«Il rapporto Svimez fornisce prove sull’inadeguatezza delle scelte sui trasporti regionali»
Ott 17, 2013 - redazione
E’ quanto denuncia Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese
«Il rapporto Svimez fornisce prove sull’inadeguatezza delle scelte sui trasporti regionali»
E’ quanto denuncia Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese
È di pochissime ore fa la notizia che la Svimez (Associazione
per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), ha presentato un documento che
ritrae una Calabria sempre più depressa sotto il profilo finanziario.
Desertificazione produttiva,
spopolamento, invecchiamento e povertà. Questo il quadro devastante che traccia
lo Svimez sul futuro prossimo della Calabria. Secondo gli analisti
dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno, da qui al
2065 le regioni meridionali dovranno fare i conti con un peggioramento del
quadro economico che avrà ripercussioni anche sulla demografia dei territori.
Nel rapporto Svimez sull’economia del
Mezzogiorno presentato oggi a Roma la Calabria esce malconcia con un aspettativa
sul proprio futuro veramente buio.
In dieci anni, calcolano gli
esperti dell’Associazione, la ricchezza prodotta nella regione è scesa di oltre
4 punti percentuali. Quarto peggior dato dietro a Basilicata (-8,8%), Molise
(-7,2%) e Puglia anche se in termini assoluti la nostra regione si conferma la
più povera con 16.460,30 euro quale reddito pro capite. Un dato anche esso in
peggioramento rispetto al 2011 (-0,3 punti) segno che il vento di crisi che ha
spirato su tutto il Vecchio Continente ha colpito particolarmente la Calabria e gli
effetti si percepiscono anche in termini occupazione.
Tra il 2009 e il 2012 la nostra
regione ha lasciato sul terreno circa 29mila occupati che in termini
percentuali si traduce in una flessione del 4,9 per cento. Nel resto del Paese
la media è stata pari a -2,2 per cento.
Così ,con un quadro come questo,
le ripercussioni si sono avute anche sui tassi migratori. In particolare tra il
2000 e il 2011, si legge nel rapporto, i calabresi in possesso di una laurea e
in fuga dalla propria terra sono notevolmente cresciuti. Se tredici anni
addietro oltre 17 laureati su cento hanno fatto la valigia, nel 2011 a scappare sono stati
il 27,1%,: una quota al di sopra della media del sud Italia (25%). Un flusso
emigratorio che finisce per impoverire ulteriormente la nostra regione che si
trova così a fronteggiare il futuro senza una classe dirigente qualificata.
L’indice più chiaro dello stato
di malessere che vivono le famiglie calabresi emerge dal rapporto per quanto
attiene la povertà. Dai dati elaborati dagli analisti dello Svimez, infatti,
quasi tredici famiglie su 100 devono vivere con meno di mille euro al mese e
circa 5 hanno meno di 6mila euro all’anno. Un dato quest’ultimo molto al di
sotto della media nazionale (2%), ma anche dello stesso meridione (3,8%) e
dimostra lo stato di profonda difficoltà che si trovano a vivere i calabresi.
«Il documento elaborato dallo Svimez
– afferma Pugliese – mette in evidenza una situazione di sofferenza del Mezzogiorno
che, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti. Nel tempo si è accumulato un
malessere profondo che – mai come oggi – rischia di esplodere in forme di
protesta anche veementi.
L’indicatore che sorprende maggiormente
è quello relativo alla disoccupazione insieme ai dati sullo spopolamento. Anche
per questa ragione nei giorni scorso ho inviato una lettera alla nostra classe
politica dirigente regionale avanzando delle proposte e dei suggerimenti
relativi alle Linee Guida del Piano Regionale dei Trasporti poiché sono
convinto che proprio dalle infrastrutture può e deve ripartire il rilancio
della nostra regione. Coloro i quali hanno responsabilità pubbliche devono fare
un po’ di autocritica! Questi dati, infatti, non possono ne debbono essere
letti solo come la conseguenza della crisi economica globale ma devono essere
inquadrate anche e soprattutto in un contesto di responsabilità politiche
oggettive della nostra classe politica regionale.
Restando al tema dei Trasporti
(che a me è tanto caro), credo che le Linee Guida approvate l’altro ieri dalla
IV Commissione della Regione Calabria rischiano di compromettere lo sviluppo
atteso con la conseguenza di rendere tardivi i segnali di ripresa che tutti,
qui in Calabria, ci attendiamo. Esprimo, inoltre, una triste soddisfazione:
quella di non essere più il solo ad avere questa idea atteso che nei giorni
scorsi – subito dopo di me – a sostenere le stesse mie convinzioni è scesa in
campo anche la CGIL regionale. Serve per la Calabria, mai come oggi, una Politica con la “P” davvero
maiuscola, capace di far crescere e valorizzare le risorse della nostra Calabria
rendendola competitiva con gli altri Paesi comunitari e con quelli
extracomunitari. Oggi, purtroppo, non l’abbiamo e paghiamo a caro prezzo questa
assenza insieme alla crisi economica. Spero ed auspico che al più presto la
nostra Calabria possa avere una guida sicura, migliore e più lungimirante di
quella attuale e, soprattutto, spero che al più presto la rete dei trasporti
regionali venga riconsiderata dalla politica calabrese un settore fondamentale
per poter determinare la crescita economica (e non solo), della nostra regione».
Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese