Purtroppo aveva ragione Defoe quando disse che “L’uomo
non si vergogna di peccare, ma si vergogna di pentirsi”. C’è un giornale
regionale, di cui ovviamente non farò il nome, dove a seguito
di un incidente stradale avvenuto domenica scorsa sulla superstrada
Jonio-Tirreno, all’altezza di Cinquefrondi, hanno perso la vita sei persone.
Questo quotidiano, con un atto di grande genialità, titola la prima pagina,
così: “Scontro frontale, 6 morti
nel Reggino. Quattro giovani di Siderno e due platiesi: un condannato per
‘ndrangheta e il figlio”. Ora, solo a leggere la fine del titolo si rabbrividisce,
ma poi lo ribadisce eh. No. Non si ferma nel resoconto del tragico espisodio
sulle pagine interne, ossia che, c’era tra le vittime “un condannato per ‘ndrangheta”.
Ora, dinanzi ad una tragedia immensa e dolorosa
come questa, io non so se tale trovata “geniale” è stata messa in atto per
vendere più copie (ma spero di no e non ci voglio nemmeno credere). Che diavolo
c’entra che uno dei morti era stato condannato per ‘ndrangheta? Che cosa cambia
nel contesto giornalistico del fatto? Esiste ancora uno scorcio di pudore in
questo diavolo di mondo, nonchè la vergogna per un titolo orripilante, becero e
soprattutto, consentitemi di dirlo, vigliacco! Una caduta di stile fatta non da
un giornale qualunque, ma dal quotidiano regionale con il maggior numero di
vendite in Calabria (sic!).
Mi sarei dopo questa infelice uscita, che ne so
delle scuse, un pentimento ad aver sbagliato, magari perché leso di più un
dolore ai familiari di queste vittime che piangono la mancanza dei loro cari
(anche se condannati per ‘ndrangheta). Faccio un azzardo, anche dire un
“mea culpa” del direttore per questo atto vile di sciacallaggio
mediatico. Ed invece no. Come da memoria sant’agostiniana che perseverare è
diabolico, si trova conferma nel piccolo e striminzito comunicato messo tra le
colonne della notizia, il giorno dopo. Con un titolo, “Cronaca e memoria
storica”, come se fosse una difesa del loro operato, ma a mio avviso, è stata
una
vera e propria ammissione di colpa che (vuoi la presunzione di non sbagliare
mai o la cecità?) loro non hanno voluto ammettere. Lo riporto tutto:
«Aver
riferito elementi biografici relative alle vittime del terrificante incidente
avvenuto l’altro ieri sulla superstrada Jonio-Tirreno non può e non dev’essere
considerata una cinica speculazione. Fornire – facendolo peraltro, proprio per
rispetto, in forma asettica, quasi notarile – particolari di cronaca che
riguardano una persona fa parte del diritto-dovere di ogni giornalista.
La storia personale di ciascuno rimane quella che
è, anche nel contesto del resoconto di una tragedia immane come quella di
domenica scorsa. Nessuno, comunque, si sarebbe mai sognato di offendere, “davanti
alla morte”, le vittime o mancare di rispetto all’immenso dolore dei familiari».
La vergogna continua. E se è pur
vero come disse Shaw che “Il valore di una persona dipende dal numero di cose
delle quali si vergogna”…lascio a voi giudicare.
A loro avviso non hanno fatto nessuna “cinica
speculazione”, invece a mio avviso c’è stata ed in maniera “asettica”!
E continua dicendo (offendendo due volte) per
l’ennesima volta un uomo non morto perché condannato per ‘ndrangheta, ma a
causa di un incidente stradale insieme al proprio figlio. Che “La storia
personale di ciascuno rimane quella che è, anche nel contesto del resoconto di
una tragedia (…)”. Ma siamo diventati matti? E con la faccia tosta che si ritrovano
addirittura, come se nulla fosse conclude scrivendo “Nessuno, comunque, si
sarebbe mai sognato di offendere, “davanti alla morte”, le vittime o mancare
di
rispetto all’immenso dolore dei familiari”.
Nessuno che dice una parola. Solo l’indignazione
dei cittadini. Dove sta l’Ordine dei giornalisti? Credo che prenderà
provvedimenti per questa cosa? Me lo auguro davvero. E tutti quei giornalisti
che lavorano nelle varie testate regionali, l’hanno presa la distanza da questo
asetticismo diabolico? Assolutamente no! Tutti quei giornalisti (che passano
come un nonnulla da giustizialisti a “Garantisti”), che si riempiono la bocca
sognando di essere i “Michele Santoro” e vedono pure, che ne so, anche la mafia
nei pistacchi siciliani per produrre del gelato, dove stanno? Nessun politico,
ha speso una parola per dire semplicemente, “Direttore della Gazzetta del Sud,
dott. Notarstefano, ma un pochettino, cavolo, potresti ammettere di aver
sbagliato? Caro direttore, basta un attimo e lei ne guadagnerà di umiltà e di
spessore umano, solo se lei uscisse in prima pagina domani, e scrivesse
semplicemente: Scusate ho sbagliato!
Solo a titolo di servizio, riporto per intero la
frase di Sant’Agostino, non si sa mai, «errare
humanum est, perseverare autem diabolicum».