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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Yemen, carabiniere rapito a Sanaa da “membri delle tribù”

Yemen, carabiniere rapito a Sanaa da “membri delle tribù”

Alessandro Spadotto, 29 anni, addetto alla sicurezza del’ambasciata prelevato da uomini armati

Yemen, carabiniere rapito a Sanaa da “membri delle tribù”

Alessandro Spadotto, 29 anni, addetto alla sicurezza del’ambasciata prelevato da uomini armati

 

 

(ANSA) Alessandro Spadotto, il carabiniere rapito in Yemen, è in mano ai membri delle tribù. Che per la sua liberazione chiedono il rilascio di un detenuto e la restituzione di alcune terre nella capitale Sanaa. Le notizie sul sequestro dell’addetto alla sicurezza dell’ambasciata italiana a Sanaa, arrivano in serata, con le dichiarazioni del ministro dell’Interno yemenita. Al termine di una giornata di intenso lavoro da parte della Farnesina che ha attivato tutti i canali per seguire da vicino la vicenda. E dopo la lunga conversazione telefonica tra il titolare della Farnesina Giulio Terzi e il ministro degli Esteri yemenita Abu Bakr al Qirbi, che ha confermato la totale disponibilità del governo di Sanaa a massimo impegno e collaborazione, assicurando che polizia e intelligence sono al lavoro. La cronaca yemenita si incrocia con quella di Pordenone e precisamente quella di un comune di 15 mila abitanti, San Vito al Tagliamento, dove il carabiniere, in forza al 13/o battaglione di Gorizia, è nato 29 anni fa.

Appena si sono diffusi il nome e le generalità del militare, il paese si è stretto intorno alla famiglia Spadotto. “Un ragazzo serio, compito, che ha svolto e svolgeva incarichi di responsabilità”, lo definisce il sindaco di San Vito, Antonio Di Bisceglie, che afferma la vicinanza del Comune “alla famiglia” e ribadisce l’ipotesi di un rapimento compiuto da parte di criminali comuni. “Meglio così”, rispetto a un atto di terrorismo, spiega. La famiglia Spadotto è nota a San Vito, non solo per quel ragazzo spesso all’estero o per sua sorella, che studia all’ Università di Padova, ma anche per il padre, Augusto, ex carabiniere, ora in pensione, responsabile del nucleo di Protezione civile di San Vito.

Una famiglia stimata e punto di riferimento nella piccola comunità. Lui, Augusto, chiede silenzio intorno alla vicenda: “Preferiamo non parlare, vorremmo essere lasciati in pace”, dice. Poi aggiunge: “Se sarà liberato, stapperemo una bottiglia tutti insieme”. La cronaca si interseca anche con Roma, dove la procura ha aperto un fascicolo (ipotizzando il reato di sequestro con finalità di terrorismo) in cui saranno inserite informative della Farnesina e dai Carabinieri del Ros. E anche con Londra, dove è rimbalzata la notizia e dove un altro carabiniere, Luca Tesconi, prima medaglia italiana alle Olimpiadi, ha dedicato la vittoria al collega dell’Arma, “con l’augurio che possa presto riabbracciare i suoi cari”.

A fine giornata, mentre l’europarlamentare Debora Serracchiani chiede all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue Catherine Ashton, “di affiancare e di sostenere nei modi più efficaci l’azione del Governo italiano”, sottolineando “l’urgenza e la grave preoccupazione” del momento, il ministro Terzi da Belgrado torna sul caso e sulla telefonata di ieri sera. Al Qirbi “mi ha sottolineato quanto si condividano le nostre esigenze di assicurare sopratutto l’incolumità e la tutela della vita della persona sequestrata”. Concludendo: “Mi ha confortato avere tali assicurazioni”.