PARTITO DEMOCRATICO CITTANOVA, “LA SINDROME COMUNARDO NICCOLAI DEL SINDACO”
VIDEOINVITO DEL DIRETTORE DI APPRODO PER MARTEDI 24 GIUGNO ORE 20,30 PER LA DIRETTTA SUL PORTALE FACEBOOK E SUL PORTALE GIORNALISTICOGiu 23, 2025 - redazione
La recente videointervista del Sindaco di Cittanova, avv. Antico Domenico, diffusa via social da un locale portale di informazione on line è al limite del delirio.
Cresciuti e abituati ai Varietà del sabato sera di grande spessore e qualità, quali Canzonissima, Studio Uno, Senza Rete, Teatro 10 e a conduttori come Alberto Lupo, Mina, Johnny Dorelli, Corrado, Mike Bongiorno e Pippo Baudo, solo per citarne alcuni, lo scorso sabato sera, quanti, curiosi e in buona fede, si erano illusi di poter rivivere almeno in parte quelle esperienze, si sono dovuti invece accontentare di uno scadente varietà di periferia con numeri che hanno fatto ricordare il migliore Cetto La Qualunque e superare il Bagaglino di Manlio Dovì.
La grancassa mediatica che aveva annunciato l’evento, manco fosse Sanremo, lasciava presagire scottanti verità. Ci si aspettava, pertanto, di trovarsi con un sindaco posto sotto le forche caudine da parte di un giornalista che non gli desse scampo con le sue implacabili domande, ci si aspettava di ascoltare un Bob Woodward che tirasse fuori “la pistola fumante” e svelasse un nuovo scandalo Watergate di casa nostra. Ci si è ritrovati, invece, pur ribadendo il nostro assoluto rispetto nei riguardi della funzione dei giornalisti e della persona, con un imbarazzante corista di palazzo a fare da testa d’ariete e spalla ad una pessima e misera recita di un sindaco, il quale non potendo nascondere oltre la verità, tenta adesso di cambiare spartito e suonare un’altra musica.
Intanto, è necessario sfatare la leggenda che sia stata la minoranza a creare il casus belli. La vicenda, in verità, è tutta interna alla maggioranza consiliare, per la precisione è tutta addebitabile al sindaco e alle sue bugie che, come un disco rotto, ha continuato a sostenere per anni che gli abusi edilizi – accertati in provvedimenti amministrativi definitivi e da lui stesso riconosciuti in una richiesta di sanatoria respinta dall’Ufficio tecnico – non sussistevano.
A queste bugie si sono aggiunte le eccentriche iniziative della Responsabile dell’Ufficio tecnico la quale, dopo avere per lungo tempo inspiegabilmente trascurato di fare il proprio dovere, si è ricordata improvvisamente (probabilmente a seguito dei solleciti della Prefettura di Reggio Calabria) di un modesto elaborato che l’avv. Antico aveva ricavato dagli atti di un procedimento penale al quale, peraltro, il Comune era estraneo. In tale elaborato, sfornito di qualsiasi rilievo tecnico e raccolto in due paginette (definirlo perizia è ingeneroso per i professionisti che si dedicano con rigore professionale a tali incombenze), si asseriva – contrariamente alle evidenze – che l’avv. Antico nel costruire il muro di cinta della sua abitazione non avrebbe invaso l’area riservata a parcheggio posta in prossimità della pubblica via. La Responsabile dell’Ufficio tecnico, alla quale poco prima il sindaco aveva nuovamente attribuito la titolarità del Settore, elevando strumentalmente a vangelo le personali considerazioni riportate nell’elaborato, commissionava a spese del Comune un accertamento tecnico ad un perito agrario, lasciando intendere alla possibilità che potessero essere stati taroccati i rigorosi accertamenti svolti con l’impiego di adeguata strumentazione tecnica dal suo stesso Ufficio qualche anno prima, sebbene sulla scorta di tali accertamenti fosse stata emessa un’ordinanza di demolizione che i privati destinatari, consapevoli dell’abuso, avevano ritenuto di non dovere impugnare e che per tale motivo era da tempo divenuta definitiva.
