“Quel maledetto novecento”, il libro di Francesco Tropeano: “Maropati tra storia e vuoti di memoria”
Ott 20, 2025 - redazione
Dopo il Patto dell’Oblio, Francesco Tropeano ci riporta nelle atmosfere cupe degli anni più bui del secolo scorso tra guerre, dittature e bibliche migrazioni. Il punto di partenza è Maropati, un piccolo paese del sud, che ha dato i natali non solo a grandi scrittori e poeti, ma a tutta un serie di persone e personaggi ormai quasi completamente dimenticati. Come ad esempio John Camillò, classe 1897, politicizzatosi durante la Grande Guerra e poi seguito ed inseguito dalla polizia segreta fascista fino agli Stati Uniti, dove era emigrato e da dove curava una fitta corrispondenza con Errico Malatesta, il piccolo grande leader anarchico, protagonista, fra l’altro, delle lotte del biennio rosso. Oppure Vincenzo Romeo, il bracciante socialista che, ancora in pieno fascismo, si affaccia al balcone di casa ed in un affollato “comizio” si lancia in una lunga e pesante invettiva contro le più alte autorità locali del regime. Poi ci sono i partigiani di Maropati, che hanno combattuto nel centro nord, come Giuseppe Mercuri, il valoroso carabiniere partigiano del Comando Gran Sasso, o Rosario Pascale, il mitico Comandante Saro della Guerra dei Poveri di Nuto Revelli oppure Franco Sergio, Alioscia, l’eroe ciabattino fucilato in Piemonte nel giorno di San Valentino. Infine i prigionieri di guerra che ritornano in paese dopo lunghi mesi di sofferenze e privazioni.
Piccole storie nobili della profonda provincia italiana, i cui protagonisti erano giovani di allora, che come altri giovani delle generazioni successive, non erano né rassegnati, né acquiescenti, né resilienti come volevano (e vogliono) le vestali dell’ordine costituito. Erano semplicemente belli, ribelli e resistenti.