‘Ndrangheta, sequestrato l’impero del nipote dei Mancuso che fatturava milioni con la droga, dai rolex all

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Otto Rolex, conti correnti, un bar-tabaccheria, un distributore di carburante con autolavaggio, due appartamenti, quindici autorimesse e altrettanti terreni edificabili. È questo il “tesoro” sequestrato (ai fini della confisca) dai carabinieri a un uomo di 50 anni arrestato lo scorso febbraio e ritenuto essere vicino al clan ndranghetista Mancuso di Limbadi. Un curriculum criminale di assoluto spessore e una «pericolosità sociale storica», attestata da numerosi procedimenti penali a suo carico, soprattutto tra il 1996 e il 2013, mentre dal 2020 ad oggi si sarebbe reso responsabile di una serie di reati in materia di stupefacenti, associazione per delinquere, riciclaggio e false fatturazioni. È il profilo criminale di Francesco Orazio Desiderato, vibonese classe 1974, attualmente detenuto nel carcere di Opera e coinvolto nel blitz della Distrettuale antimafia di Milano “Old Irons” dalla quale sarebbe emerso il ruolo di «capo e promotore» di Desiderato all’interno di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti operante nell’hinterland milanese. Gestito – secondo l’accusa – gestendo i rapporti circa le forniture dello stupefacente grazie ai legami con la famiglia ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi in quanto nipote di Zi ‘Ntoni Mancuso. Non solo, dalle verifiche patrimoniali è emersa una forte sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita dell’uomo, insieme a elementi che secondo gli investigatori dimostrano l’utilizzo di terzi per gestire parte del patrimonio.
Il Tribunale di Milano (Sezione Autonoma Misure di Prevenzione) ha ordinato il sequestro di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, eseguito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano.