Il Comune di Mendicino risponde a muso duro a Vena e company sulla richiesta di scioglimento del Consiglio comunale

banner bcc calabria

banner bcc calabria

La recente sentenza della Corte Costituzionale n. 91/2025 sul mancato rispetto del termine per l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato ha dato alla testa ad un gruppo di ex amministratori del Comune di Mendicino, fra i quali figurano anche consiglieri di minoranza attualmente in carica.

Il gruppetto di “illuminati giuristi” chiede al Prefetto di Cosenza lo scioglimento del Consiglio comunale per l’inosservanza del suddetto termine, qualificato dal TUEL come “perentorio”. Tuttavia i nostri “eroi” (si fa per dire) sbagliano del tutto le date e questo la dice lunga sulle capacità amministrative dei soggetti in questione.

Giova ricordare che per il Comune di Mendicino i termini non decorrono dalla data di nomina dell’Organismo Straordinario di Liquidazione, ma dalla data di insediamento dell’Organo esecutivo a seguito dell’espletamento delle nuove elezioni amministrative. Non è questa una questione di lana caprina, ma serve ad evidenziare che la situazione è sostanzialmente differente da quella analizzata dalla Suprema Corte.  Si legge in sentenza, difatti, che “la norma di cui all’art. 259, comma 1, t. u. enti locali prevede, per l’amministrazione in carica che ha già condotto l’ente al dissesto, un’ulteriore possibilità di costruire un’ipotesi di bilancio in riequilibrio: un’ultima chance per dimostrare di essere in grado di amministrare la cosa pubblica, possibilità che è necessariamente vincolata nei tempi, per evitare che al primo dissesto ne seguano altri a catena” e che quindi la scelta del legislatore non appare di per sé irrazionale, in quanto “sarebbe difficile ipotizzare di poter fare ancora affidamento su un’amministrazione che è già ripetutamente venuta meno agli impegni assunti con il mandato elettorale”. Trattasi dunque di due casi diversi: il primo – quello relativo alla sentenza della Corte – che fa riferimento a una amministrazione che ha mandato il proprio Ente in dissesto e che poi non si è riuscita a riorganizzarlo con il bilancio stabilmente riequilibrato; il secondo – quello del Comune di Mendicino – che riguarda un’Amministrazione nuova, appena insediata, che ha trascorso i primi 90 giorni a riorganizzare la macchina amministrativa in assenza di risorse, priva di un Responsabile Finanziario ed impossibilitata a procedere a un incarico proprio a causa del dissesto.

«Le difficoltà che sta affrontando questa Amministrazione sono frutto di grossi problemi finanziari e organizzativi, quale pesante eredità lasciata da chi ha precedentemente “sgovernato”. È paradossale, pertanto, che fra i firmatari della richiesta di scioglimento al Prefetto vi sia proprio quell’Angelo Greco – ex Vice Sindaco ed ex Assessore al Bilancio della precedente Amministrazione – che è stato palesemente bocciato dai Commissari Prefettizi, per una gestione economico-finanziaria che faceva acqua da tutte le parti» – commenta la Sindaca Irma Bucarelli.

Per Bucarelli però, più di tutti è la figura di Raffaele Vena – da qualcuno definito “ex Amministratore di lungo corso” – ad essere interessante sotto il profilo antropologico e finanche filosofico: «soggetto dall’ambizione sfrenata, bramoso di potere, decapitatore seriale delle Amministrazioni in carica fra cui quella dell’ex Sindaco Franco Bisogno nella quale egli stesso era Vice Sindaco, da lui interrotta in un momento di grande crescita della nostra Città.  Un soggetto  smanioso di fare il Sindaco, ma che proprio per questo non vi riuscirà mai. Proprio quel Raffaele Vena desideroso di candidarsi nella mia lista, con annessa l’irricevibile richiesta di nomina a Vice Sindaco, Assessore all’Ambiente e Assessore ai Lavori Pubblici. Tutto lui e solo lui!».

Per la Prima Cittadina, sono proprio questi i veri nemici di Mendicino! Quelli che, pur di guadagnare un posto al sole, preferiscono che il Comune sprofondi nell’abisso.

Detto questo, rimarchiamo che il Bilancio Stabilmente Riequilibrato del Comune di Mendicino non è mai stato bocciato dalla COSFEL, la quale ha solo richiesto delle integrazioni documentali (come peraltro avviene per tutti i Comuni dissestati), che sono state puntualmente fornite e lo stesso è in attesa di approvazione. La stessa COSFEL, peraltro, ha già approvato la rideterminazione della dotazione organica dell’Ente.

In ultimo, certamente non per importanza, ricordiamo che lo scioglimento del consiglio comunale previsto dall’art. 141, comma 1, lettera a) del TUEL non è automatico, ma è di competenza degli Organi dello Stato a seguito dell’apertura di un procedimento valutativo che conserva ampi margini di discrezionalità amministrativa. E stando alla folle tesi di Vena e company, il Governo dovrebbe sciogliere il 100% degli Enti dissestati.

E come nel Deserto dei Tartari, i nostri “eroi” possono continuare ad attendere nel loro desolato avamposto l’arrivo di quel fantomatico nemico che però non si manifesta mai.