova. Prima fase, per la campata 11, si è verificato il taglio degli stralli con cariche esplosive direzionali, dette «cariche cave» fornite e posizionate dal IX Reparto «Col Moschin» dell’Esercito. Seconda fase per la pila 10 che alla pila 11 è avvenuta l’elevazione di un muro d’acqua in quota attivata da cariche esplosive fino ad una altezza di circa 90 metri, mitigando la diffusione di polveri. Fase 3 – ha consentito l’annullamento delle strutture portanti di entrambe le campate, nonché dei due pilastri che reggevano gli stralli alti circa 92 metri. Per attutire la caduta il terreno sottostante è stato coperto di materiale inerte. Fase 4 – innalzamento di muri d’acqua, alti circa 40 metri, ai lati di entrambe le pile ha consentito un vero e proprio filtro laterale per una parte preponderante delle polveri generate dalla caduta dei manufatti. Tutte le fasi si sono sviluppate nell’arco di 6 secondi, utilizzando circa 500 inneschi elettronici, oltre 500 kg di dinamite e 5000 metri di miccia detonante.

Il nuovo ponte invece sarà una struttura ecosostenibile, con la presenza di pannelli solari lungo tutta la luce che andrà ad alimentare l’illuminazione notturna dello stesso. L’idea è quella di una nave ormeggiata sulla valle, linea semplice e struttura iper sicura, in color acciaio chiaro, servirà ad attrarre più luce, da un’idea dell’Architetto Renzo Piano. Il progetto è stato scelto dal commissario straordinario Marco Bucci, che ha vagliato una serie di proposte. La realizzazione è stata affidata a Per Genova, Joint Venture tra Salini Impregilo e Fincantieri Infrastructure. Sarà un ponte d’acciaio di 1.067 metri, 18 pile ellittiche di cemento armato, 19 campate che costituiranno la travata continua dell’opera. Il 25 giugno 2019 la prima gettata di cemento della pila 9 del nuovo ponte di Genova, ha dato l’avvio ai lavori. La forma richiamerà la prua e la forma di una nave o meglio dire la sua sezione. Sarà prevista una carreggiata pedonale e inoltre una barriera anticaduta e antivento alta 2.50 metri.

Il progetto finale è il frutto di uno specifico studio, mirato a minimizzare la necessità di interventi di manutenzione. Anche un ponte tecnologico, moderno al passo con i tempi, un ponte intelligente, in grado di fornire in modo autonomo dati sul comportamento delle varie parti e di dare informazioni sul suo stato di esercizio e strutturale, attraverso un sistema di sensori. Sono state previste delle carreggiate di emergenza per eventuali lavori straordinari e per garantire la sicurezza stradale. Un parco sarà costruito nei pressi, tramite un memoriale, per ricordare le vittime del crollo e restaurare l’ ecosistema della valle, completamente devastato, anche dal punto di vista psicologico di chi guarda, quasi tutti affezionati alla vecchia visione del ponte di Brokleen. Nicola Meistro, amministratore delegato di Per Genova, ha ricordato che «il cantiere già da mesi sta operando incessantemente occupando giorno dopo giorno ogni metro di area disponibile. Obiettivo consegnare alla citta e ai genovesi un ponte che non sia solo solido e sicuro, con tecnologie all’avanguardia, ma anche bello ed eco-sostenibile».