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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Lettera “quasi” aperta al Vescovo di Prati, monsignor Simoni

Lettera “quasi” aperta al Vescovo di Prati, monsignor Simoni

Bartolo Ciccardini: “Politica: i cattolici scendano in campo”

Lettera “quasi” aperta al Vescovo di Prati, monsignor Simoni

Bartolo Ciccardini: “Politica: i cattolici scendano in campo”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Caro S. Ecc. Rev.ma Mons. Gastone Simoni,

ho molto esitato nello scriverle questa lettera che potrebbe sembrare a molti incompetente (nel senso che è lontanissima da ogni mia competenza) ed impertinente (nel senso che non ha riferimento a nulla che possa avere una mia pertinenza).

Il problema si riferisce al grande numero di iniziative che sono sorte da diversi anni nel mondo cattolico per preparare, formare, indirizzare i cattolici alla vita politica. Nel nostro piccolo osservatorio on-line www.camaldoli.org abbiamo cercato di seguire, illustrare e dare spazio a molte di queste iniziative per indirizzarle verso un sentire comune, che prefiguri un’azione comune il più unitaria possibile.

Ci rendiamo conto della grave situazione in cui si trovano i Pastori italiani: possono auspicare, incoraggiare, benedire una partecipazione dei cattolici alla politica, ma non possono prendere direttamente alcuna iniziativa, che sarebbe una negazione dell’autonomia di giudizio politico dei laici, stabilita dal Concilio Vaticano II.

D’altra parte un movimento politico che rappresentasse la massima azione caritativa nei confronti del proprio Paese, quale è la politica, non può essere immaginato senza una partecipazione attiva del popolo delle parrocchie, sul quale più forte pesa la tentazione di un assenteismo elettorale. E nessuno dei comitati, dei gruppuscoli, dei centri studi che si animano possono avere la qualifica di “popolare”, senza un coinvolgimento del popolo cristiano.

Tuttavia una soluzione sembra esserci: secondo la dottrina sociale cristiana gli enti intermedi sono liberi, autonomi e di pari dignità rispetto allo Stato e quindi anche rispetto ai partiti che secondo l’articolo 49 della Costituzione dovrebbero “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.

Gli Enti intermedi autonomi sono, com’è noto, le famiglie, le associazioni, i sindacati ed i Comuni.

Quindi non sarebbe una invasione di campo altrui se delle liste di volenterosi cittadini cattolici ed aperte a tutti gli uomini di buona volontà, si presentassero nei Comuni, raggiungendo un’unità fra cattolici che, nelle elezioni politiche, si sarebbero schierati in favore di partiti diversi.

Queste liste civiche, non partitiche, corrispondono ai principi della dottrina sociale cristiana e sono particolarmente necessarie ed urgenti nell’attuale situazione che schiaccia crudamente la possibilità di vita delle famiglie.

Inoltre la sussidiarietà, principio conclamato dalla Costituzione, raramente applicato nei programmi comunali, potrebbe trovare una nuova applicazione sotto la spinta dei cittadini cattolici (ed altri volenterosi). Il principio della sussidiarietà si dovrebbe applicare in modo particolare all’aiuto delle famiglie, realizzando servizi sostenuti da un volontariato attivo di tutti i cittadini: servizi per la famiglia, per aiutare le madri che lavorano, per occuparsi dell’infanzia, per assistere i malati, gli anziani ed i più deboli.

Questo obiettivo sembra quasi ovvio, ma la difficoltà ad iniziare questa “lunga marcia” sta nel fatto che nessuno ha l’autorità sufficiente per indicare come, quando ed in che modo si potrebbe presentare una lista civica.

Ed è a questo punto che oso rivolgerle una preghiera. Lei che ha preso importanti iniziative formative, di studio, e perfino associative, per una buona politica, non potrebbe assumersi il compito di alzare quel grido necessario per salvare l’opera iniziata? L’obelisco sta per essere rialzato, lo sforzo di tutti lo sta sollevando. Ma le corde, gli strumenti che sostengono il peso dell’operazione, stanno cedendo. C’è bisogno di qualcuno che gridi: “Acqua alle corde!”.

Io la prego Monsignore, Eccellenza Reverendissima, di dare il permesso a qualche suo sacerdote collaboratore, impiegato nella azione della Caritas o di qualsiasi altra associazione che si occupi del sociale, di presentarsi come sindaco, a capo di una lista civica locale, in qualche paese della sua diocesi.

Immagino già l’impressione, lo scandalo e l’attacco dei malintenzionati. Ma anche questo andrebbe a favore di un chiaro risveglio. La notizia e l’esempio sarebbero grandi proprio perché il candidato sarebbe inusuale. Ma finalmente succederà qualcosa.

Mi preoccupo di informarla che la scadenza per la presentazione delle liste è il 2 aprile 2012.

Suo, (incompetente ed impertinente) Bartolo Ciccardini

redazione@approdonews.it