Ndrangheta sanità, il ginecologo Nino Coco i rapporti con la cosca Piromalli ed il patto per votare Domenico Creazzo alla Regione Calabria
Mar 24, 2021 - redazione
Ecco le considerazioni della procura antimafia di Reggio Calabria sul ginecologo Coco. Il professionista era stato candidato con la Lega alle ultime elezioni amministrative regionali;
“E) reato di cui all’art 110 c.p. e 416 bis c.p., perché, pur non intraneo alle cosche Piromalli ed
Alvaro, le supportava dall’esterno:
– nella sua qualità di medico, favorendo la MCT, azienda di fornitura di prodotti medicali ad essa
riconducibili per il tramite di Tripodi Fabiano, Madafferi Franco e Riefolo Mario Vincenzo, gestore
di fatto della stessa e appartenenti alla consorteria mafiosa, intervenendo su alcuni sanitari (un
primario dell’ospedale di Lamezia Terme, il dr Quartuccio, ginecologo dipendente dell’Azienda
Ospedaliera di Reggio Calabria, il dr Topa Gaetano, primario del reparto di ortopedia
dell’ospedale di Reggio Calabria) per la fornitura di sterilizzanti prodotti (…) commercializzati tutti
dall’azienda Mct, per il tramite della ditta Lewis Medica che era l’impresa che poteva trattare con
l Asp di Reggio Calabria, essendo tra le ditte vincitrici dell’appalto.
Per tale contributo riceveva nel Natale 2017 una somma di denaro in contanti pari a 1.000,00 euro,
a titolo di compenso corruttivo;
– stilando un patto elettorale politico-mafioso con Laurendi Domenico, intraneo al clan Alvaro,
nell’interesse di Creazzo Domenico, in quel momento Sindaco di Santa Eufemia che stava
preparando la sua discesa in campo per la competizione elettorale regionale, e dichiarandosi
pronto a sostenere “qualcuno che poi, noi garantiamo e ci garantisce”.