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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Vergogna in Calabria. “Chiede di essere pagata e viene presa a calci”. VIDEO Il video è stato pubblicato sulla pagina dell'Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria che chiede, "Se qualcuno conosce la ragazza siamo disposti a darle supporto sindacale". Arriva la nota della Cgil che "Sta cercando di contattare questa lavoratrice alla quale va la nostra più completa e totale solidarietà, per chiederLe il mandato a rappresentarla ed assisterla"

Nel video postato nella pagina Facebook dall’Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria, si vede una ragazza che chiede al suo datore di lavoro “Dove sono i miei soldi?”.
La ragazza chiede al suo datore di lavoro “Io non vado via”, e poi, “Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri”.
Dopo aver chiesto i soldi alla ragazza le viene risposto dall’uomo che potrebbe essere il proprietario di un lido balneare.
E mentre viene ripresa tutta la scena si vede che qualcuno innervosito spinge la giovane ragazza e poi calci e pugni alla stessa così come anche il tentativo di rompere il telefono cellulare per interrompere le riprese.
Sulla pagina Facebook dell’Osservatorio si legge nel titolo del video postato, “Vergogna a Soverato Marina. Una ragazza chiede di essere pagata e viene presa a calci. Se qualcuno conosce la ragazza siamo disposti a darle supporto sindacale”.
Attendiamo gli esiti delle indagini e la conseguente verità reale dell’accaduto.

Arriva anche la nota del sindacato Filcams Cgil

Siamo incappati in un video che sta circolando sui social nel quale una lavoratrice viene aggredita brutalmente da quello che dovrebbe essere un datore di lavoro, un imprenditore del turismo.
Una lavoratrice straniera che chiede di essere pagata per il suo lavoro e che per tutta risposta si prende le mazzate e le urla in faccia di chi pensa di avere diritto di aggredirla e scacciarla perché quella “è casa sua”.
Più precisamente l’imprenditore ha usato il dialetto calabrese, affinché quella donna di un altro colore e di un altro Paese, avesse chiaro il senso delle parole. Quello che a noi pare chiamo è che questo episodio – che purtroppo episodio non è vista deregulation diffusa nel settore Turistico – è frutto di una cultura del disprezzo di ciò che è pubblico, delle leggi e dei contratti di lavoro. Questa situazione ha dei responsabili, naturalmente, poiché nonostante le denunce continue e gli appelli rivolti a politica ed Istituzioni, agli allarmi ed alla vertenza Nazionale e Regionale sul Turismo chi deve occuparsi di far rispettare le regole, si gira sempre da qualche altra parte.
È indecente vivere in un Paese dove chi lavora subisce ancora certi trattamenti, mentre chi utilizza il suolo Pubblico in concessione fa il Padrone e Sotto perché pensa che quel Bene Comune è un suo diritto a prescindere o meno dal rispetto delle regole, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dello Stato.
La Calabria ed il Turismo non decolleranno mai se la sua economia continuerà ad essere fondata sul lavoro nero, su imprenditori casalinghi che non pagano le tasse e non rispettano i contratti di lavoro. La mobilitazione in atto nel settore del Turismo ha come slogan “SottoSopra”, perché c’è una cultura che disprezza ogni regola ed ogni diritto che va completamente ribaltata.
La FILCAMS CGIL Calabria sta cercando di contattare questa lavoratrice alla quale va la nostra più completa e totale solidarietà, per chiederLe il mandato a rappresentarla ed assisterla in tutte le sedi per ottenere ciò che le spetta. A lei dovranno essere riconosciuti tutti i suoi diritti calpestati da gente che non merita di occupare un bene pubblico, di calpestare, come ha fatto la nostra Terra ed i nostri valori.
Segreteria Regionale Filcams CGIL Calabria