Sono 115 le società di trasporto controllate di aereo nazionali e straniere, accertati omessi versamenti per quasi 300 mila euro
Lug 28, 2025 - redazione
Nell’ambito delle attività di controllo sul corretto assolvimento degli obblighi tributari, il Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, unitamente ai finanzieri della locale Sezione Aerea, ha eseguito un’attività ispettiva di polizia economico finanziaria nei confronti di numerosi vettori aerotaxi ed elitaxi che hanno operato, negli anni tra il 2021 e il 2023, presso il locale scalo aeroportuale.
In tale contesto, le Fiamme Gialle lametine hanno accertato che i vettori hanno omesso il versamento all’Erario della cosiddetta “tassa di lusso”, prevista dal decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (”Disposizioni per la tassazione di auto di lusso, imbarcazioni ed aerei”, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214), imposta dallo Stato Italiano sui voli privati utilizzati per il trasporto passeggeri.
Introdotta nel 2011, l’imposta è calcolata in base alla distanza percorsa dal volo: 10 euro per tratte fino a 100 chilometri, 100 euro tra 100 e 1.500 chilometri e 200 euro oltre tale soglia. Il pagamento è a carico del vettore, che ha l’obbligo di riversare le somme allo Stato. La tassa rientra tra i tributi di natura ambientale, con l’obiettivo di limitare l’impatto inquinante del trasporto aereo privato e finanziare interventi per la salvaguardia ambientale.
L’attività ispettiva si è sviluppata attraverso l’analisi dei dati acquisiti presso le società di handling dell’aeroporto di Lamezia Terme nei confronti di 115 vettori aerei per un numero di 647 voli effettuati e oltre 2000 passeggeri trasportati in arrivo e in partenza dallo scalo lametino.
Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di rilevare che 15 società nazionali e 99 società estere hanno incassato l’imposta pagata dai passeggeri senza versarla all’erario. All’esito delle attività di riscontro è risultato che i citati vettori si sono resi inadempienti per un importo pari ad € 299.000 euro, di cui € 230.000 per quel che riguarda l’imposta dovuta ed € 69.000 per le sanzioni accessorie applicate.
Si rappresenta, infine, che talune società verbalizzate hanno riconosciuto la correttezza degli addebiti accertati versando quanto dovuto all’Erario.