In attesa dell’elezione del nuovo Papa, il ricordo di Franciscus

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di Filomena Scarpati

 Siamo in un periodo di passaggio tra il termine del mandato di un grande Papa e l’attesa che i cardinali al conclave, che inizierà la prossima settimana, decidano le sorti della Chiesa con l’elezione di un nuovo Papa. Si avverte un vuoto che sembra incolmabile nonostante il riferimento per i credenti debba sempre essere Cristo e non chi lo rappresenta sulla terra, come lo stesso Papa Francesco teneva a precisare, nel preferire una Chiesa senza personalismi. A dare l’ispirazione per la nomina del nuovo Papa, come sempre, sarà l’azione dello Spirito Santo che non abbandonerà il popolo di Dio in un periodo complesso come quello che si sta attraversando. Non è facile decidere tra i nomi che ricorrono per l’elezione, da una parte conservatori e dall’altra progressisti. L’augurio è che tra i cardinali che ricoprono le due diverse posizioni, si trovi un punto d’incontro, di equilibrio, per consentire ai fedeli di continuare a vivere con la speranza di un vero incontro con Cristo, senza oppositori che intralciano il cammino della Chiesa. L’uomo di oggi, ha bisogno di punti fermi di riferimento durante l’esistenza e non sempre il sapere accademico tocca i cuori dei fedeli, come invece può ottenere un prelato di strada con un determinato carisma verso i meno abbienti e gli ultimi, come lo è stato Bergoglio. La preghiera non deve essere un fatto strumentale, ma deve servire a creare profondi contatti tra Dio e l’uomo sempre alla Sua ricerca, nella speranza di essere inondato di grazie per uscire dalle negatività quotidiane che col Suo aiuto vanno affrontate meglio e superate. Quando si parla di progresso all’interno della Chiesa, non si intende certo ottenere la rivoluzione delle sacre scritture che vanno rispettate e in proposito, tanti sono stati gli errori nell’attribuire a Papa Francesco posizioni e dichiarazioni mai fatte sul matrimonio degli omosessuali, in quanto sull’argomento non si è mai pronunciato se non in modo sfavorevole, mentre si è sempre battuto per l’apertura al dialogo della Chiesa con gli omosessuali in quanto, anche loro, vanno ritenuti creature di Dio. Affermare che siamo tutti figli dello stesso Padre, non assume il significato di unirli in matrimonio con la benedizione della Chiesa, in quanto  non sono unioni naturali tra persone di sesso diverso come le sacre scritture prevedono, i cui principi continuano a rimanere saldi. Con lo stesso rispetto verso le scritture, Franciscus, così come ha voluto che fosse scritto sulla sua tomba in Santa Maria Maggiore, per essere ricordato dai posteri nella sua semplicità, ha trattato altre tematiche, come il divorzio con la stessa apertura al dialogo, mentre per l’aborto si è pronunciato con il rigore che un capo della Chiesa deve mantenere, definendo “sicari” i medici che praticano l’aborto. L’unico a saper commentare e ad assumere la verità sul conflitto tra Russia e Ucraina ed essere stato il miglior mediatore di pace attraverso le sue omelie e gli inviati dal Vatican, suoi delegati, per tali trattative, così come è avvenuto per i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina. “Le guerre servono a svuotare gli arsenali e a soddisfare gli interessi economici delle nazioni” – affermò Bergoglio quando scoppiò la guerra tra Russia e Ucraina. Le sue parole furono una sferzata anche per il presidente ucraino entrato nel conflitto per difendere la democrazia che va sicuramente difesa ma con la mediazione, senza causare tante vittime come conseguenza della guerra. Non va nemmeno dimenticato che Papa Francesco pronunciò parole di scomunica verso i mafiosi, a Cassano allo Ionio KR, nel Giugno del 2014, in quanto non in comunione con Dio, avendo scelto la strada del male. Parole che ebbero come contro, le reazioni di ‘ndranghetisti e loro accoliti, in special modo sulla Piana di Gioia Tauro: Oppido Mamertina, con il cosiddetto “inchino della Madonna delle Grazie” e San Procopio. Ricordiamo per quegli eventi anche il disagio del vescovo della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, mons. Francesco Milito, che nei giorni dell’accaduto “dell’inchino”, si trovava in un’altra regione d’Italia lontana dalla Calabria, per la pastorale delle famiglie della diocesi. La forte decisione del prelato, sentiti gli organismi istituzionali della Chiesa, fu quella di sospendere le processioni per quasi due anni, per evitare che le proteste in stile mafioso continuassero. Molte le polemiche, ma col tempo si comprese che la decisione fu adottata per il bene delle comunità. Parlare dei fenomeni negativi della Piana, a differenza di quanto pensano gli ottusi e gli ‘ndranghetisti, non fa malevola pubblicità al nostro territorio che rimane uno dei più incantevoli al mondo, ma serve a distruggere la piovra maledetta. Considerate le molteplici doti umane, spirituali e carismatiche di Papa Francesco, che sicuramente lo porteranno alla canonizzazione per la santità, non sarà semplice per il prossimo Papa toccare le tematiche avviate da Franciscus con la stessa veemenza e la stessa forza per le mediazioni di pace, la solidarietà agli ultimi e la difesa dell’ambiente. Non vanno sottovalutati i contrasti del Santo Padre con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sugli immigrati e la politica di riferimento, ma in ogni caso per il rispetto che il presidente nutriva nei suoi confronti, ha voluto essere il primo a presenziare ai funerali, assieme alla first lady. Non va dimenticato l’incontro informale in San Pietro prima della messa dei funerali celebrata dal cardinale RE, tra Trump, che si ritiene abbia fatto anche da portavoce del presidente russo Putin, assente ai funerali e il presidente ucraino Zelensky, che faceva sperare in accordi sulla pace, invece, ad oggi, emergendo l’interesse degli Stati Uniti per le terre rare, è stato più facile per Trump prendere la decisione di aiutare il presidente ucraino nel continuare il conflitto, anziché avviare trattative ed accordi diplomatici sulla pace.