Tavernise (M5S): “A Cariati l’ospedale è solo sulla carta. La Regione non può più voltarsi dall’altra parte”

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Il Presidio Ospedaliero “Vittorio Cosentino” continua a essere un simbolo del fallimento della sanità calabrese. A un anno dall’annuncio della riapertura, il Pronto Soccorso resta chiuso, i reparti sono vuoti e il personale è ridotto all’osso. A pagarne le conseguenze sono, ancora una volta, i cittadini e gli operatori sanitari.

Non possiamo più accettare questa situazione. Come consigliere regionale e come rappresentante del Movimento 5 Stelle, ho il dovere di dare voce alla denuncia lanciata dalla segreteria territoriale del sindacato Nursind, per bocca del rappresentante Nicodemo Capalbo. Si tratta di un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato.

Nel presidio di Cariati mancano infermieri, tecnici, operatori. Gli Ambulatori Territoriali sono prossimi al collasso, con personale che va in pensione senza essere sostituito. Il Laboratorio Analisi lavora al minimo, generando spese straordinarie che pesano sull’ASP. La RSA medicalizzata è al limite: servono almeno 13 unità infermieristiche per garantire assistenza adeguata. E nel Consultorio Familiare una sola ostetrica si ritrova a gestire da sola decine di pazienti.

Non possiamo parlare di sanità pubblica se i servizi essenziali vengono lasciati morire. Il Nursind ha anche indicato soluzioni concrete: scorrimento delle graduatorie, avvisi urgenti per nuove assunzioni, prestazioni aggiuntive per chi già lavora. Proposte che vanno ascoltate, non ignorate.

Rinnovo con forza il mio appello al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e alla dirigenza dell’ASP di Cosenza: intervenite subito. Non c’è più tempo da perdere. Il diritto alla salute non può essere garantito solo nei proclami, ma nei fatti, ogni giorno, in ogni presidio.

Cariati e l’intera costa jonica meritano rispetto, dignità e servizi. Non smetterò di battermi finché quell’ospedale non tornerà a essere ciò che la legge prevede: un presidio pubblico aperto, efficiente e al servizio dei cittadini.