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Vertenza Fondazione Terina: positiva la prima riunione del tavolo regionale

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Deve essere fatta chiarezza sul futuro di 41 dipendenti

Vertenza Fondazione Terina: positiva la prima riunione del tavolo regionale

Deve essere fatta chiarezza sul futuro di 41 dipendenti

 

In coerenza con quanto disposto in
sede di seconda Commissione Consiliare regionale, ieri – presso la sede della
Presidenza del Consiglio Regionale – si è tenuta la prima riunione del tavolo
tecnico convocato dalla Regione Calabria per la risoluzione della problematica
relativa alla Fondazione Mediterranea Terina.

Il tavolo – a cui hanno preso parte
il Presidente facente funzioni della Regione, dott.ssa Antonella Stasi, il
Presidente del Consiglio Regionale, On.le Francesco Talarico, nonché gli On.li
Tonino Scalzo, Giampaolo Chiappetta, Ennio Morrone e Gaetano Bruni e che ha
visto presenti il neo Presidente della Fondazione Mediterranea Terina, avv.
Pasqualino Scaramuzzino, nonché tutti i sindacati presenti in Fondazione – ha
impresso una fortissima accelerazione per la soluzione della problematica
Terina che, com’è noto, discende dall’alto numero di dipendenti a tempo
indeterminato che la Fondazione sopporta da anni.

In vero, il peso di 41 dipendenti –
come rimarcato in apertura dei lavori dall’avv. Scaramuzzino – è assolutamente
insostenibile per una Fondazione che, invece, dev’essere agile, con non più di
10 dipendenti e che deve poter attingere alle risorse nazionali e comunitarie
per organizzare progetti di alta qualità, coinvolgendo ricercatori e studenti
da contrattualizzare a tempo determinato e per la durata di ogni singolo
progetto.

L’avv. Scaramuzzino ha fatto il punto
sullo stato di avanzamento del Progetto Food@Life, evidenziando il gravissimo
rischio che corre la Fondazione dal perdurare di tale peso di dotazione
organica.

Il Presidente Talarico ha rammentato
la strategicità della Fondazione Mediterranea Terina per tutta la Regione
Calabria, ricordando gli sforzi effettuati negli anni passati per sanare il
grave debito fiscale accumulato in passato e ricordando che – con la Legge 24/2013
– il Consiglio Regionale ha deciso di puntare sulla Fondazione come strumento
importantissimo nell’ambito della ricerca e dello trasferimento tecnologico in
campo agroalimentare.

Il presidente Talarico ha assicurato
il permanere di tutto il suo impegno per la Fondazione e per i suoi lavoratori.

Dopo gli interventi delle forze
sindacali – che si sono dichiarate d’accordo sulla proposta operativa avanzata
dall’avv. Scaramuzzino, la Presidente facente funzioni ha espresso la sua ferma
volontà di percorrere l’ultimo miglio che separa la fondazione dalla meta e si
è subito attivata affinché i Direttori generali competenti fossero convocati al
tavolo aperto, che è stato aggiornato a martedì 9 settembre prossimo.

Tutti partecipanti al tavolo hanno
quindi espresso grande soddisfazione per la tempestività della risposta fornita
dalla Presidente Stasi, in un momento nel quale pure le difficoltà che
avvolgono le forze di governo regionali sono note.

Avere manifestato la volontà di
portare a soluzione la vertenza – ed a compimento la Legge regionale 24/2012 – è
stato grandemente apprezzato da tutti i sindacati, i quali hanno assicurato il
loro pieno impegno perché la vicenda si concluda favorevolmente, così da
rendere veramente efficace uno strumento straordinario come la Fondazione e
poter dare risposte di tranquillità e dignità per tutti i lavoratori, che
accreditano ben 6 mensilità stipendiali.

Un plauso particolare è stato rivolto
anche ai lavoratori della Fondazione che, pur nelle gravi difficoltà in cui
versano, stano mantenendo un profilo di assoluta dignità ed hanno riposto le
loro speranze verso una politica che per molti versi appare distratta ed
impegnata su altri fronti, ma che in questa vicenda sta scrivendo una bella pagina
di buona amministrazione e di ferma
volontà.

L’appuntamento, quindi, è per martedì
9: in quella sede dovranno essere definiti i percorsi amministrativi necessari
da approntare affinché la proposta avanzata dall’avv. Scaramuzzino – di
concerto con tutte le organizzazioni sindacali – trovi finalmente compimento e
consenta l’esodo di almeno 30 dipendenti verso altre strutture subregionali
che, invece, hanno necessità di personale dipendente.