Presunto caso di malasanità a Cosenza, Codici invia un esposto alla Procura
Mar 12, 2014 - redazione
Ad essere coinvolto un anziano di 97 anni, deceduto per insufficienza renale, per non aver trovato un posto negli ospedali calabresi
Presunto caso di malasanità a Cosenza, Codici invia un esposto alla Procura
Ad essere coinvolto un anziano di 97 anni, deceduto per insufficienza renale, per non aver trovato un posto negli ospedali calabresi
Riceviamo e pubblichiamo:
COSENZA. Un altro nuovo caso di presunta malasanità investe quella che è stata definita la maglia nera: la Calabria. Ad essere coinvolto un anziano di 97 anni deceduto per insufficienza renale, dopo non aver trovato un posto negli ospedali calabresi. «Dapprima l’anziano è stato portato al Pronto soccorso dell’ospedale di Castrovillari, dove è rimasto per due giorni. Poi gli hanno riferito che nessun posto era disponibile in Calabria e il paziente doveva essere ricoverato a Salerno, a Matera o in Sicilia». Una notizia eclatante che conferma ancora una volta quelli che sono i dati ministeriali;«A livello nazionale sono ben 570 i casi di presunta malasanità arrivati, tra aprile 2009 e gennaio 2013, all’esame della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali della Camera; 400 sono gli episodi in cui si è arrivati alla morte del paziente. La percentuale maggiore di casi trova la sua concentrazione nelle regioni meridionali» . Nonostante le lacune del sistema sanitario,l’alto tasso di morti dovuto a casi di malpractice medica, i medici si tutelano con spot che difendono la loro professione presentandosi, in molti casi,come “prede di avvoltoi”. Si fa riferimento allo spot “Medici, pazienti e avvoltoi” realizzato dall’Associazione Amami – Associazione Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente – per difendere il mestiere dei medici, soprattutto di quelli che si sentono ingiustamente colpiti da pazienti che denunciano episodi di malasanità. A scatenare la scintilla della polemica il recente spot degli avvocati “obiettivo risarcimento”. I medici accusano di essere sempre più spesso il capro espiatorio: quasi fossero loro le VITTIME da tutelare. Ma l’Associazione Codici ha raccolto, in questi anni di attività, centinaia di storie di ordinaria malasanità, di malpractice medico-sanitaria, di genitori che hanno perso, per errore o negligenza medica, un figlio. Per questo Codici ha lanciato la campagna “LE VITTIME NON SIETE VOI!”. Non è solo uno slogan ma è l’urlo che molti pazienti o loro familiari alzano nei confronti di quei medici che si sentono il facile bersaglio da colpire con ingiuste denunce. E’ l’urlo contro un sistema lacunoso che ha perso di vista la centralità del paziente.
Ad alimentare la situazione si aggiungono leggi create ad “hoc” per tutelare la categoria, come il recente DDL 1134, “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità in ambito medico e sanitario” volto a deresponsabilizzare i medici. Il disegno di Legge 1134, d’iniziativa del senatore Amedeo Bianco, nonché Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, è fortemente sbilanciato a favore della categoria. Secondo Codici, è una legge “fatta in casa”, visto il ruolo del Presidente Bianco, che non ha rispetto per le vittime della malasanità e non tutela i pazienti. Il DDL è fatto da un medico a favore dei medici. A pochi giorni dalla conferenza stampa sulla malasanità, in qualità di Responsabile Regionale di Codici, Giuseppe Salamone afferma: «bisogna lottare per migliorare la condizione attuale. Una condizione non sostenibile che porta la maggior parte delle persone ad “emigrare” per trovare un minimo di speranza per la loro salute, diventata ormai un diritto negato e “calpestato”. La lotta che porteremo avanti sarà proprio orientata alla riaffermazione di tale diritto». L’associazione Codici, dunque, si impegnerà con tutta la sua equipe a far si che il diritto alla salute non diventi un privilegio ma un obbligo che tutti devono rispettare e tutelare, accettando le responsabilità che ne derivano.
La Segreteria Regionale di Codici