L’ex primario della Cardiologia di Polistena, Enzo Amodeo, chiede di insegnare gratuitamente nel formare cardiostimolatori per salvare vite umane, ma il direttore Lucia Di Furia si oppone

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L’ex primario della Cardiologia  ’Ospedale “Maria degli Ungheresi” di Polistena, il dott. Enzo Amodeo, è un esempio di dedizione alla professione e al territorio che merita attenzione e rispetto, in quanto ha presentato formale richiesta all’Asp di Reggio Calabria per poter continuare, anche dopo il pensionamento, a svolgere attività di tutoraggio e formazione rivolta ai giovani medici e cardiostimolatori per salvare vite umane.

Una proposta che nasce da un profondo senso civico e da una vocazione autentica per la medicina, con l’obiettivo di trasferire competenze specialistiche maturate in decenni di servizio a beneficio delle nuove generazioni e, indirettamente, dei cittadini..

Il dott. Amodeo è una figura di riferimento non solo per la struttura ospedaliera polistenese, ma anche per tutta la cardiologia calabrese. Il suo desiderio di continuare a formare i giovani colleghi, senza alcun tornaconto personale, rappresenta un gesto raro e prezioso in un sistema sanitario che spesso soffre per la carenza di personale esperto e per la fuga delle professionalità verso altri contesti.

Tuttavia, nonostante la disponibilità manifestata da Amodeo e la chiarezza dell’intento, l’ASP non ha ancora fornito alcuna risposta ufficiale. Il silenzio preoccupa, soprattutto alla luce dell’importanza strategica di figure come quella del cardiologo polistenese, capaci di contribuire in modo concreto al rafforzamento del sistema sanitario locale.

La comunità medica e i cittadini si interrogano dunque: è possibile che un patrimonio di esperienza come quello del dott. Amodeo venga lasciato inutilizzato, mentre la sanità territoriale fatica a trovare risorse qualificate?

In un momento storico in cui la medicina ha bisogno più che mai di esperienza, passione e continuità, lasciare inascoltata una proposta di questo valore rischia di essere un’occasione persa per tutta la Calabria. Un appello, dunque, all’ASP: dare una risposta non è solo un atto amministrativo, ma un gesto di responsabilità verso il futuro della sanità pubblica.