Poiché l’esito di tale accertamento tecnico, a spese delle casse comunali, tardava ad arrivare (e oggi ne comprendiamo finalmente il motivo), la Prefettura, stanca dell’atteggiamento dilatorio che veniva opposto ai propri autorevoli e reiterati solleciti, disponeva la convocazione urgente del Consiglio Comunale per discutere del conflitto di interesse del sindaco.
Gli effetti di tale autorevole intervento della Prefettura sono ben noti: la stessa maggioranza è implosa e due suoi importanti componenti, tra i quali il vicesindaco, ritenendo non plausibili le affermazioni dell’avv. Antico e valutando di dubbia legittimità le iniziative dell’Ufficio Tecnico, hanno deciso di non votare a favore del sindaco che è riuscito a raccogliere a proprio favore solo sei voti su tredici.
Si deve, dunque, al Sindaco e solo a lui l’ingloriosa farsa nella quale ha deciso di trascinare l’Istituzione comunale nell’ennesimo disperato tentativo di tutelare un personalissimo interesse economico.
Comprendendo, finalmente, che l’arrogante atteggiamento di sfida nei confronti della Prefettura era giunto ad un punto di non ritorno, la perizia commissionata al perito agrario sembrerebbe essere stata finalmente acquisita dall’Ufficio Tecnico. Tuttavia, essendo il suo contenuto ben diverso dalle aspettative, si è posto in essere un singolare espediente per sottrarla alla cognizione dei consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, facendo commettere al personale dell’ufficio protocollo un grave illecito, sul quale si confida venga fatta piena luce.
Agli atti del Comune risulta formalmente attestato che la perizia sarebbe stata acquisita al protocollo comunale, ma tale circostanza non è vera. Il fatto, di inaudita gravità (visto che l’attestazione del protocollo è destinata a valere fino a querela di falso) è venuta alla luce dalle verifiche eseguite dalla Responsabile del Settore I, dal quale l’Ufficio protocollo dipende, la quale non è stata nelle condizioni di rilasciare la copia della perizia ai consiglieri comunali che ne avevano fatto richiesta in quanto – contrariamente a quanto certificato dal personale dell’Ufficio – l’elaborato e gli allegati menzionati nella nota di accompagnamento sottoscritta dal professionista non erano mai transitati dal protocollo.
La ragione per la quale, attraverso tale illecito espediente, è stato impedito ai consiglieri comunali di esercitare il diritto di accesso loro attribuito dall’art. 43 comma 2 TUEL è presto detto: la perizia, che è servita solo a prendere tempo, si è rivelata un boomerang in quanto, contrariamente alle aspettative, ha confermato la sussistenza degli abusi. I consiglieri comunali, ai quali ancora oggi è preclusa la possibilità di esaminare la perizia, gelosamente custodita dalla Responsabile dell’Ufficio Tecnico, hanno appreso alcune parti del suo contenuto dall’ascolto dell’imbarazzate videointervista del Sindaco.
Non potendo nascondere la verità l’avv. Antico, abusando della compiacenza dell’intervistatore, ha tentato ancora una volta di manipolare i fatti adombrando misteriose manovre messe in at8to per offuscare la patente di onestà che egli stesso lsi è data.
In sostanza fino a ieri l’avv. Antico aveva assicurato Istituzioni e cittadini che il muro di cinta non era stato costruito sul suolo destinato a parcheggio e che l’abusiva traslazione del fabbricato era un’invenzione dell’Ufficio tecnico. Ora, che la tanto agognata perizia ha confermato l’esistenza di entrambi gli abusi, egli cambia registro e paventa oscure trame ordite (magari con la complicità dei Servizi Segreti) per impedirgli di svolgere l’incarico di primo cittadino.
La verità è che le bugie hanno le gambe corte e queste stesse identiche bugie sono già costate all’avv. Antico la decadenza dalla carica di consigliere comunale nella precedente esperienza amministrativa. Come nella precedente occasione egli, per perseguire un personalissimo interesse privato, riuscì a farsi comminare la decadenza e a disintegrare, al contempo, il gruppo consiliare di minoranza che lo sosteneva, così oggi, per l’identico personalissimo interesse, si è messo con impegno a disintegrare la coalizione di maggioranza che dovrebbe sorreggerlo, la quale, per le bizzarre iniziative del sindaco e per quelle altrettanto eccentriche della Responsabile dell’Ufficio tecnico, che dal sindaco è stata nominata nell’incarico, ha già cominciato a registrare importarti e clamorosi dissensi.
A dispetto di tante teorie complottiste una sola certezza è clamorosamente emersa da quel teatrino: la conferma, venuta peraltro da parte del diretto interessato, che vi è stata sia la traslazione del fabbricato sul terreno privato confinante e sia la sottrazione di suolo destinato a parcheggio pubblico, sebbene per cinque lunghi anni egli avesse temerariamente affermato il contrario.
Non sapendo più a quale santo votarsi, l’avv. Antico, preso dalla sindrome di Comunardo Niccolai, il più grande autogoleador di tutti i tempi, tenta ancora una volta di alzare polveroni adombrando oscure trame e prospettando al contempo (e contraddittoriamente) che si sarebbe trattato di un abuso a sua insaputa, imputabile all’impresa costruttrice.
L’ultima trovata estratta a sorte dal cilindro della sua fantasia è quella di sostenere che l’abusiva usurpazione del parcheggio pubblico non sarebbe, comunque, rilevante in quanto contenuta in circa sei metri quadri, facendo finta di non comprendere che non esiste una soglia di metri quadri al di sotto della quale è lecito accaparrarsi porzioni di suolo pubblico e soprattutto che tale soglia non può essere stabilita dal sindaco il quale, anzi, nella veste di rappresentante del Comune quel suolo pubblico ha l’obbligo di custodire, impedendo che possa essere abusivamente sottratto alla collettività.
Quello del quale discutiamo è l’esempio più eclatante, ma non è l’unico, di una gestione opaca della cosa pubblica che ha riportato il paese all’anno zero del rispetto delle regole, della legalità e della trasparenza.
Evidentemente, per il sindaco “Quod principi placuit, legis habet vigorem”, ciò che piace al principe, è legge.
Questa maggioranza aveva promesso che con il suo arrivo il Comune sarebbe diventato una casa di vetro ed invece si lavora alacremente e con grande disinvoltura per trasformare il Municipio in una selva oscura al servizio di prevalenti interessi privati.
Allarmante è stato, poi, l’ennesimo attacco, grave e indecente, condotto, con inusitata violenza verbale, nel corso della videointervista, nei confronti della Segretaria comunale dott.ssa Ester D’Amico e dei tecnici Arch. Michele Gentile e Arch. Salvatore Foti (quest’ultimo oggi in servizio presso il Comune di Villa San Giovanni). Si tratta di dirigenti e funzionari che hanno l’unico difetto di non volere cedere alle lusinghe e neppure alle minacce e che per tale ragione sono stati fatti segno, nell’inenarrabile sproloquio dell’avv. Antico e del suo intervistatore, di gravi e gratuite allusioni.
A loro, che certamente sapranno tutelare nelle sedi consentite la specchiata reputazione personale e professionale, va la solidarietà incondizionata di tutte le forze sane della nostra cittadina che non possono tollerare oltre che il primo cittadino continui a gettare fango sulle persone perbene e sull’Istituzione comunale che dovrebbe, invece, rappresentare e tutelare, nel maldestro tentativo di manipolare i fatti e condizionare l’operato degli Uffici comunali per perseguire discutibilissimi interessi personali.
Il sindaco (che è autore degli abusi edilizi e contemporaneamente titolare del potere di nomina del Responsabile dell’Ufficio Tecnico che quegli abusi dovrebbe reprimere) ha esibito più volte durante la videointervista gli elaborati grafici della relazione tecnica che il perito agrario avrebbe consegnato direttamente nelle mani della Responsabile dell’Ufficio Tecnico.
Atteso che ai consiglieri comunali è stato fino ad oggi impedito di esercitare le facoltà di conoscenza e controllo dell’attività amministrativa, è lecito domandarsi a che titolo, in che data e da chi il Sindaco abbia ricevuto la perizia, che ancora oggi viene inspiegabilmente negata ai consiglieri comunali.