L’ombra dell’inchiesta sulla Cittadella regionale in Calabria, occhi puntati su sanità, case popolari e depurazione e c’è un indagato
L'affondo del Partito Democratico, "Giuste e importanti. Sul piano politico, Occhiuto responsabile dello smantellamento della sanità pubblica"Lug 05, 2025 - Giuseppe Larosa
C’è anche Alfonso Grillo, 58 anni, nel delle Fiamme Gialle, l’attuale commissario del Parco regionale delle Serre, secondo quanto emerge sarebbe indagato come il sub-commissario alla depurazione Daffinà per “corruzione in concorso”. Tale condizione è stata confermata dal legale di Grillo, l’avvocato Domenico Ioppolo. I finanzieri, su delega della Procura di Catanzaro, avrebbero anche acquisito uno smartphone in uso a Grillo.
Grillo risulta anche imputato nell’inchiesta denominata “Rimborsopoli” per la quale la Procura di Reggio Calabria ha già chiesto una condanna a 4 anni e 3 mesi per il presunto reato di peculato su alcuni rimborsi ritenuti illegittimi quale componente del Consiglio regionale, dove per la stessa vicenda è già stato condannato dalla Corte dei Conti al pagamento della somma di 50mila euro a titolo di danno erariale.
Da altre indiscrezioni ci sarebbe anche tra gli indagati Tommaso Calabrò che ricopre l’incarico di direttore generale del Dipartimento regionale Tutela della Salute.
Continua l’indagine della Procura di Catanzaro, guidata da Salvatore Curcio dopo la perquisizione alla cittadella regionale della Calabria perché ad essere presi di mira sarebbero oltre la sanità anche, la depurazione e le case popolari. La guardia di finanza sta procedendo in questi giorni ad una serie di acquisizioni documentali nella sede della Regione Calabria. Intanto nella giornata di ieri, il sub commissario per la depurazione, Antonino Daffinà ha ricevuto un decreto di perquisizione e sequestro. Corruzione e turbativa d’asta: sarebbero questi i reati contestati al sub commissario per la depurazione in Calabria. Non sono note le circostanze oggetto di approfondimento da parte della Procura, non si sa, cioè, se siano riferite alla sua funzione di sub commissario.
Il Partito Democratico della Calabria interviene sulle perquisizioni e scrive in una nota stampa, “Giuste e importanti. Sul piano politico, Occhiuto responsabile dello smantellamento della sanità pubblica”
“È positiva e ci rassicura la costante attenzione alla sanità da parte dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine, che con perquisizioni e accertamenti stanno controllando il rispetto delle regole all’interno della Regione Calabria”. È quanto in una nota afferma il Pd Calabria, guidato da Nicola Irto. “La sanità – ricordano i dem calabresi – rappresenta quasi il 65 per cento del bilancio regionale, per cui è giusto verificare la regolarità, la trasparenza e l’imparzialità della gestione pubblica. Gli inquirenti e gli investigatori, che ringraziamo per l’impegno, hanno il compito di accertare i fatti, mentre i giudici devono punire eventuali reati”. “Comunque – osservano i dem calabresi – va fatta una valutazione sullo stato del Servizio sanitario regionale, che continua a peggiorare nonostante i superpoteri conferiti al commissario del governo e presidente della Regione Calabria. I problemi sono innegabili, gravissimi e crescenti: diversi bilanci imprecisi e quindi inattendibili; liste d’attesa infinite; disparità di trattamento dei pazienti; carenze croniche di personale medico; emergenza-urgenza azzoppata; oltre 300 milioni per la migrazione sanitaria; dipartimento Tutela della salute con organico all’osso; Registri tumori non aggiornati da anni; disorganizzazione diffusa; ripudio generale della meritocrazia; prevenzione a terra; grandi difficoltà per i pazienti oncologici; assenza di unità operative essenziali in diversi ospedali, anche hub; declino dell’assistenza territoriale; mancato completamento delle nuove strutture del territorio da realizzare con gli oltre 120 milioni provenienti dal Pnrr; sistema delle prenotazioni pieno di falle”. “L’elenco – precisano i dem – delle criticità potrebbe essere molto più lungo e pesante. Chi ha soldi va dal privato, chi non ne ha evita di curarsi. Roberto Occhiuto è quindi il principale responsabile – conclude il Pd Calabria – dell’imperdonabile smantellamento della sanità pubblica”.