Lettera aperta ai Commissari d’esame d’avvocato

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“Una voce per tutti” di Antonio Giangrande

Lettera aperta ai Commissari d’esame d’avvocato

“Una voce per tutti” di Antonio Giangrande

 

 

“Egregi signori, forse qualcuno di voi, componente delle più disparate
commissioni di esame di avvocato di tutta Italia, da Lecce a Bari, da
Venezia a Torino, da Palermo a Messina o Catania, pensa di intimorirmi con
la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento e di omertà che ne deriva per realizzare profitti o vantaggi
ingiusti per sé o per altri. Sicuramente il più influente tra di voi,
bocciandomi o (per costrizione e non per induzione) facendomi bocciare
annualmente senza scrupoli all’esame di avvocato dal lontano 1998, (da
quando ho promosso interrogazioni parlamentari e inoltrato denunce penali,
che hanno ottenuto dei risultati eclatanti, come l’esclusione dei
consiglieri dell’ordine degli avvocati dalle commissioni d’esame e
ciononostante uno di loro è diventato presidente nazionale), pensa che possa
rompermi le reni ed impedirmi di proseguire la mia lotta contro questo
concorso forense e tutti i concorsi pubblici che provo nei miei libri essere
truccati. E sempre su quei libri provo il vostro sistema giudiziario essere,
per gli effetti, fondato sull’ingiustizia. Mi conoscete tutti bene da
vent’anni, come mi conoscono bene, prima di giudicarmi, i magistrati che
critico. Per chi non fa parte del sistema e non MI conosce e non VI conosce
bene, al di là dell’immagine patinata che vi rendono i media genuflessi,
pensa che in Italia vige la meritocrazia e quindi chi esamina e giudica e
chi supera gli esami, vale. Non è così e non mi impedirete mai di gridarlo
al mondo. Avete la forza del potere, non la ragione della legge. Forse
qualcuno di voi, sicuramente il più influente, perseguendomi artatamente
anche per diffamazione a mezzo stampa, senza mai riuscire a condannarmi, pur
con le sentenze già scritte prima del dibattimento, pensa di tagliarmi la
lingua affinchè non possa denunciare le vostre malefatte. Non è così e non
mi impedirete mai di gridarlo al mondo. E non per me, ma per tutti coloro
che, codardi, non hanno il coraggio di ribellarsi. Anche perché se lo fate a
me, lo fate anche agli altri. Fino a che ci saranno centinaia di migliaia di
giovani vittime che mi daranno ragione, voi sarete sempre dalla parte del
torto. Avete un potere immeritato, non la ragione. Un ordine che dileggia il
Potere del popolo sovrano. In Italia succede anche questo. Potete farmi
passare per mitomane o pazzo. E’ nell’ordine delle cose: potrebbe andarmi
peggio, come marcire in galera o peggio ancora. Potete, finché morte non ci
separi, impedirmi di diventare avvocato. Farò vita eremitica e grama.
Comunque, cari miei, vi piaccia o no, di magistrati ce ne sono più di dieci
mila, criticati e non sono certo apprezzati; di avvocati più di 150 mila e
questi, sì, disprezzati. Alla fine per tutti voi arriva comunque la Livella
e l’oblio. Di Antonio Giangrande c’è uno solo. Si ama o si odia, ma fatevene
un ragione: sarò per sempre una spina nel vostro fianco e sopravviverò a
voi. Più mi colpite, più mi rendete altrettanto forte. Eliminarmi ora? E’
troppo tardi. Il virus della verità si diffonde. E ringraziate Dio che non
ci sia io tra quei 945 parlamentari che vi vogliono molto, ma molto bene,
che a parlar di voi si cagano addosso. Solo in Italia chi subisce
un’ingiustizia non ha nessuno a cui rivolgersi, siano essi validi bocciati
ai concorsi pubblici o innocenti in galera, che si chiamino Berlusconi o
Sallusti o Mulè o Riva (e tutti questi li chiamano “persone influenti e
potenti”). I nostri parlamentari non sanno nemmeno di cosa tu stia parlando,
quando ti prestano attenzione. Ed è raro che ciò succeda. In fede Antonio
Giangrande”

Dr Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia