Processo studio radiologico Fiscer, Dalila Nesci l’ex deputata che spiano’ la strada a Gianluigi Scaffidi, massacrando Santo Gioffré, il rivoluzionario che cerco’ di dare ordine alla sanità calabrese
Lug 16, 2025 - redazione
Ieri la Corte d’Appello di Reggio Calabria, riformando la sentenza di primo grado che aveva emesso pesanti condanne, ha assolto dal reato di truffa (doppi pagamenti nei confronti dell’Asp di Reggio) gli imputati dell’affare Studio radiologico Fiscer di Siderno.
Nello stesso processo di primo grado conclusosi nel dicembre del 2022, era stato assolto dal reato di truffa e dalla richiesta di 3 anni di reclusione, l’allora Commissario straordinario dell’Asp di Reggio Santo Gioffré che già aveva, nei suoi 5 mesi da Commissario, iniziato a fare la ricostruzione della massa debitoria dell’Asp di Reggio, notoriamente senza carte contabili e bloccando il pagamento (il quarto!!!) con le stesse fattore e già in banca, di Villa Aurora perché falso.
Gioffrè aveva, anche, denunciato le multinazionali del farmaco per doppi pagamenti, costringendole a restituire all’Asp i furti e disarticolato il sistema tossico e falso dei pignoramenti in estensione,
Il processo Fiscer ha un retroscena che dimostra la nefandezza di un sistema Calabria oramai privo di certezza delle leggi e di moralità. Il processo Fiscer non nasce contro la Fiscer per truffe e doppi pagamenti ma nasce dall’aggressione sistematica che per 5 mesi subì Gioffrè durante il suo periodo di gestione dell’Asp di Reggio da parte dell’allora deputata dei 5 Stelle Danila Nesci.
L’operazione contro Gioffrè, nell’affare Fiscer, parte nel novembre 2015, da parte del Collegio sindacale dell’Asp di Reggio di un verbale in cui veniva, falsamente, chiamato in causa Gioffrè per fatti a lui completamente estranei, come stabilito nella sentenza di primo grado. Il verbale, che era atto interno, fu consegnato ad un giornalista e immediatamente pubblicato su un giornale on-line, con un titolo sensazionalistico: “Gli allegri pagamenti di Gioffrè a favore dello Studio Radiologico Fiscer”.
Il giorno dopo la pubblicazione di questo pseudo articolo, la deputata Danila Nesci – che aveva già denunciato alle Procure altre volte Gioffrè (le denunce sono finite nel nulla perché inconsistenti) senza alcun controllo della veridicità delle fonti e dei fatti, come il suo mandato parlamentare le richiedeva – (circostanza che le fu risolutamente ribadita durante la sua testimonianza al processo), denuncia Gioffrè alla Procura di Reggio Calabria e alla Sezione della Corte dei Conti della Calabria.
Gioffrè fu assolto con una sentenza nella quale vengono cassate tutte le falsità imbastite nei suoi confronti e viene usata l’espressione testuale: “Santo Gioffrè ha agito con diligenza in tutti i suoi atti nella qualità di Commissario dell’Asp di Reggio Calabria”. Gioffrè pagò amaramente il suo breve periodo all’Asp solo, ed esclusivamente, per essersi opposto ai furti sistematici di ingenti somme di danaro che avvenivano, furti protetti da soggetti insospettabili per i ruoli che avevano.
A questo punto la domanda che sorge spontanea è: perché la deputata ex 5 stelle si accanì, con tanta violenza, contro Gioffrè? Per la legge Severino? E perché solo contro di lui e non per altri prima e dopo di lui? E perché quei toni offensivi e sarcastici ogni volta che Gioffrè annunciava i furti scoperti (“il fratello minore di Montalbano scopre una truffa all’Asp di Reggio, sic!”) in relazione a Villa Aurora? E perché, persino.il giorno dopo che Gioffrè era stato cacciato dall’Asp, è intervenuta, con un comunicato durissimo nel confronti degll organizzatori del Premio letterario Tropea, che Gioffrè aveva vinto, dicendo, addirittura, che stavano premiando quasi un criminale? Perché? ln quel periodo il braccio destro e sinistro della signora Nesci era quel Gianluigi Scaffidi, il manager buono per tutte le stagioni politiche, lo stesso che denunciò da Commissario dell’Asp reggina il primario della cardiologia di Polistena dott. Vincenzo Amodeo ed il nostro direttore Luigi Longo per aver portato l’ospedale polistinese al primo posto in Calabria, nella cardiostimolazione. Una guerra assurda contro i pazienti i poveretti che per curarsi non hanno I soldi per andare fuori Regione. La Nesci, merita il ruolo in cui è stata delegata dai calabresi, messa in un angolo, senza contare un bel nulla…per fortuna.