La “profezia” di Occhiuto, “in Calabria effetto Marche per 2, saranno elettori a giudicarmi”

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“Non sono scaramantico: l’effetto Marche qui lo possiamo moltiplicare almeno per due”.

Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a “la Repubblica”.

“Siano gli elettori a giudicarmi. Credo di poter vincere perché chi vive qui sa con che fatica abbiamo invertito la rotta: colmando lacune, unificando consorzi-carrozzoni, provando a razionalizzare le spese, occupandoci dei lavoratori. E spingendo Roma a tener fede agli impegni”.

O è solo merito di Meloni che ha detto dal palco: ora la Calabria esce dal commissariamento? “La presidente ne ha parlato come del frutto di un lavoro. Quattro anni fa ho trovato rovine: commissari non nominati dal centrodestra che non avevano fatto nulla; 2500 dipendenti che se ne andavano dalle corsie, tutti in pensione; aziende sanitarie che non chiudevano un bilancio da 12 anni. Qui si vince anche perché la sinistra sta sbagliando messaggio: ’redditi, assunzioni’. Ma è roba vecchia, la Calabria ha dignità, forza”.

“Ci sono stati oggettivi progressi sui Lea, per il ministero della Salute siamo al terzultimo posto: prima di Sicilia e Valle d’Aosta. Stanno migliorando le liste di attesa. Ma sono lucido e ambizioso: non posso dire che sono felice di questa Sanità”.
Anche perché va avanti grazie a 400 medici cubani. E nel 2028 quando scadono, cosa accadrà? “Se necessario, li prorogherò. Ma quanto abbiamo fatto, anche con l’accertamento del debito insieme con la Guardia di Finanza, cambierà la qualità di molti servizi”.

“Il Ponte sullo Stretto l’ho già usato. Sono andato da Salvini: partiamo con la megaopera e non ci sono le strade? E infatti: oggi ho 3 miliardi e 800milioni di euro per la Statale 106, avremo un miliardo per l’Alta velocità che andrà fino a Praia. Sono divari. Non si devono acuire”.

I suoi alleati leghisti lo sanno? A dicembre vogliono le intese per materie no-Lep, sull’Autonomia. “Ma non avevano detto prima, a settembre? Contento di aver rilevato sull’Autonomia subito, anche nel mio partito, le criticità che poi la Consulta ben più autorevolmente ha fatto brillare. E ora, anche sulle materie no-Lep bisogna andarci cauti, stare attenti alle ricadute sociali, economiche”.