Il primo maggio è la festa di quel che resta dei lavoratori e da un po’ di
anni, a Taranto, si festeggiano i lavoratori nel senso più nefasto della
parola. Vogliono mandare a casa migliaia di veri lavoratori, lasciando sul
lastrico le loro famiglie. Il Governatore della Puglia Michele Emiliano, i
No Tap, i No Tav, il comitato “Liberi e Pensanti”, un coacervo di stampo
grillino, insomma, non chiedono il risanamento dell’Ilva, nel rispetto del
diritto alla salute, ma chiedono la totale chiusura dell’Ilva a dispregio
del diritto al lavoro, che da queste parti è un privilegio assai raro.
Vediamo un po’ perché li si definisce nullafacenti festaioli?
Secondo l’Istat gli occupati in Italia sono 23.130.000. Ma a spulciare i
numeri qualcosa non torna.
Prendiamo come spunto il programma “Quelli che… dopo il TG” su Rai 2. Un
diverso punto di vista, uno sguardo comico e dissacrante sulle notizie
appena date dal telegiornale e anche su ciò che il TG non ha detto.
Conduttori Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Mia Ceran. Il programma andato
in onda il primo maggio 2018 alle ore 21,05, dopo, appunto, il Tg2.
«Primo maggio festa dei lavoratori. Noi abbiamo pensato una cosa: tutti
questi lavoratori che festeggiano, vediamo tutte ste feste. Allora noi ci
siamo chiesti: Quanti sono quelli che lavorano in Italia. Perchè saranno ben
tanti no?
Siamo 60.905.976 (al 21 ottobre 2016). Però facciamo così.
Togliamo quelli sotto i sei anni: 3.305.574 = 57.600.402 che lavorano;
Togliamo quelli sopra gli ottant’anni: 4.264.308 = 53.336.094 che lavorano;
Togliamo gli scolari, gli studenti e gli universitari: 10.592. 685 =
42.743.409 che lavorano;
Togliamo i pensionati e gli invalidi: 19.374.168 = 23.369.241 che lavorano;
Togliamo anche artisti, sportivi ed animatori: 3.835.674 = 19.533.567 che
lavorano;
Togliamo ancora assenteisti, furbetti del cartellino, forestali siciliani,
detenuti e falsi invalidi: 9.487.331 = 10.046.236 che lavorano;
Togliamo blogger, influencer e social media menager: 2.234.985 = 7.811.251
che lavorano che lavorano;
Togliamo spacciatori, prostitute, giornalisti, avvocati, (omettono
magistrati notai, maestri e professori), commercialisti, preti, suore e
frati: 5.654.320 = 2.156.931 che lavorano;
Ultimo taglietto, nobili decaduti, neo borbonici, mantenuti, direttori e
dirigenti Rai: 1.727.771 = 429.160 che lavorano».
Questo il conto tenuto da Luca e Paolo con numeri verosimili alle fonti
ufficiali, facilmente verificabili. In verità a loro risulta che a rimanere
a lavorare sono solo loro due, ma tant’è.
Per non parlare dei disoccupati veri e propri che a far data aprile 2018 si
contano così a 2.835.000.
In aggiunta togliamo i 450.000 dipendenti della pubblica amministrazione dei
reparti sicurezza e difesa. Quelli che per il pronto intervento li chiami ed
arrivano quando più non servono.
Togliamo ancora malati, degenti e medici (con numero da precisare) come gli
operatori del reparto di ortopedia e traumatologia dell’Ospedale di Manduria
“Giannuzzi”. In quel reparto i ricoverati, più che degenti, sono detenuti in
attesa di giudizio, in quanto per giorni attendono quell’intervento, che
prima o poi arriverà, sempre che la natura non faccia il suo corso facendo
saldare naturalmente le ossa rotte.
A proposito di saldare. A questo punto non solo non ci sono più lavoratori,
ma bisogna aspettare quelli futuri per saldare il conto.
Al primo maggio, sembra, quindi, che a conti fatti, i nullafacenti vogliono
festeggiare a modo loro i pochi veri lavoratori rimasti, condannandoli alla
disoccupazione. Ultimi lavoratori rimasti, che, bontà loro, non fanno più
parte nemmeno della numerica ufficiale.