Polistena, l’amministrazione taglia la pianta organica

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di Giuseppe Campisi

Polistena – Se economizzare sembra essere la parola d’ordine che impera nelle famiglie italiane in tempi di crisi impegnate a far quadrare il bilancio domestico anche negli enti pubblici si è aperta la corsa al risparmio per effetto del restringimento dei trasferimenti dal governo centrale. A farne le spese anche il comune pianigiano che ha di recente adottato una delibera di giunta (la 93 del 30/06/2016) con la quale ha dichiarato una eccedenza di personale del proprio organigramma pensando di collocare a riposo attraverso lo strumento del prepensionamento 9 unità, stimando così un risparmio per le casse comunali di circa 280 mila euro annui utili a favorire il riequilibrio del bilancio comunale.

Ma è il gruppo consiliare di Reazione Civica a contestare i termini dell’operazione che si dovrebbe attuare applicando l’istituto dell’esubero che, secondo la normativa, prevede che le eventuali posizioni dichiarate eccedentarie non possano essere ripristinate nella dotazione organica e che le cessazioni dal servizio non possano essere calcolate come risparmio utile da destinare a nuove assunzioni.

Una manovra che, ad avviso dell’opposizione guidata da Michele Spanò, dichiarando il personale in eccedenza per avere la possibilità di concedere un pensionamento anticipato a diversi dipendenti esclude, di fatto, la possibilità per lo stesso di essere sostituito o rimpiazzato.

«Nessuna nuova assunzione sarebbe ipotizzabile per il nostro Comune e da un lato – viene denunciato in una nota – si comprometterebbe seriamente la funzionalità e l’operatività dell’Ente a causa di una sensibile diminuzione della pianta organica con ovvie ripercussione sull’offerta di servizi ai cittadini e dall’altro si precluderebbe la possibilità a molti giovani, magari polistenesi, di partecipare ad un concorso pubblico per la copertura dei posti vacanti».

Una scelta che sembrerebbe essere stata effettuata senza il coinvolgimento in tempi utili dei diretti interessati, riferisce il gruppo di Reazione Civica che attacca: «Da un lato il sindaco dichiara che il nostro comune è finanziariamente solido e dall’altro, invece, si vede costretto a mandare in pensione 9 dipendenti per presunte difficoltà finanziarie dell’ente. Qual è allora la verità?».

Ma cosa spiega la delibera? Nell’atto si parla di fare riferimento alla risoluzione unilaterale del contratto applicando la riforma Fornero secondo una scelta unilaterale dell’amministrazione nel contesto dei piani di razionalizzazione della spesa e riorganizzazione strutturale che si ispira a esigenze di riduzione della spesa, applicata in situazione di difficoltà finanziaria e per garantire il corretto rapporto tra risorse umane necessarie per lo svolgimento dei servizi e personale in dotazione (che secondo gli indici di virtuosità dimensionale fissa il rapporto per gli enti deficitari in 1 dipendente ogni 145 abitanti, pari per il comune di Polistena a 72,38 dipendenti a fronte degli attuali 84 a tempo indeterminato calcolato sulla popolazione residente).

Inoltre dalla rideterminazione è stato escluso il personale che in via ordinaria sarà collocato a riposo entro il 31/12/16 nonché il personale in forza al corpo della Polizia Municipale. Il provvedimento, in sostanza, interessa 7 istruttori amministrativi ed 2 esecutori amministrativo provenienti dalla ripartizione Affari Generali (4), dalla ripartizione Finanziaria (4) ed uno dalla ripartizione Lavori Pubblici specificando espressamente che “alla base delle scelte di questi profili da collocare in sovrannumero per esigenze di tipo finanziario vi è la considerazione che trattasi di attività per le quali si può dare corso alla utilizzazione di altro personale con conseguenze organizzative che possono essere assorbite senza effetti per la gestione dei servizi”.

Lo scopo dichiarato dagli amministratori è dunque quello di abbattere di quasi l’11% la dotazione organica, ottimizzare il rapporto spesa del personale/spesa corrente e rimodulare l’organigramma in 75 unità a fronte delle attuali 84 con l’effetto però, non secondario, di privare l’ente della futura possibilità di assumere lo stesso numero di dipendenti di cui si è richiesto il prepensionamento
causa esubero.